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Il Mattino – Ecco il presidente dj che vuole rilanciare il basket a Napoli

Prima i crac Maione e Papalia, poi il crollo della Npn di Cirillo. Quando il basket napoletano stava sprofondando definitivamente avendo esaurito ogni tipo di bonus possibile, a tirarlo fuori dalle sabbie mobili è stato il progetto di un deejay e conduttore radiofonico di Kiss Kiss e con alle spalle quindici anni di esperienza in RadioRai. Tifoso, ex giocatore e radiocronista di basket, ma anche uomo di spettacolo, Calise è stato Salvatore di nome e di fatto, uomo della provvidenza per lo sport dei canestri. Si è rimboccato le maniche, ha chiamato a raccolta i tifosi storici disamorati, ha convogliato sponsor. E dopo aver siglato l’accordo con il Pontano per rivelare il titolo di C, è stato premiato dalla Fip con la wild card per la terza lega nazionale, la Divisione Nazionale A. Nata letteralmente dal nulla, l’avventura di Calise chiamata Napoli Baskeball e sponsorizzata BpMed, si è trasformata in breve in una vera occasione di rilancio per la palla a spicchi napoletana. E ora che mancano meno di due settimane all’inizio del campionato (esordio il 25 settembre in casa con Pavia), il presidente Calise si ritrova tra le mani una squadra che viaggia forte, imbattuta in precampionato con cinque vittorie in fila e reduce dal trionfo nel suo primo torneo ad Agropoli. Sabato alle 19 al Palabarbuto la presentazione al pubblico, seguita dall’amichevole con Latina, il 22 la conferenza a Palazzo San Giacomo. «Ancora oggi quando mi sveglio al mattino, penso di aver sognato tutto. È pazzesco quanto capitato in soli sei mesi, visto che l’idea mi è venuta a marzo scorso», riflette Calise che rivela. «La cravatta è il sacrificio più grande, ma il gioco val bene la candela».

«L’idea è partita con una sorta di tentativo di azionariato popolare, di questi tempi è quasi una pazzia, così ci siamo inventati il club di fan fedelissimi che con soli 100 euro ricevono un abbonamento di tribuna centrale e una serie di benefit. Mi aspettavo una risposta più forte ma dopo anni di delusioni capisco la cautela. Un gruppo nutrito di appassionati comunque ci ha seguito, siamo a 400 tessere. Il sogno è portare 1000 spettatori di media al Palabarbuto e il gran salto in 2-3 anni», continua il presidente. «Non in Legadue, ma direttamente in serie A – chiarisce Calise -, la Legadue per noi ha poco appeal, costa molto e non ha grandi ritorni. Meglio acquistare un titolo».
Forse il problema potrebbe essere il passo più lungo della gamba a livello economico. «Certo, questa operazione Divisione Nazionale A ci costa intorno al milione di euro, non bruscolini. E tutto ciò grazie soprattutto alla BpMed. Ma se ci trovassimo a lottare per il salto di categoria non ci tireremmo certamente indietro. Diciamo che affretterebbe il progetto, cercheremmo di vendere subito il titolo di Legadue per provare a prenderne uno di A».
Oggi la squadra guidata da un tecnico di esperienza come Maurizio Bartocci e assemblata con il ds Antonio Ambrosino, sembra davvero competitiva per il vertice con i frombolieri Musso e Rizzitiello, il pivot Iannilli, l’ala Gatti, ex Sant’Antimo, il play mancino Lenardon e un gruppo di under molto interessante guidati dal talentino 19enne Nunzio Sabbatino, in prestito dalla Montepaschi Siena ma nato a Pollena Trocchia.

La Redazione

P.S.

Fonte: Il Mattino

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