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Il dramma di Obi Mikel: “Lasciate andare mio padre!”

LONDRA – “Voglio solo dire a chiunque abbia preso mio padre, per favore, lasciatelo andare”. John Obi Mikel, 24enne centrocampista del Chelsea, ha rilasciato un appello chiedendo la liberazione di suo padre, Michael Obi, rapito in Nigeria. “E’ un uomo anziano, non ha fatto male a nessuno e non so perchè sia stato rapito – le parole di Obi, che domenica ha deciso di giocare ugualmente contro lo Stoke City – La mia famiglia, e soprattutto mia madre, è molto triste”. Fin qui non è stato chiesto nessuno riscatto, “non abbiamo sentito nessuno e non ho davvero idea di chi abbia potuto prenderlo. Tutto quello che posso dire è che sono nigeriano e ho sempre provato ad aiutare il mio Paese, giocando per la nazionale, servendo la nazione. E penso che ora sia arrivato il momento che il Paese aiuti me: chiunque abbia mio padre, chiunque sappia dove sia, per favore contattatemi e speriamo che venga rilasciato”. La polizia è alla ricerca del padre di Obi da venerdì, da quando, lasciato il lavoro, non è tornato nella sua casa di Jos, la capitale della regione di Plateau. Senza risposte le chiamate al suo cellulare che da sabato risulta anche irrangiungibile.

LA DECISIONE DI GIOCARE – La compagnia che cura gli interessi del nazionale nigeriano ha rilasciato un comunicato in cui spiega come il giocatore è stato messo al corrente dell’accaduto. “Mikel è stato informato (del sequestro) dal suo allenatore prima dell’incontro Stoke City-Chelsea ed ha deciso di giocare, per non creare problemi alla squadra e alla sua famiglia”, ha detto Sport Entertainment and Media Group. “Finora non è giunta nessuna richiesta di riscatto”, ha aggiunto la compagnia. Il padre del centrocampista, Michael Obi, titolare di una società di trasporti, è stato rapito venerdì. Durante la partita, John Obi Mikel è stato protagonista di una buona prestazione, andando anche vicino al gol con un tiro dalla distanza, anche se non è servito a sbloccare la partita che i Blues hanno pareggiato 0 a 0.

I PRECEDENTI – I sequestri dei parenti dei calciatori non sono esattamente una novità. Ne sanno qualcosa i fratelli di Joseph Yobo, difensore dell’Everton, e di Kakhaber Kaladze, attualmente al Genoa, rapiti rispettivamente nel 2008 e nel 2001. Il 2004 fu invece l’anno delle madri brasiliane. Durante quel periodo infatti, nel paese carioca, furono rapite le mamme di Luis Fabiano, Robinho e Grafite, all’epoca rispettivamente giocatori di Porto, Santos e San Paolo.

 

Fonte: Repubblica.it

 

La Redazione

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