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Il quarto tenore «Kung fu» Pandev è tornato: “Mi ha rigenerato Mazzarri”

Grazie alla cura Napoli il macedone può fare tutto punta, rifinitore e trequartista

E meno male che è solo una riserva. Ancora una volta, Pandev è stato decisivo. Al solito, ha fatto apparire semplice una cosa difficile: incantevole la naturalezza del tocco con cui ha beffato il portiere del Palermo, sbloccando la partita della Favorita, domenica sera. I suoi piedi magici hanno già prodotto quattro gol in questa stagione: tutti in campionato, una rete ogni 191 minuti di gioco. Solo Cavani ha fatto meglio di lui quest’anno nel Napoli per media realizzativa.
Se il più bravo, in attacco, è pur sempre el Matador per la genialità e la qualità dei suoi colpi, questi sono anche i giorni di Goran il Mago, rigenerato dalla voglia di calcio e dalla cura di Mazzarri. Il macedone, classe 1983, ha lasciato la sua base (dall’Inter è arrivato in prestito) dopo una stagione e mezza di trionfi, quando ha capito di essere stato messo da parte da Gasperini. E in riva al Golfo, senza fretta, grazie alle pazienti attenzioni tattiche del tecnico di San Vincenzo, sembra essere tornato il prezioso attaccante dello storico «triplete» con Mourinho. E Goron lo ha riconosciuto: «Non ho mai lavorato tanto bene come con Mazzarri».
Pandev è un vero fenomeno in fatto di duttilità: il macedone, può davvero fare di tutto, dall’attaccante al rifinitore, fino al trequartista, come ha fatto ai tempi della Lazio. Anzi, quando parte alle spalle delle punte e propone lo scambio con i compagni di reparto diventa quasi sempre decisivo. Dal punto vista atletico Goran ha il suo pezzo forte nell’accelerazione da fermo: meno centimetri, meno muscoli, più rapidità e circolazione della palla.
La vittoria di Palermo, dopo quella con il Genoa, ha sottolineato, una volta di più, lo straordinario potenziale offensivo della squadra di Mazzarri che, a questo punto, può scegliere, una volta che Lavezzi rientrerà dall’infortunio muscolare, di volta in volta fra un poker di giocatori di estrema duttilità tecnica e tattica.
In serie A ha realizzato 58 gol in 238 presenze (Buffon e Amelia, cinque gol ciascuno, sono le sue vittime preferite): dalla sua ha anche un altro primato, quello di aver segnato praticamente in ogni manifestazione della Uefa e della Fifa (compresa la Coppa Intercontinentale, in semifinale con il Mazembe).
Dopo l’addio di Mourinho si è un po’ eclissato. Ma la fame di calcio che ha maturato nei mesi senza pallone vissuti da separato in casa Inter, ora ne ha liberato l’ispirazione. Ha chiuso stremato contro la Juventus, dopo 70 minuti, la notte della doppietta ai bianconeri. Poi, tranne che contro il Novara, l’allenatore azzurro lo ha tenuto in campo sempre per almeno un’oretta.
Mazzarri lo ha voluto per la capacità di essere un giocatore eclettico. La sua caratteristica principale. E non sta deludendo le attese.

 

Fonte: Il Mattino

 

La Redazione

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