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Il Napoli piace e non si cambia

Mazzarri non farà turnover e per chi lo conosce è una grossa novità

Quante volte? Nascosto tra le pieghe di un archivio ormai gonfio così, centododici partite in tre anni e (ormai) quattro stagioni, il Napoli che replica si rivela una rarità (quasi) assoluta, un colpo di teatro da rimediare dal cilindro di tornei che sono autentici safari e stritolano e succhiano energie. Quante volte, Mazzarri? La conferma, a Marassi, del Napoli che ha stritolato la Lazio è, nel suo piccolo, un evento e nel passato che ritorna attraverso le statistiche e la rilettura dei tabellini, si scopre ch’è accaduto talmente poche volte, da rappresentare un’eccezione.

ANNO PRIMO – L’avvento, a Castelvolturno, avviene in un periodo di vacche magre: non c’è l’Europa, non c’è identità ma è complessa trovarla, perché capita di tutto, incidenti, squalifiche, e bisogna inventarsi il futuro: Mazzarri parte ma deve subito arrendersi alla incompatibilità tra Hamsik e Datolo (provati con il Bologna) e poi riesce a dare continuità alla formazione-base solo in due circostanze: la prima, mandando in campo gli stessi undici titolari con la Roma (2-2 salvato per i capelli) e a Bologna (2-1 rossoblù) e la seconda «persino» per tre gare (3-1 sulla Juventus, 1-0 sul Catania, 1-1 a Roma con Lazio), striscia robusta che contribuisce alla clamorosa impresa di agganciare il sesto posto e riemergere nel Vecchio Continente.
ANNO SECONDO – Poi parte l’inevitabile legge del turn over, perché la nuova dimensione che prevede una partita al sabato o alla domenica ed un’altra al giovedì consuma nella testa e nelle gambe: Mazzarri tenta di affidarsi allo stesso Napoli in due fasi della stagioni: nella prima, quella ascendente, proprio in partenza, raccoglie un 2-2 interno con il Bari, una vittoria a Marassi con la Sampdoria per 2-1 ed una sconfitta interna con il Chievo; nella seconda, utilizzata al ritorno, la contraddizione è nei risultati: 4-1 sontuoso con il Bologna ma sconfitta netta, per 3-1, a Udine.
ANNO TERZO – E’ la Champions a dominare la scena, a suggerire gli interventi, ad obbligare ad avvicendamenti, che però non negano la possibilità di arrivare comunque in Europa League: ma Mazzarri è costretto a modificare spesso e (mal)volentieri, mica per caso, riesce a tenere in campo – sin dall’inizio – solo una volta e per tre partite. Accade a Palermo (3-1 per il Napoli), con il Bologna (1-1 interno) e a Siena (1-1 esterno) ma succede, guarda un po’, proprio a gennaio, dopo la sosta, quando dunque la squadra è riposata ed è ancora distante dall’impegno infrasettimanale. Chi cambia la squadra vecchia per quella nuova…
Fonte: Corriere dello Sport
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