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Italo Cucci: “Non parlatemi di stanchezza”

Che batosta. Non è servito neppure l’apparente piglio audace del Napoli a cambiar la triste storia: anzi, il ritorno peggio dell’andata, perché stavolta Mazzarri e i suoi avevano deciso di fare sul serio, nonostante la scelta di rinunciare a Cavani dopo esser stati costretti a lasciare a casa Hamsik. Niente nuove, il solito gioco inconcludente, la solita difesa smarrita, gli azzurri costretti a subire le folate di gioco degli avversari, liberi e felici davanti al pubblico delle grandi occasioni e su un campo tutt’erba e pettinato con cura nonostante la neve timida ospite della fredda serata. Doloroso anche il confronto con il San Paolo sabbioso e tutto buche. Poi, l’umiliazione: la scelta di Mazzarri di esibirsi fin dall’inizio della ripresa in una murignata, quattro punte in campo, Cavani e Calaiò centrali, Insigne e Pandev a supporto, si ipotizza un’esplosione d’orgoglio ed ecco subito il primo gol alle spalle di De Sanctis (Kovarik al 51’); tentativi ulteriori del tutto velleitari e al 72’ la rete di Tecl dopo un paio d’occasioni mancate da Bakos. Cinque a zero finale, fra andata e ritorno, addio Europa, una disfatta che mi ha riportato alla mente un antico disastro, il 5-0 subito dal Napoli di Pesaola sul campo dell’Hibernian il 29 novembre del 1967 dopo una bella vittoria all’andata per 4-1: allora fu l’inesperienza, a provocare il disastro, unita all’atteggiamento folle degli azzurri. Stavolta s’è pagata la supponenza dell’andata ma anche – temo – la totale ignoranza degli avversari; mi chiedo se qualcuno sia andato a vederli, i solidi e potenti cechi, alla vigilia del primo confronto per allertare Mazzarri, chè almeno su questo piano dobbiamo correggerci: considerati bidoni da viaggio, i ragazzi del Victoria hanno invece esibito calcio di buona qualità senza atteggiamenti prudenti, anzi attaccando il Napoli nonostante i tre gol di vantaggio, come se avessero colto l’impotenza dell’avversario. Immagino che a questo punto qualcuno si consolerà pensando di potersi dedicare solo al campionato mentre tutti gli avversari al vertice della  classifica continueranno ad avere impegni europei. Ma un minimo di decenza dovrebbe far soffrire i protagonisti dell’umiliante disfida proprio come i tifosi che in pochi giorni hanno visto la Juve conquistare il campo del Celtic, il Milan battere con sicurezza i fenomeni del Barcellona e Inter e Lazio qualificarsi giocando con Cluj e Borussia meglio che all’andata. E guai a chi mi parlerà a ancora di stanchezza. Può darsi ch’io sia un inguaribile romantico, ma il calcio è – talvolta – anche sport. In questo caso, solo un’esibizione di  superbia malamente punita dagli onesti birrai di Pilsen.

Fonte: Il Roma

La Redazione

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