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Il caso Lavezzi: la mediocrità di una sentenza nata male e finita peggio

Noi ci occupiamo di sport; di solito trattiamo di dribbling, verticalizzazioni ed analisi tattiche, ma da sempre crediamo che il calcio, essendo una delle industrie più potenti del Paese ed un prodotto di massa, ha profondi legami con la vita sociale e politica. 

Chi è solito leggere i quotidiani nazionali ed interessarsi al dibattito politico avrà sentito parlare di autonomia della giustizia e del fastidio che il premier Berlusconi riserva per questo principio della nostra Costituzione. La giustizia sportiva sul caso Lavezzi ha mostrato quanto è iniquo qualsiasi procedimento giurisprudenziale, anche sportivo, quando non c’è autonomia a causa dell’evidente condizionamento dei poteri forti. Infatti, ieri è andata in scena l’ultimo atto tragicomico di un procedimento gestito male in primis dal giudice sportivo Tosel, che dovrebbe dimettersi per manifesta incapacità. Due principi sacri per gli amanti del diritto sono l’inammissibilità di elementi validi per un processo aggiunti in corsa ed il criterio per cui nel dubbio si tutela il presunto autore del reato per insufficienza di prove. Invece il giudice sportivo Tosel, quindi non la Procura Federale che rappresenta l’accusa, contatta l’arbitro Bergonzi, che a mezzo mail chiarisce di aver ammonito Rosi e Lavezzi non per gli sputi, ma per spinte reciproche.

Il direttore di gara genovese, a due giorni dalla gara, poteva essere condizionato dal clamore mediatico che aveva colpito la vicenda, e quindi, in termini di colpevolizzazione dell’imputato, bisognava tener conto solo del documento ufficiale, cioè del referto arbitrale.

Si è creato un precedente pericoloso; questo procedimento era avvenuto solo la scorsa stagione per la gomitata di Camoranesi a Conti durante Cagliari-Juventus. La prassi, però si attivò per graziare il calciatore bianconero; infatti, l’arbitro Valeri definì “scontro di gioco” un’evidente gomitata volontaria.  Il ridicolo teatrino si è concluso ieri, con il “nuovo filmato” di Controcampo proposto ancora una volta non dall’accusa, ma dai giudici della Corte di Giustizia Federale. Alberto Brandi, direttore di Sportmediaset, ha dichiarato che la loro redazione non è in possesso di nessun filmato esclusivo, ma le immagini sono sempre quelle di Sky, utilizzate per il primo grado di giudizio. Si consuma quindi un altro mistero all’italiana, un’altra torbida storia dove i sospetti non sono “sceneggiature complottiste”, ma logici pensieri che piombano nelle nostri menti afflitte al cospetto di tanta mediocrità ed arroganza. Il dettaglio, però, più raccapricciante è, però, che questo nuovo filmato non mostrava nitidamente il getto salivale, ma la prova schiacciante sarebbe il cambiamento di colore dello sfondo televisivo. Per arrivare a tali ragionamenti, ci vogliono geni dell’ingegneria delle telecomunicazioni. Non resta che inchinarci alla vostra professionalità. L’inadeguatezza degli organi competenti non ridimensiona, però, il grande errore di Lavezzi, che ha dimostrato ancora una volta che deve ancora crescere sotto il profilo psicologico.

Da varie settimane analizziamo la stagione del Napoli, definendola un miracolo, perché il club partenopeo sta combattendo contro delle superpotenze finanziarie. Il club di De Laurentiis spende 28,3 milioni di euro come monte ingaggi contro i 130 del Milan, i 120 dell’Inter, i 100 della Juventus, gli 83 della Roma (cifre aggiornate all’inizio della stagione, quindi meriterebbero gli aumenti dei vari Pazzini, Matri e Cassano). Inoltre una società giovane ed autofinanziata, che non gode degli aumenti di capitale della Fillmauro, sta scompaginando gli equilibri di un campionato dove sostanzialmente dal 1991, quando la Sampdoria di Vialli e Mancini vinse lo scudetto, non registra nessuna grande novità. C’è stato il fastidio capitolino dei campionati vinti da Roma e Lazio, che però successivamente hanno pagato il dazio, indebitandosi ed entrando in difficili crisi societarie. Qui parliamo di investimenti milionari, di club quotati in Borsa che andrebbero in profonda difficoltà nel caso in cui per esempio non raggiunsero la qualificazione in Champions League.

Gli acquisti di Gennaio dell’Inter di Moratti non sono causali, ma frutto dell’impennata in Borsa del titolo della Saras, grazie ad un accordo sulle forniture di petrolio con i russi della Gazprom. L’ennesima ingiustizia subita risiede in questi equilibri, che vedono con timore e fastidio la cavalcata della compagine di Mazzarri. Allora al popolo partenopeo non resta che esprimere il proprio dissenso in maniera civile, a cominciare dalla panolada di domenica sera al San Paolo, iniziativa proposta dal portale tuttonapoli.net e a cui abbiamo aderito con grande entusiasmo e convinzione, insieme ad altri otto portali che hanno espresso come noi la volontà di essere uniti per il Napoli. Il tifo sugli spalti, gli azzurri in campo, con la consapevolezza di combattere una grande battaglia, da cui può acquisire un po’ di dignità questo vergognoso calcio italiano. Il presidente del Milan comunica con le sue quotidiane azioni che con i soldi puoi comprare tutto, a Napoli sappiamo che l’unica strada che abbiamo davanti a noi è farci sentire.

 

Ciro Troise

 

 

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I Am Naples Testata Giornalistica - aut. Tribunale di Napoli n. 33 del 30/03/2011 Editore: Francesco Cortese - Andrea Bozzo Direttore responsabile: Ciro Troise © 2021 IamNaples
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