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Il Mattino – Calcioscommesse, ora si indaga sulle tre sconfitte del Bologna

 Ci sono tre partite del Bologna sotto i riflettori. Tre sconfitte rimediate alla fine dello scorso campionato, un andamento reso sospetto soprattutto da quanto avvenuto all’esterno del campo di calcio: scommesse, puntate eccentriche, circuiti internazionali nel mirino degli inquirenti napoletani.
Quanto basta a convocare a Napoli l’ex dg del Bologna Stefano Pedrelli (nella foto a sinistra), ascoltato ai piani alti della Procura di Napoli come persona informata dei fatti. Inchiesta ampia, si indaga su un sistema per le scommesse sicure, l’attenzione degli inquirenti partenopei devia su Bologna. Tre partite sotto i riflettori: quella con il Brescia fuori casa, con il Napoli al Dall’Ara (persa dal Bologna per due a zero, alla fine dello scorso girone di ritorno), e la sconfitta in trasferta rimediata sul campo del Chievo. Tre match consecutivi. Convocato in Procura, l’ex dg bolognese, top secret il contenuto del faccia a faccia.
Indagine condotta dal pool anticamorra dell’aggiunto Rosario Cantelmo, al lavoro i pm Pierpaolo Filippelli e Claudio Siragusa. Ampio lo spettro dell’indagine: acquisita la salvezza da un punto di vista aritmetico, il Bologna perde contro Brescia, Napoli e Chievo. Non solo moviolone in Procura, facile pensare che alla base degli accertamenti della Procura di Napoli ci siano elementi tecnici, a partire proprio dal volume di puntate su un determinato risultato, che si è poi rivelato vincente. La Procura vuole andare a fondo: ci sono soggetti riconducibili al Bologna che hanno scommesso contro i rossoblù? Qualcuno ha scommesso contro se stesso?
E ancora: ci sono strane combinazioni che hanno suggerito nuove mosse agli inquirenti napoletani? Chiariamo subito un punto: in questa vicenda non è in discussione la correttezza delle squadre incontrate dal Bologna (tra cui il Napoli vittorioso per due a zero al Dall’Ara), ma c’è solo l’esigenza di chiarire elementi finora raccolti, tra sommarie informazioni e improvvisi spostamenti di denaro. Ma non c’è solo lo strano caso del filotto negativo del Bologna, sul taccuino degli inquirenti napoletani. L’inchiesta resta ancorata al punto di partenza, a quanto avvenuto nella zona controllata dal boss stabiese Paolo Carolei. Col passare dei giorni si rafforza l’idea sulle spedizioni punitive ordite dalla camorra dei D’Alessandro nei confronti dei giocatori stabiesi, messi letteralmente in mutande al termine di sei sconfitte consecutive.
Stagione calcistica 2008-2009, è il punto di partenza degli accertamenti condotti dai carabinieri del capitano Alessandro Amadei, che stanno facendo emergere le attenzioni dei D’Alessandro per le sorti calcistiche della squadra locale. Vicenda amara, che sembra confermata in queste ore dal racconto di alcuni protagonisti dell’epoca, tra calciatori, dirigenti, vittime dell’assalto di un gruppo di teppisti travestiti da ultra. Tifo e camorra, miscela esplosiva dopo la sconfitta rimediata dalle «vespe» contro la Pistoiese.
Un crescendo di violenza e intimidazioni, secondo la ricostruzione finora compiuta dai carabinieri: il pullman della squadra seguito in autostrada dopo la sconfitta di Pistoia, nessun dirigente che allerta le forze dell’ordine dopo aver subito le prime avvisaglie; poi l’assalto all’interno del bus, qualcuno che riesce a scappare, giocatori denudati. Stesso copione con la partita di allenamento in uno stadio listato a lutto e ancora calciatori costretti a giocare in canottiera, in quanto ritenuti «indegni» di indossare la maglia della squadra locale. Poi, la domenica successiva, la vittoria contro il Sorrento. È il punto di partenza dello scandalo, a rileggere le mosse della Dda di Napoli.
Clamorose sviste da parte del portiere del Sorrento, una Juve Stabia che strappa i tre punti grazie a un risultato su cui credono in tanti. Anche qui scommesse esorbitanti sulla vittoria stabiese, il modo ideale – ragionano gli inquirenti – per ripulire denaro sporco e assicurarsi incassi da capogiro. Un sistema, nell’ottica della Procura, che sembra funzionare sempre, anche quando in campo scendono professionisti titolati del calcio nazionale.

La Redazione

A.S.

Fonte: Il Mattino

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