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Il solito Cavani, Napoli non molla

Le candeline erano lì, sulla torta. Bastava solo soffiargli sopra per spegnerle. Il gradito onore è toccato al solito Cavani che dal dischetto ha piantato la sua sesta bandierina stagionale e la numero 73 con la maglia azzurra. Per il suo cinquantunesimo compleanno, Mazzarri non poteva dunque chiedere di più, primato compreso, specie dopo la doccia anticipata (qualche parolina di troppo), sancita nel cuore del primo tempo, da un chiacchierato Tagliavento. Potrebbero essere davvero del laboratorio Napoli i più efficaci anticorpi all’influenza juventina che rischia di falcidiare il campionato. Al movimentato banchetto d’alta quota ha partecipato però sin dall’inizio anche la matricola Samp, impossessatasi subito del volante, con la fame e la personalità che necessitano ad una neopromossa, grazie ad una partenza sprint. Nel primo tempo padroni di casa tatticamente perfetti creano più di una grana al Napoli e nel computo delle occasioni da gol il pallino sta proprio in buca genovese anche se Eder, unica punta che punta non è, non riesce mai a concretizzare.
Fallisce l’esame di maturità la determinata banda di Ciro Ferrara, ma quante attenuanti per il tecnico napoletano, costretto a fare di necessità virtù, per via delle molteplici e significative defezioni, Maxi e Poli su tutti. E là davanti ne sa qualcosa il brasiliano Eder, capace di fare reparto da solo, nel caotico traffico difensivo partenopeo, sembrato a tratti più un ultraleggero che un carro armato. Solo nella ripresa i partenopei hanno provato ad alzare l’asticella degli obiettivi, ma a turno la multinazionale offensiva campana è sembrata determinata più nelle intenzioni che nei fatti. Fino alla pazzia di Gastaldello (che ha cercato di scusarsi per il rigore causato dicendo che era fuori area), il difensore doriano è caduto come uno scolaretto nella trappola tesagli da Hamsik, placcato proprio al limite dell’area di rigore. E dagli undici metri uno come Cavani, sa certamente come buttarla dentro.
Colpiti a freddo, i lanternari hanno cercato di levare un po’ di polvere da sotto il tappeto, ma la ruota della fortuna blucerchiata s’infrange sulla barriera azzurra. Il festeggiatissimo Mazzarri sembra non soffrire di vertigini: «Alla Juve dovremo rubare la stessa malizia e voglia di vincere. Un anno fa queste gare si sarebbero lasciate per strada, per come abbiamo sofferto l’aggressività dell’avversario. L’espulsione? Mi dicono si sia trattato di un equivoco. Non l’ho capita, ma in fondo che importa?». Chi prima fa spallucce per poi gonfiare il petto è invece lo scugnizzo Ferrara, che si guarda bene dal farsi tirare per la cravatta sul sentiero delle polemiche: «Non mi piace lamentarmi per le assenze, anche se molti miei ragazzi appena l’anno scorso giocavano nella serie cadetta, e nemmeno entro nel merito dei singoli episodi, anzi complimenti all’arbitro per come ha gestito la gara. Dal suo osservatorio naturalmente… ma avremo modo di rifarci, perché siamo usciti a testa alta. Non ho dubbi». Quanto sono lontani i fantasmi della B e sempre più vicino il derby.

Fonte: Il Messaggero

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