La cartolina di Napoli che aveva sognato da lontano ce l’ha di fronte. Panorama mozzafiato, Edu Vargas posa sul terrazzo al nono piano dell’hotel Vesuvio per le prime foto ufficiali con la maglia azzurra numero sedici. Alla presentazione non c’è il presidente Aurelio De Laurentiis, appena rientrato in Italia, al fianco dell’attaccante cileno siede il figlio Edo, vicepresidente della società. Parte soft, poi la sua voglia matta viene fuori nell’ultima risposta.
«Campionato o Champions? La cosa migliore sarebbe vincere tutto, la squadra è ben attrezzata».
Lui di vittorie se ne intende: in Cile con l’Universidad ha vinto l’Apertura, la Copa Sudamericana e la Clausura. E soprattutto ha segnato gol bellissimi e decisivi.
«Sono venuto qui per continuare a fare quello che i tifosi mi hanno visto fare in tv. I napoletani sono molto caldi, mi hanno già dedicato un coro. L’accoglienza è stata bellissima, Napoli è una città molto bella e il Napoli è un’ottima squadra. Il San Paolo per ora l’ho solo visto dall’esterno».
L’Italia non è il Cile, Vargas lo sa bene ma non è spaventato.
«Il calcio italiano è molto più veloce e più duro, una questione soprattutto di ritmo».
La prima impressione l’ha avuta a Palermo, un’ottima impressione del Napoli e degli attaccanti: ha capito che la concorrenza è di altissimo livello.
«Grazie all’allenatore che mi ha portato in tribuna ho visto una bella partita, il Napoli mi sembra un’ottima squadra e gli attaccanti hanno fatto molto bene. La squadra ha costruito molte palle gol, sono venuto per dare il mio apporto. Mi sento in condizione di giocare già contro il Cesena e mi metto a disposizione del tecnico».
Con Mazzarri ha parlato il primo giorno, traduttore Campagnaro.
«Mi ha detto che mi avrebbe mandato in tribuna a Palermo e che avrei dovuto seguire con attenzione i movimenti degli attaccanti. Sono rimasto particolarmente impressionato dal gol di Hamsik».
Gli è piaciuto Hamsik e gli piaceva il suo numero di maglia.
«Avrei scelto la maglia numero 17 che era già impegnata e così ho scelto la sedici, il numero più vicino. Il soprannome? Turboman? Preferisco Edu come mi chiamano i miei amici».
Vargas si descrive.
«Sono un attaccante mobile e rapido e penso di riuscire a smarcarmi bene, sono queste le mie migliori caratteristiche. Il ruolo che preferisco? Attaccante di destra».
Allontana definitivamente il paragone con Sanchez.
«Basta, comincia a diventare noioso, siamo due giocatori diversi».
Conferma le motivazioni che l’hanno portato a scegliere il Napoli.
«Sì, c’erano anche altri club interessati a me, ho scelto il Napoli perchè è stata la società che ha prodotto lo sforzo maggiore per prendermi».
Il giornale cileno che ha definito Napoli città della camorra? «Non conosco questo giornale, non ho idea».
La sua passione fuori dal campo, la musica.
«Mi piace ascoltare tutto, dalla tecno alla musica romantica. Ora ascolterò la musica italiana».
La sua musica preferita è quella dei gol: 31 gol in 78 partite con l’Universidad de Chile. Contro il Cesena dovrebbe esserci la sua prima apparizione, sia pure part time.
«Sto meglio, sto smaltendo il fuso orario. I compagni di squadra mi hanno dato i primi consigli, il primo giorno c’erano solo italiani e in verità non ci ho capito molto. Poi con i sudamericani è andata meglio. Sono stato accolto benissimo, mi hanno detto di fare le cose semplici, senza strafare, di allenarmi tranquillamente e non essere nervoso».
Vargas è pronto.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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