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Inter, Conte: “A volte mi concentro troppo sui risultati. Eriksen? Spero nella scintilla”

Così a DAZN

Antonio Conte, allenatore dell’Inter, commenta così a DAZN il 4-3 ottenuto in rimonta sulla Fiorentina: “I tre punti sono importanti, però è giusto fare le esatte valutazioni: c’è l’aspetto positivo di aver fatto quattro gol e aver creato tante situazioni per realizzarne altri. Dragowski è stato molto bravo, la nostra fase offensiva ha creato molte difficoltà alla Fiorentina: portavamo tanti uomini in attacco, ma non siamo stati così bravi a prepararci per le loro ripartenze. I ragazzi sanno che dobbiamo migliorare: si attacca con un certo numero di uomini e si difende con altrettanti, l’equilibrio è alla base di tutto se si vogliono fare campionati importanti. Vogliamo lavorare sul difendere in avanti, non andare in braccio al portiere. Appena possibile proviamo a dare pressione sul portatore di palla: c’è da migliorare, non dimentichiamoci che Bastoni oggi per la prima volta faceva il centrale, e che Kolarov era alla prima apparizione. Ci sono anche queste attenuanti, però è la squadra che deve lavorare nella giusta maniera. Abbiamo creato tanto e portato uomini in attacco, forse fin troppi: i centrocampisti devono dare un determinato equilibrio, mentre oggi abbiamo preso ripartenze cui fare più attenzione”.

 

Eriksen saprà arrivare ai livelli che conosciamo?

“Lavoriamo con Christian nella stessa maniera con cui lavoriamo con gli altri. Rispetto a quando è arrivato ha aumentato un po’ i giri del motore. Sta giocando nella posizione ideale, da trequartista dietro le due punte: penso comunque che abbia fatto una buona partita. Ci lavoriamo e sappiamo che ci sono qualità da tirare fuori. A volte prima, a volte magari più in ritardo ma bisogna avere fiducia nel calciatore e io ne ho. Si allena bene ed è a disposizione della squadra, magari ecco spero nella scintilla che possa accenderlo in maniera definitiva”.

 

Giusto godere dei tre punti?

“Ci si concentra talmente tanto sulla vittoria e sul fatto che si debba raggiungerla a tutti i costi da dimenticarsi che c’è un percorso da fare per diventare protagonisti. Una crescita non solo tattica, ma anche mentale e delle persone. Penso sia questa la cosa più bella che un allenatore debba godersi, e io forse devo imparare a farlo di più. Talvolta, senza risultati, me ne dimentico”.

 

Cosa c’è adesso?

“L’anno scorso abbiamo acquistato credibilità in Italia arrivando secondi in campionato, e per tante altre cose positive. Ma anche a livello internazionale, perché tornare a fare una finale in Europa significa riportare l’Inter dove le compete. Dobbiamo dare gioia ai nostri tifosi, anche con partite come queste in cui la squadra non ha mollato niente, mostrando grande voglia, e di questo sono orgoglioso”.

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