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Il Mattino – Paolo Rossi: «Il gioco di Mazzarri m’incanta, nessuno è come il Matador

 Paolo Rossi detto Pablito, l’italiano per lunghi anni più famoso al mondo, incorona il Napoli.

«Sì, è il mio favorito numero uno per lo scudetto». Il bomber dell’Italia campione del mondo del 1982 ha ancora sotto gli occhi le meraviglie di Cavani e l’entusiasmo del pubblico del San Paolo. «In questo momento è la squadra più forte in Italia».

Lo dice con convinzione?


«Contro il Milan gli azzurri hanno disputato una partita quasi perfetta con una supremazia sia tattica che atletica. E gli avversari erano i campioni in carica. Hanno giocato con una determinazione che può portare la squadra di Mazzarri a lottare per il titolo fino in fondo».

Basteranno le motivazioni e la voglia di vincere?

«Il Napoli ha una caratura da big, ha un gioco piacevole e anche tanta personalità».

Mazzarri invece ai suoi rimprovera proprio l’assenza di personalità?

«Lo fa per tenere tutti sulla corda e per nasconderli dalle attenzioni generali. E fa bene. Poi c’è pure la questione della scaramanzia. Ma il Napoli non può nascondersi più».

Le piace anche il suo gioco all’italiana?

«A me fa impazzire. Anche perché chi lo ha detto che il contropiede non è un gioco spettacolare? E poi come lo fa il Napoli è perfetto: ripartenze a tutta velocità e ogni giocatore che sa bene quello che deve fare. E lo fa in maniera lucida. In alcune azioni sembra una macchina perfetta».

Il merito?

«Risposta semplice: è di Mazzarri. Prepara bene le partite e si vede che studia in fondo gli avversari. L’avevo notato anche a Manchester: è un perfezionista. Poi si capisce che ha il polso della situazione. Le squadre sono fatte di sfumature: una piccola parola dell’allenatore, un cenno, e il giocatore capisce al volo. Ecco, questo il Napoli ce l’ha».

È il tema di sempre: meglio vincere o meglio il bel gioco?

«Meglio essere forti e competitivi. Poi, se sei bello di solito vinci».

Il Napoli è bello?

«Bello, pratico ed essenziale. E se saprà anche piacere a tutti, meglio ancora».

Quale virtù possiede Walter Mazzarri?

 «Sa cavare il massimo da ogni giocatore. Se penso alla trasformazione di Cavani dai tempi del Palermo a oggi mi sembra di parlare di due atleti profondamente diversi».

Parliamo di Cavani, per l’appunto.

«Mai visto un attaccante con le sue caratteristiche in Italia. Ecco, se devo paragonarlo a qualcuno mi ricorda Grzegorz Lato, il grande attaccante degli anni ’70 della Polonia. Solo è un po’ più alto».

Cosa ha in più il Matador?

«È veloce, versatile, concreto e con tanta voglia di sacrificarsi. Ha fatto una tripletta da favola e dopo un po’ era a centrocampo a difendere: fantastico».

A sentirla parlare sembra che stia descrivendo il Barcellona.

«E allora parlo di qualche difetto del Napoli: la difesa. Qualche volta là dietro danno la sensazione di giocare con poca tranquillità, vanno un po’ in affanno. Nessuno dice che Cannavaro, Aronica e Campagnaro devono avere i piedi di Beckenbauer, però non mi sembrano dei fenomeni a giocare la palla».

La carica speciale del San Paolo permetterà di battersi alla pari con Inter e Milan?

«Ragioniamo freddamente, io non voglio illudere nessuno: qui non si tratta di sognare, è la realtà che dice che il Milan deve considerare il Napoli come la sua antagonista principale. Più dell’Inter che è piena di guai e della Juventus che ha cambiato troppo. Dunque se il Napoli non perderà la testa si gioca lo scudetto fino alla fine».

È un invito alla pazienza? Saprà che i tifosi del Napoli ne hanno sempre pochissima.

«L’entusiasmo non è sempre un handicap. Ma a Napoli quest’anno hanno davvero un’occasione unica per provarlo a vincerlo. Mi spiego?».

Si spiega eccome. Meglio fare riposare qualcuno in Champions allora?

«E come si fa a scegliere in anticipo? La Champions poi è una vetrina unica. Certo non è una rosa numericamente folta, di quelle che ti consentono di fare un turnover senza che nessuno se ne accorga. Ma dire a tavolino cosa scegliere non è una cosa facile».

E lei cosa farebbe?

«Il Napoli ha un’occasione unica per rivincere lo scudetto».

Pensa che ora Hamsik e Lavezzi siano felici di essere rimasti?

«Non ho mai immaginato un Napoli senza di loro. È ovvio che i giocatori bravi siano tentati da nuove avventure, magari in altri Paesi. Ma è giusto che siano rimasti».

Una curiosità: il trasferimento in questo Napoli lo avrebbe rifiutato?

«Mai. Questo è un Napoli forte, ambizioso e pieno di talenti. E poi è una squadra che può vincere il titolo. Molta diversa da quella di trentadue anni fa».

La Redazione

A.S.

Fonte: Il Mattino

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