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Il Mattino – Quella squadra magica diventata un manuale del calcio

Per il Barça non sarà un partitella. Perché il Barcellona ci tiene a vincere il trofeo Gamper. O meglio, il Barcellona ci tiene a vincere tutte le partite. È questa la mentalità che Guardiola ha voluto imporre in uno spogliatoio che troppo spesso era venuto meno negli appuntamenti importanti. Molte volte per narcisismo, per pensare di essere i più forti. L’acquisto di Cesc Fabregas sta proprio a testimoniare il fatto che l’allenatore catalano vuole che nessuno, mai, si senta sicuro del posto in squadra. Non esistono amichevoli e quando qualcosa va storto, come nel caso della partita della tournèe americana contro il Chivas de Guadalajara, la sconfitta assume le dimensioni di un grosso campanello d’allarme.
Basti pensare a quello che è successo contro il Real Madrid nella Supercoppa di Spagna. Gli uomini di Guardiola sono arrivati in ritardo di preparazione al primo appuntamento ufficiale dell’anno. Nella partita d’andata l’undici di Mourinho ha dimostrato di essere piú in palla, però non è riuscito ad andare oltre il 2-2. Pareggio che in casa Barça è sempre visto come una mezza sconfitta più che come una mezza vittoria. Ed è per questo motivo che quando Benzema, nel ritorno, ha messo dentro la palla del 2-2, a 7′ dalla fine dei tempi regolamentari, tutti quelli che guardavano la partita del Camp Nou hanno creduto che la Supercoppa non si sarebbe assegnata prima dei supplementari o dei rigori. Ma il Barcellona ha la capacità di vincere la partita in ogni momento, grazie al suo gioco, alla sua fitta rete di passaggi, che minacciano le leggi della geometria, e a quel piccolo furetto con il numero 10 sulle spalle.
Leo Messi. Quel Leo Messi che con i suoi gol ha fatto perdere il senno a uno come Mourinho. Quel Leo Messi che è il sogno proibito di tutti i tifosi del mondo. L’undici di Mazzarri dovrà essere in grado di rispondere colpo su colpo e dovrà essere più forte anche di un ambiente che non conosce la parola amichevole. Perchè il Barça è «més que un club», più di un club, e quando gioca è costretto a vincere. Sempre. Per rivendicare su un campo di pallone l’identità di una nazione (la Catalunya) che sugli spalti ha il proprio simbolo: quella bandiera a sottili strisce gialle e rosse che niente ha a che vedere con quella spagnola.

Poco importa se Guardiola schiererà la formazione tipo. Perchè tutti quelli che giocheranno lo faranno come i titolari. Il Barça è un ingranaggio perfetto dove tutte le componenti hanno la stessa importanza e lo stesso peso specifico. Tutte tranne uno, el Diez Messi.

Fonte: IL Mattino

La Redazione

M.V.

 

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