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Il pari a Manchester e comincia l’avventura

Ottantaquattro giorni, quasi tre mesi. L’avventura del Napoli in Champions League è cominciata il 14 settembre, quando Mazzarri e gli azzurri celebrarono il rientro nel grande circuito internazionale dopo ventun anni d’attesa. Splendida la squadra sotto gli occhi dei tremila tifosi arrivati a Manchester, compreso il sindaco De Magistris. Debutto con una brillante prestazione e un pareggio diventato ancor più importante dopo il successo nel match di ritorno contro gli inglesi: a 90′ dalla fine del girone il Napoli è in vantaggio negli scontri diretti con il City di Mancini. All’Etihad Stadium, il gioiello costruito con i capitali dello sceicco Mansour, finì 1-1: prima Cavani, poi il pareggio dell’ex laziale Kolarov su punizione. E, alla fine, una certezza: questa squadra avrebbe potuto giocarsela fino in fondo per la qualificazione agli ottavi.
Positivo anche il debutto al San Paolo, davanti a 47mila spettatori. Battuto senza troppi problemi il Villarreal, che si era presentato con Pepito Rossi in precarie condizioni fisiche. Consumata in due minuti, dal 14′ al 16′ del primo tempo, con il gol di Hamsik e il rigore di Cavani (costretto a uscire nella ripresa per infortunio) la vendetta per l’eliminazione dai sedicesimi di Europa League, avvenuta sette mesi prima. Una grande festa per celebrare il ritorno della Champions a Fuorigrotta dopo anni di sofferenze. Il 18 ottobre il secondo match del girone al San Paolo, quello con i fenomeni del Bayern Monaco, che passarono in vantaggio dopo appena due minuti con Kroos, complice una disattenzione della difesa. Sostenuto dai sessantamila, il Napoli non crollò. Anzi, cominciò a prendere coraggio e dal piede di Maggio partì il tiro deviato da Badstuber alle spalle di Neuer, fino a quel momento autentico muro invalicabile in Bundesliga e Champions. L’opera venne completata da De Sanctis, che all’inizio del secondo tempo parò il rigore di Mario Gomez, generosamente concesso dall’arbitro Benquerença. Uscendo dal San Paolo dopo il pari con il Bayern, De Laurentiis e Mazzarri dissero: «Andremo a Monaco senza paura». All’inizio, gli azzurri sembrarono schiacciati sotto il peso dello squadrone di Heynckes, tre gol di Gomez in venticinque minuti. Ma gli ottomila napoletani arrivati all’Allianz Arena diedero la carica più forte, soprattutto al giovane Fernandez, il difensore argentino autore di una doppietta di testa, allo scadere del primo tempo e a undici minuti dalla fine della partita. Non riuscì la clamorosa rimonta, però la sconfitta per 3-2 fu accettabile. «Abbiamo fatto tremare i mostri sacri del calcio mondiale, non possiamo che esserne orgogliosi», commentò Mazzarri. Che, venti giorni dopo, avrebbe messo ko il super City di Mancini, valutato 400 milioni di euro, con i due gol di Cavani e una difesa di acciaio, a cui sfuggì – per un veniale errore di Aronica – soltanto Balotelli, autore del temporaneo pareggio. Alla fine Mazzarri baciò i suoi ragazzi, uno per uno: «Sono stati straordinari, hanno fatto una vera impresa». Aspettando questa notte, quella che vale la storia.

La Redazione

P.S.

Fonte: Il Mattino

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