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Ilievski (Il boss degli zingari): “Fanno tutto i calciatori, per Lazio-Genoa 4-2 fece tutto Sculli…”

Un’intervista-bomba, che sicuramente può favorire e innescare un’escalation nel lavoro delle Procure di Cremona e di Bari. Hristiyan Ilievski, uno dei capi della cosiddetta organizzazione degli “zingari”, latitante, è stato scovato in Macedonia dagli inviati di “Repubblica”: e a loro, ha raccontato la sua verità sul calcioscommesse made in Italy: “Non organizziamo le scommesse, lo fanno i giocatori: noi compriamo le informazioni”

Un fiume in piena, Ilievski, un’intervista che potrebbe essere il preludio a una trattativa con gli inquirenti per consegnarsi e collaborare. E’ lui stesso che, nel finale del colloquio con gli inviati, lo fa capire: “Prima o poi verrò in Italia, mi farò un po’ di carcere, lo so. Ma non posso continuare a vivere qui, così (Ilievski si trova in Macedonia, ndr). Chiarirò tutto e tornerò a casa mia, a Cernobbio”.

Nel frattempo, un bel pezzo di calcio italiano viene scosso dalle sue parole, che, complessivamente, si allineano al quadro tracciato dalla Procura di Bari, quello in cui si sostiene che la macchina delle scommesse lato-calciatori sia gestita da un gruppo importante, legato a squadre di Serie A, e non – come sostenuto invece da Cremona – da personaggi isolati e appartenenti alle serie inferiori come Gervasoni e Carobbio. Ilievski, infatti, sostiene che il suo “lavoro” e quello degli zingari è di raccogliere e comprare dai giocatori informazioni sicure su partite già combinate dagli stessi protagonisti per poi scommettere fortissimo, puntando anche in certi casi i soldi dei calciatori stessi. E inoltre, su questo tema, Ilievski conferma che, oltre alla sua organizzazione, le combines vengono monitorate e usate anche da ben altre “società”: “Si mettono d’accordo, poi scommettono e vendono le informazioni. Quando le vendono a noi, o quando noi le scopriamo ci puntiamo sopra forte. Altrimenti le vendono a qualcun altro. Alla mafia siciliana, a quella albanese, agli ungheresi oppure a Beppe Signori che è uno dei capi del calcioscommesse in Italia. A tutti. Spesso sono gli stessi dirigenti dei club a mettersi d’accordo. Alla fine dello scorso anno, sono venuto io personalmente in Italia. Era quasi tutto già deciso, chi vinceva lo scudetto, chi andava in Europa, chi finiva in serie B. Quindi è stato un “festival”. C’erano sei squadre che ritenevamo affidabili: Sampdoria, Cagliari, Bari, Lecce, Siena e Chievo. E noi abbiamo fatto un mucchio di soldi”.

Fatto l’elenco delle squadre, ecco quello delle partite. A cominciare dal match che rischia di essere l’epicentro delle inchieste penali e sportive delle prossime settimane: Lazio-Genoa 4-2, 14 maggio 2011:”Un sacco di soldi li abbiamo fatti anche con Lazio-Genoa. È andata così: io cercavo da un po’ di parlare con qualcuno della Lazio, per avere informazioni sicure. Ma non ci riuscivo. Sono andato a Formello, vero, ma lì non ho incontrato nessuno. Però mi hanno detto: “Guarda che la partita è fatta. L’ha fatta Sculli. L’accordo è 1-1 per il primo tempo, poi nel secondo tempo partita vera, anche se alla fine il Genoa ha poi dato i tre punti alla Lazio che doveva andare in Champions”. Detto e fatto. Ma chi è stato, in questo caso, l’informatore? Zamperini? “Il nome di Zamperini non lo farò mai. Gli ho rovinato la vita chiedendogli di trovarmi delle informazioni sul campionato di Serie A e adesso lo difenderò fino alla fine. Non sono come Gervasoni, uno che fa le estorsioni. Dopo la prima parte dell’inchiesta, quest’estate voleva andare da Mauri, “se non mi dà un milione di euro vado a Cremona e racconto tutto”, aveva detto. Quello che so io è che quella dritta era giusta, Sculli ha “fatto” la partita e io ci ho guadagnato un sacco di soldi. E come me mezzo Lazio, inteso come regione, lo sapevano tutti”.

E infine, una stima a questo punto assai indicativa sulla quantità di calciatori-scommettitori: “Sono una trentina, 90 per cento di squadre di serie B, il resto di A. I nomi non te li dico, io non sono uno scarafaggio, io gli scarafaggi li schiaccio, come dice Tony Montana (il personaggio interpretato da Al Pacino in “Scarface”: Ilievski se lo è tatuato sul polpaccio, ndr). Lo conosci, no? Ho letto Puzo, conosco a memoria Scarface: so come ci si comporta, io”.

Fonte: sportmediaset.it

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