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Inter-Juve, l’ex arbitro Marelli: “Partita incubo per Orsato, pesa il mancato rosso alla Juve. Vecino? Non poteva essere usato il VAR”

L'ex arbitro analizza il match di ieri sera

Inutile nasconderlo: serata complessa per l’arbitro veneto, ancora una volta poco convincente in una stagione non al livello delle precedenti.
Detto ciò trovo veramente stucchevoli le polemiche postume sulla designazione: potrà non essere la conclusione di una stagione brillantissima ma rimane un arbitro di assoluto valore. Magari un po’ in calo (sia tecnico che, soprattutto, atletico) ma indiscutibile per altri mille aspetti.
Serata su cui si discuterà a lungo. Ovviamente, da parte mia, mi defilerò dalle solite polemiche complottare che, come noto, mi appassionano quanto l’ultima puntata di Beautiful (sempre che ancora esista, non sono aggiornato).

Al minuto 13 la Juventus trova il vantaggio con una rete di Douglas Costa.
Su lancio di Cuadrado, Matuidi tenta di intercettare il pallone che arriva successivamente a Douglas Costa che, da posizione defilata, batte Handanovic:

Nel momento in cui il pallone passa nei pressi di Matuidi, Douglas Costa è nettamente oltre la linea del penultimo difendente.
Utilizzo la dizione “oltre il penultimo difendente” e non “in fuorigioco” perché la lunga review verte proprio su questo elemento: nel caso in cui Matuidi avesse toccato il pallone, la posizione di Douglas Costa sarebbe stata certamente irregolare.
Dopo aver visto da ogni prospettiva possibile l’episodio, vi è certezza che Matuidi sfiori solamente il pallone senza mai toccarlo: per tal motivo la posizione del centrocampista della Juventus deve essere valutato nel momento in cui Cuadrado effettua il cross verso l’area dell’Inter. Nessun dubbio: la posizione di partenza è perfettamente regolare.

Al minuto 15 l’episodio probabilmente decisivo della gara e sul quale è necessario un approfondimento con specifico riferimento al protocollo VAR.
Mandzukic gioca verso un compagno il pallone, Vecino (in netto ritardo) colpisce l’avversario con il piede destro:

I fermo immagine rendono poco l’idea di quel che è accaduto ma l’episodio lo abbiamo visto tutti dozzine di volte. Resta il fatto che, vedendolo da varie inquadrature, qualche dubbio legittimo possa sorgere:

I dubbi sorgono soprattutto su un particolare: il ginocchio è piegato, Vecino non pare affondare il colpo. D’altro canto, al momento del contatto, il pallone è già lontano almeno 4 metri dai due calciatori, ciò che impone una riflessione tecnica e disciplinare, prima di addentrarci nel vero problema di questo episodio.
E’ un episodio che, rivisto, è senza alcun dubbio più da rosso che da giallo. Orsato lo vede perfettamente (ultima immagine), fischia il fallo e sanziona il centrocampista dell’Inter con l’ammonizione.
Dopo alcuni istanti risulta evidente che Orsato stia parlando con il VAR Valeri che sta visionando il contatto.
Valeri, infine, richiama Orsato alla “on field review” reputando il contatto come giudicato erroneamente e meritevole del cartellino rosso.
Nel momento stesso in cui Orsato inizia la “on field review“, appare certo che la scelta verrà modificata, per un semplice motivo: rivisto ci sono tutti gli estremi per un cartellino rosso per condotta violenta (colpire un avversario proditoriamente, senza alcun interesse di contrastare il possesso del pallone).

Fin qui tutto chiaro ma il protocollo apre un problema, per la verità gigantesco.
Il tema di discussione lo troviamo a pagina 9, all’interno del paragrafo 3 intitolato alle “reviewable decisions“, cioè le fattispecie passibili di review:

Come più volte affermato, il protocollo (oltre a non offrire una definizione precisa di “chiaro errore”) è scritto male in linea generale.
Per quanto riguarda l’episodio specifico, la lettera del protocollo NON consente la review dell’episodio.
Il motivo è da ricercare nella specifica indicazione del primo punto che deve essere in tal modo tradotto:

Le reviews sono limitate ad episodi relativi ad espulsioni dirette [perciò sono escluse le seconde ammonizioni, per motivi già spiegati in precedenza: qui il testo completo].
– l’arbitro ha il dubbio che un fallo potenzialmente da cartellino rosso sia stato perduto oppure non visto chiaramente dagli ufficiali di gara;
– il VAR rileva un fallo da cartellino rosso non rilevato (…)
“.
Può sembrare la conferma della bontà della decisione di Valeri di intervenire ma, in realtà, è esattamente il contrario: un fallo giudicato da cartellino giallo (e perciò valutato dall’arbitro) può essere oggetto di review solo nel caso in cui sia l’arbitro stesso a chiederlo. I VAR possono intervenire SOLO nel caso in cui il fallo non sia stato rilevato (cioè non fischiato).

La ragione di questa scelta è molto semplice, nel solco del protocollo: nel caso in cui l’arbitro abbia visto l’episodio (ed Orsato lo ha visto, come si osserva dall’ultima immagine), la sua valutazione non può essere oggetto di review., perché ciò significherebbe invadere la sfera discrezionale del direttore di gara.
In linea esemplificativa: Valeri avrebbe potuto chiamare Orsato alla “on field review” solo nel caso in cui l’arbitro non avesse fischiato il fallo oppure nel caso in cui fosse stato Orsato stesso a chiedere un supporto sulla base di un proprio dubbio.

Mi aspetto l’eccezione a cui i più attenti staranno pensando: per quale motivo, in occasione di Inter-Benevento (lo trovate qui), ho affermato che Pairetto avrebbe dovuto essere corretto dal VAR sul fallo di Gagliardini su Sandro?

Il motivo deve essere ricercato nel differente posizionamento di Pairetto che fischiò semplicemente il fallo senza avere la percezione diretta dell’intensità del contrasto. In sostanza la differenza è che Pairetto non vide nulla (e pertanto si rientra nella fattispecie del VAR che individua un intervento da espulsione sfuggito all’attenzione dell’arbitro), Orsato ha visto il fallo di Vecino giudicandolo meritevole di cartellino giallo.

Una falla del protocollo?
Sì, una delle tante falle del protocollo.

Tralasciando per un attimo la lettera della regolamentazione VAR, l’espulsione di Vecino è tutt’altro che sbagliata: intervento in netto ritardo, totalmente gratuita, molto pericoloso per l’avversario. Non mi importano i danni subiti da Mandzukic, il regolamento non prevede punizioni sulla base delle conseguenze ma solo sulla base della potenziale pericolosità del contrasto irregolare.
La sintesi è la seguente: Vecino è stato giustamente espulso ma con utilizzo improprio del VAR, sulla base di un protocollo che deve essere modificato onde evitare paradossi di questo genere. E’ abbastanza surreale che, con la disponibilità di un supporto tecnologico, l’utilizzo dello stesso possa basarsi su una svista dell’arbitro e non su una errata interpretazione di un episodio chiaro.

Al minuto 28 l’Inter protesta vigorosamente per un fallo commesso da Pjanic su Rafinha a centrocampo. Si sarebbe trattato della seconda sanzione per il centrocampista della Juventus, giustamente ammonito qualche minuto prima per un fallo commesso oltre che per eccessive e plateali proteste:

Proteste, a mio parere, infondate.
Il contrasto di Pjanic è irregolare e sbaglia Orsato a non fischiare.
Ma non c’è alcuna imprudenza, il contatto è irregolare ma molto leggero, Rafinha esaspera enormemente la portata del fallo. Intervento negligente, nulla di più.

Al minuto 45 ammonizione per Barzagli che ferma così Icardi:

Ho inserito questo episodio perché mi è stato chiesto da più parti se fosse meritevole di cartellino rosso.
Risposta senza alcuna titubanza: no.
Si tratta del più classico dei falli imprudenti, come tale meritevole di ammonizione: gamba bassa, contatto sul tallone dell’avversario, tentativo mal riuscito di giocare il pallone. Bravo Icardi ad anticipare Barzagli, giusta la scelta di Orsato.

Al minuto 50 del primo tempo, la Juventus realizza il raddoppio con Matuidi, a seguito di un’azione confusa nell’area di rigore della Juventus. Al momento del passaggio di petto di Khedira il compagno di squadra Matuidi è in netto fuorigioco:

Per quale motivo, dunque, Manganelli non alza la bandierina?
Per un occhio non allenato potrebbe apparire incredibile che un assistente di tale esperienza non abbia segnalato la posizione di fuorigioco ma, in realtà, la risposta è molto più immediata di quanto non possa sembrare:

Dalla sua posizione Manganelli ha il fondato dubbio che Skriniar possa aver toccato il pallone con il piede. Lo vediamo dalla prima immagine: Skriniar non tocca il pallone ma si tratta veramente di centimetri.
Con la seconda immagine, inoltre, possiamo vedere come Manganelli sia impossibilitato ad essere certo che Skriniar abbia toccato o meno: può avere una sensazione ma nulla di più.
Specifichiamo perché non solleva la bandierina: nel caso in cui Skriniar avesse toccato il pallone, non si sarebbe trattato di una semplice deviazione ma di una vera e propria giocata che, come tale, avrebbe rimesso in gioco Matuidi: il pallone, infatti, non gli rimbalza addosso ma è il difensore dell’Inter a cercarlo. Alla fine, paradossalmente, l’aver mancato il pallone è il motivo per cui la rete risulta irregolare.
Sbagliato condannare la scelta di Manganelli: in realtà è stato molto bravo a lasciar concludere l’azione, consentendo ai VAR di valutare un’eventuale giocata di Skriniar.
Sorvolo del tutto sulla presunta irregolarità dello stesso Skriniar su Higuain: non c’è veramente nulla di irregolare, semplice copertura del pallone col corpo da parte del difensore.

Al minuto 56 altro fallo fischiato da Orsato contro Pjanic, ancora una volta su Rafinha:

In questo caso l’errore di Orsato è senza dubbio grave: mancanza di controllo del corpo di Pjanic, impossibilità di giocare il pallone, ginocchio alto, imprudenza evidente. Cartellino giallo pressoché automatico, non c’è una giustificazione valida per sostenere la scelta di non intervenire disciplinarmente.

Al minuto 92 Higuain si invola verso l’area di rigore dell’Inter, fermato da Skriniar:

Non si tratta di contrasto regolare di spalla.
Approfitto di questo episodio per soffermarmi brevemente su una delle tante leggende metropolitane. Il contatto di spalla è ritenuto regolare in presenza di due presupposti:
– pallone a distanza di gioco;
– contrasto spalla contro spalla.

In questo caso c’è solo un elemento, cioè il pallone a distanza di gioco mentre manca del tutto il secondo presupposto: Skriniar carica di spalla l’avversario ma sulla schiena.
Una spinta di spalla contro la schiena di un avversario è (quasi) sempre irregolare.

Per quanto concerne l’episodio, è un evidente errore non fischiare.
Skriniar si disinteressa del pallone, come possiamo vedere dal fermo immagine seguente:

Il difensore non guarda il pallone ma solo l’avversario e, subito dopo, lo carica irregolarmente con una spallata sulla schiena.
In questo caso mancano sia il calcio di punizione diretto che l’espulsione del difendente per DOGSO: Higuain ha una chiara occasione da rete, la possibilità concreta di impossessarsi del pallone, direzionalità centrale e portiere impossibilitato ad intervenire in anticipo.
Perché il VAR non è intervenuto?
Perché Orsato, con visuale aperta, ha valutato come regolare la spinta di Skriniar. Episodio da moviola e non da VAR.

Non una gran serata per Orsato, in sintesi.
Pesa moltissimo, in particolare, la mancata espulsione di Pjanic al 56esimo minuto che, inutile evidenziarlo, avrebbe potuto cambiare profondamente l’andamento della gara nell’ultima mezz’ora.

Fonte: Blog Luca Marelli

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