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Il Napoli è ritornato a brillare e il gol di Lavezzi apre lo show

Almeno per una notte l’Udinese non è stata quella dei miracoli. Arrivata al San Paolo senza il capitano Di Natale, il napoletano candidato al Pallone d’oro, ha incassato la prima sconfitta in campionato e ha ricevuto una lezione dal Napoli, che nei match-scudetto evidentemente si esalta. In quest’avvio di stagione ha asfaltato Milan, Inter e Udinese, non dando la stessa impressione di forza contro avversari di inferiore caratura.
L’assist di Cavani (in ripresa, probabilmente il suo stress era più nervoso che fisico) e il gol di Lavezzi sono stati la chiave per scardinare la tenace difesa friulana. Impeccabile il Napoli, che ha piazzato con Maggio il secondo colpo al termine del primo tempo e ha poi saputo adeguatamente proteggersi con i pilastri Campagnaro, Cannavaro e Aronica: dove sono tre difensori così bravi? Gli azzurri sono stati subito aggressivi, ma non sono partiti all’arma bianca per non esporsi al rischio del contropiede dell’Udinese, priva anche di Isla e Domizzi. Hanno giocato con pazienza, cercando il varco e l’occasione per colpire, dopo due dubbi episodi: la trattenuta di Basta su Campagnaro in area al 4′ e il gol annullato ad Hamsik per millimetrico fuorigioco al 15′. Cavani, riconfermato da Mazzarri dopo le nebbie di Cagliari, si è rivelato eccellente rifinitore per Lavezzi al 20′: con una semirovesciata gli ha offerto il pallone sul lato sinistro dell’area e il Pocho ha colpito sul secondo palo, cancellando il tabu San Paolo.
Da un anno – 28 ottobre 2010, rete al Milan – l’argentino non segnava in casa. Avrebbe potuto farne ancora un altro, o due, però non è riuscito a sfruttare il pasticcio Handanovic-Danilo al 25′ e un altro bel servizio di Cavani al 29′. Il Matador, apparso più sciolto, è arretrato spesso per supportare i compagni e aprire spazi. Lui lo ha fatto bene, Hamsik no: lo slovacco ha sbagliato tre passaggi che avrebbero potuto creare altrettante situazioni di pericolo per l’Udinese. Celebrato con applausi De Sanctis per le prodezze compiute sui tiri da fuori di Floro Flores (34′) e di Asamoah (39′), il San Paolo ha urlato di gioia per il raddoppio di Maggio, costruito sugli sviluppi di un calcio piazzato, uno dei segreti che Mazzarri custodisce nel bunker di Castelvolturno.
A un minuto dalla fine del primo tempo, Inler ha battuto la punizione per Dzemaili, che ha crossato sul secondo palo, dove puntuale è arrivato Maggio con il colpo di testa. Gol e inchino alla curva B, l’omaggio che il nazionale fa ai tifosi. Per l’Udinese, che fino a questa trasferta deteneva il primato di miglior difesa d’Europa (1 rete), l’uno-due in 24′. Guidolin ha tentato di dare più consistenza all’attacco togliendo Torje e inserendo Fabbrini. Ma il Napoli si è trovato nella situazione più congeniale, quella di poter difendere il vantaggio e sfruttare il contropiede. Maggio si è abbassato su Badu e la difesa è passata a quattro mentre Hamsik è diventato l’esterno destro di centrocampo per controllare Neuton. Due guardie svizzere Inler e Dzemaili, centrocampisti pronti a recuperare palloni e a riavviare l’azione. Cavani si sforzava di andare al tiro, però il protagonista nell’area bianconera era ancora Lavezzi: tiro respinto da Handanovic al 13′.
L’Udinese non andava al di là di qualche tiro da lontano e non scalfiva la solida difesa azzurra. Zuniga, appena entrato, la graziava a nove minuti dalla fine: approfittava dell’erroraccio di Benatia ma calciava a lato.

 

La Redazione

A.S.

Fonte: Il Mattino

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