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Il ct: «L’Italia ritrovi identità» Ed è pronta la carta Lorenzo

«Ho visto i giocatori parlarsi in campo vuol dire che non c’è serenità»

E meno male che adesso ci tocca Malta. Che non sarà più una nazionale materasso del pallone come qualche decennio fa, ma è comunque l’avversario migliore per Prandelli per portare fuori dalle critiche l’Italia che ha pareggiato, soffrendo, in Bulgaria. Il ct azzurro a Coverciano è durissimo con i suoi per la prova di Sofia. «La prestazione è stata insufficiente, negativa. Abbiamo sbagliato partita, non posso bluffare. I giocatori discutevano tra loro durante la gara? Non è un bel segnale: vuol dire che manca sicurezza e tranquillità. Osvaldo? Fa la differenza».
Ha avuto una notte intera per pensarci su. Poi ha deciso di dare via all’affondo. Quel che resta del giorno dopo: molto poco, a sentire il tecnico azzurro. Ora bisogna scendere con lo sguardo e scrutare dentro la voragine che si è spalancata dopo il 2-2 contro la modesta Bulgaria: «La prestazione di Sofia è stata insufficiente, negativa. Abbiamo perso la nostra identità. Normale che le pagelle dei giornali siano state basse. La squadra è stata lunga come mai prima di adesso, nei miei due anni da ct. Questo – continua – dimostra che le cose studiate le puoi dimenticare. Abbiamo giocato molte, troppe, palle alte. Non sono contento e non posso nasconderlo». C’è spazio per l’autocritica. «Voto insufficiente pure all’allenatore? Concordo. È il rischio che un ct corre quando fa i cambi, ma dovevo passare a quattro in difesa, per questo ho inserito Diamanti. Abbiamo pagato, in costruzione, il fatto di avere un centrocampista in meno, col modulo 3-5-2».
Non si tira indietro. Non protegge la sua Nazionale, come ha fatto tante altre volte. È il momento di essere critici. Anzi, ipercritici. La strigliata non è leggera. «C’era un difensore, Ogbonna o Barzagli, che aveva sempre libertà, ma aveva meno qualità per sfruttarla. Ci sono mancate sicurezza e ordine tattico. E qualità. Dovevamo tenere, giocare di più la palla, l’elemento che ci caratterizza, al di là del modulo». Neppure sette juventini in campo hanno assicurato affiatamento: «Mica è scontato che così sia più facile integrare gli altri 4».
Ovvio che la gara di Modena, contro Malta, può spalancare le porte ad alcuni cambi. Intoccabile pare essere solo Osvaldo, l’unico degli azzurri di cui parla bene Prandelli. «Su di lui c’erano molte aspettative e non le ha tradite. Rientra nella categoria degli attaccanti moderni e quindi può giocare con qualsiasi altro attaccante». E qui spunta il toto-partner e l’ipotesi del turnover in attacco. Perché Giovinco ha deluso. Al fianco dell’oriundo argentino il ct potrebbe schierare l’altro romanista Destro, oppure Diamanti. Resta l’ipotesi dell’esordio dal primo minuto o in gara di Lorenzo Insigne.
Prandelli non si sbilancia: «Devo prima capire chi ha recuperato, poi penserò alla gara di martedì. Serve tornare a lavorare sui concetti che abbiamo messo in pratica fino a due mesi fa, con chi li conosce». E questo fa immaginare avvicendamenti limitati, nessun salto nel buio. Prandelli in questo momento sembra volersi aggrappare alle certezze di singoli e schemi, e anche i riferimenti al modulo più conosciuto potrebbero essere segnali in chiave ritorno al rodato 4-3-1-2.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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