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Il Napoli si salva con i due portieri, ora si decide tutto al San Paolo. Le pagelle del Cds

SWANSEA – R: sta per Rafael, sua Maestà, che si veste da principe d’una serata straordinaria, mandando lo Swansea all’ammasso. R: come Reina, che entra e non fa rimpiangere l’erede e per due volte abbassa la serranda. R: come resistenza ad oltranza, novanta minuti di sofferenza, votandosi agli dei d’azzurro vestiti, per uno 0-0 ch’è argento vivo e spinge il Napoli a credere negli ottavi d’Europa League, però giocandosela con novanta minuti autentici. Perché senza Rafael, senza Reina…

DOUBLE FACE – Cinque minuti, tutto qua, cioè il nulla rispetto all’«immensità» d’una partita. E quel frammento è un’illusione, un bagliore impercettibile che il Napoli offre della sua bellezza, racchiusa nelle intenzioni di mostrarsi attraverso la percussione di Callejon (2′: fuori di pochissimo) e la gelida parabola di Higuain (5′: bravo Vorm, in angolo). Cinque minuti e poi l’eclissi, perché l’abbaglio nasconde un «falso» indiscutibile che lo Swansea va a smascherare di slancio, «prendendosi» la partita, facendola sua con un’intrerpretazione su ritmi anglosassoni e con espressioni tecniche di inventiva spagnola che sballottolano il Napoli di qua e di là, lo lasciano barcollare in maniera inquietante, lo inaridiscono e lo devitalizzano, costringendo Rafael a fare «il fenomeno» – ma sul serio – volando come un angelo custode.

LO SHOW – Il «Liberty» pare una tonnara e quel che resta del primo tempo è un assedio sfarzoso, elegante, che ha l’unico neo in quel «nemico» danzante capace di qualsiasi prodezza, passando da un’uscita da kamikaze (6′ su Dyer) a un colpo di reni da strapparsi i capelli (22′ su Bony) e infine riuscendo ad trascinare la propria resistenza in quel finale da sconsigliare ai cardiopatici e «maledetto» da Routledge, Williams e Rangel, le «vittime» di Rafael che però ci rimette la corazza.

ROBA DA PREMIER – Lo Swansea si ciba di corsa, va sulle seconde palle perché sa essere corto, «arma» gli esterni e trova superiorità in qualsiasi ciuffo d’erba, complice l’inconsistenza in fase di palleggio del Napoli, che fatica a scavalcare il pressing gallese e va a rifugiarsi, chissà perché, nel disimpegno sempre inopportuno di Britos. Ma la partita è di Britton (innanzitutto sua) e poi un po’ di Canas (finché regge); o, in alternativa d’un Routledge stratosferico, di Hernandez e di Dyer che fanno «male», lasciano il segno, affondano e infilano ansia al di là di quella linea oltre la quale il Napoli non sa spingersi, mica non vuole.

L’ALTRA FACCIA – D’una nottata insospettabilmente «terrificante» è però nascosta tra le pieghe d’uno spogliatoio dal quale esce un altro Napoli (senza Rafael e con Reina), liberatosi da chissà quali angosce, in condizioni di dare un senso alla propria quotidianità con un contropiede Callejon-Higuain (4′) frenato da Vorm e poi con un destro «presuntuoso» del pipita. Però è almeno un cenno, un messaggio mica tanto subliminale allo Swansea, che intanto non s’è mica del tutto sgonfiato.

PROVATECI – Non c’è centrocampo, non c’è interdizione, non c’è la capacità di tener su la palla, non c’è il Napoli che, pur soffrendo (assai) meno, lascia allo Swansea la libertà di gestire e per cercarne uno che almeno gli somigli un pochino, avendo colto cenni di miglioramento in Hamsik e pure in Callejon (19′ st: iniziativa del tandem, con lo spagnolo che non «vede» la porta, Benitez rimane nel match che sta deragliando di nuovo (21′: colpo di testa di Williams, di nuovo lui) e che Reina, stavolta, riesce ad incollare sui binari dell’equilibrio con un atteggiamento sempre sobrio, cambiando niente, affidandosi all’orgoglio ma anche al talento d’un portiere che (30′) va con la mano di richiamo per cancellare la parabola di Routledge e disorientare uno Swansea che evidentemente non ha santi protettori (per stavolta) in paradiso e che (40′) rimane stordito dinnanzi alla palla che Chico appoggia tra le mani dell’incredulo Reina. Arrivederci al San Paolo: ma s’accendano i ceri…

 

Le pagelle del Corriere dello Sport:

SWANSEA

VORM 6,5 – Nazionale olandese, è bravissimo su Hamsik in avvio. Poi si riposa.

RANGEL 6 – L’ossigeno non gli manca mai, la capacità di scegliere per il meglio sì.

CHICO 7 – Al Genoa non lo ricordavano così affidabile: dirige la difesa e mura Higuain. Per poco non gli scappa pure di segnare.

WILLIAMS 6 – Bandiera gallese dal piede ruvido, è molto pericoloso (ma non preciso) sui calci piazzati.

DAVIES 6 – Parte contratto per paura di Callejon, si scioglie con il passare dei minuti.

CANAS 6 – Meno tecnico dei compagni, comunque non dannoso.

SHELVEY (26′ st) 6 – Irrobustisce la linea mediana.

BRITTON 6,5 – Regista vecchio stile, ricorda Pizarro anche fisicamente.

DYER 6,5 – Sua madre correva i 100 metri in 11,6 secondi. Anche lui è uno scattista temibile.

HERNANDEZ 6,5 – Calciatore di qualità: ai sei assist vincenti del girone ne aggiunge tre in questa serata; i compagni li vanificano. Esce tra gli applausi.

DE GUZMAN (12′ st) 6 – Cerca di rivitalizzare i suoi. Gli riesce in parte.

ROUTLEGDE 7 – Ala imprevedibile. Si accende all’improvviso. Insidioso anche nei tiri.

BONY 5,5 – Il curriculum di 17 gol in stagione si infrange sullo scoglio Rafael, che gli nega un gol facile.

MONK (all.) 6,5 – Sulla scia di Rodgers e Laudrup, fa giocare bene a calcio lo Swansea. Per un tempo tiene in scacco il Napoli.

 

NAPOLI

RAFAEL 7,5 – Insuperabile. Non si lascia sorprendere dalla parabola cattivella di Dyer, ammansisce il bomber Bony. Tutto in ventidue minuti. E’ reattivo anche più in là, prima di arrendersi all’infortunio.

REINA (1′ st) 7 – Si oppone in qualche modo alla zuccata di Williams, è anche elegante nella parata su Routledge. Anche lui è decisivo.

MAGGIO 5 – A disagio nella fase difensiva, si propone poco nella costruzione del gioco.

HENRIQUE 6 – Alla prima da titolare nel Napoli non sfigura, nonostante un paio di movimenti sbagliati. Ha buon piede e personalità.

BRITOS 5,5 – Svagato, concede diverse possibilità agli attaccanti avversari.

REVEILLERE 5 – Preferito a Ghoulam, soffre gli strappi di Dyer che spesso lo costringe a interventi goffi.

DZEMAILI 5,5 – Preso in velocità sbanda un po’, almeno nel primo tempo.

INLER 6 – Sbaglia qualcosa ma è tra quelli che hanno idee.

CALLEJON 6 – Piacere, sono Josè: dopo due minuti si presenta al Liberty Stadium con un diagonale che esce di uno spiffero. Però dopo non incide.

HAMSIK 6 – Dopo tre mesi e mezzo senza gol, lo accarezza nei primissimi istanti di gioco. Sale di tono nel secondo tempo.

INSIGNE 5 – Vince il testa a testa con Mertens ma non ripete la buona partita di Reggio Emilia.

HIGUAIN 5 – Depotenziato dal mal di schiena, fatica a farsi largo tra le maglie bianche dello Swansea. Quando Hamsik lo libera, il suo destro al volo è sbilenco.

BENITEZ (all.) 6 – Si sbraccia e urla dalla panchina per scuotere il Napoli dal torpore. Alla fine torna a casa con un risultato positivo grazie ai due portieri.

L’arbitro

BEBEK 6 – Tutto semplice, in una partita corretta. Forse esagera con i cartellini nella ripresa

Fonte: Corriere dello Sport

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