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Il Napoli non c’è più

Mai così male il Napoli di Mazzarri. Dopo Juve e Lazio, ecco l’Atalanta: terza sconfitta consecutiva. La zona Champions ovviamente sempre più lontana, ma le preoccupazioni non riguardano soltanto la posizione in classifica. La squadra, che non vince dal 9 marzo, è in crisi profonda. Appare completamente svuotata: è venuta meno sotto l’aspetto fisico e mentale dopo l’eliminazione dalla Champions e la qualificazione alla finale di Coppa Italia, due momenti differenti della stagione che hanno inciso sulla testa degli azzurri, che ne prendono troppe e non riescono più a darle, come accadeva fino a poche settimane, quando risalivano con determinazione verso l’alta classifica.
Ieri sera la mortificazione contro l’Atalanta, una partita conclusa con i fischi dei tifosi che avevano raccolto l’appello di Mazzarri e De Laurentiis, presentandosi a Fuorigrotta. La delusione è comprensibilmente forte. Una pena vedere il Napoli messo sotto dalla generosa squadra di Colantuono. Precari equilibri in socidetà e nello spogliatoio rischiano di spezzarsi dopo questo ko. Come se non bastassero le quattro assenze per problemi fisici (Maggio) e per squalifica (Zuniga, Cannavaro e Britos) e il contraccolpo psicologico di due sconfitte, la serata di Mazzarri è stata complicata dal gol dell’Atalanta, passata al primo affondo, dopo soli 10′. Schelotto ha cambiato gioco e ha offerto sul lato sinistro il pallone a Morales, che lo ha servito a Bonaventura: colpo di sinistro, De Sanctis ko. Un gioco da ragazzi in una difesa incredibilmente scoperta.
Il Napoli, presentatosi nuovamente con l’abito del 3-4-2-1 (Dzemaili male adattato nel ruolo di vice-Maggio a destra e Hamsik partner di Gargano a centrocampo), ha superato lo choc per il gol a freddo grazie a una combinazione di tre suoi tenori e al pari arrivato dopo tre minuti. Lavezzi ha recuperato la palla al limite della sua area e ha avviato l’azione, servizio di Cavani per Pandev, che ha superato con forza due difensori e ha lanciato il Pocho: primo tiro respinto da Consigli, secondo in porta. L’argentino è tornato a segnare dopo oltre un mese e per un po’ ha rimesso in equilibrio la partita. L’Atalanta, che aveva sistemato otto uomini nella sua trequarti per limitare i movimenti degli azzurri, ha giocato con maggiore scioltezza, in particolare il bravo fantasista Morales ha spesso messo in difficoltà la difesa con i suoi inserimenti e i suoi spunti finché Mazzarri. L’inedita retroguardia (Grava e Fernandez dal 1′; Campagnaro nel primo tempo sul lato centro-sinistro, poi è stato riportato a destra) ha faticato e due volte De Sanctis è intervenuto per respingere la punizione di Bonaventura (22′) e il tiro di Schelotto (25′).
Al Napoli è rimasto il rammarico per l’episodio accaduto al 43′: trattenuta di Schelotto su Hamsik, per tutti evidente ma non per l’arbitro Giannoccaro. Mazzarri ha cambiato l’assetto della difesa ad inizio ripresa, ma non c’è stato alcun miglioramento. Anzi, l’Atalanta ha comodamente trovato il varco per il raddoppio al 12′: Schelotto ha lanciato in area Bellini, non marcato da Grava, e non è scattato il fuorigioco perché Campagnaro era rimasto fermo, facile così battere De Sanctis, che ai miracoli non è più abituato. Il precario assetto del Napoli ha favorito i nerazzurri, a segno ancora con Carmona: bordata dal limite dopo difettosa respinta di Gargano, nessun azzurro a contrastarlo. Impalpabili gli interventi dalla panchina, ovvero gli inserimenti di Inler e Vargas (per De Laurentiis un fenomeno pagato 11 milioni, per Mazzarri un giovane da utilizzare 20′ a partita). Black out totale degli azzurri, che hanno chiuso in dieci per l’espulsione di Pandev (fallo da dietro su Morales) e dando vita a zuffe con gli avversari: al terzo ko di fila, anche questo con tre gol incassati, sono saltati i nervi e mai così forte era stata la contestazione dei tifosi negli ultimi anni.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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