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La provocazione: “Vogliamo il calciomercato a Napoli”

Dopo aver visto con piacere Giacomo Zunico che vestivo da calciatore, quando gli altri facevano gli esperimenti in laboratorio. Sul campo di Isernia incontro Michele Miele e Guglielmo Marsichino benevoli ed ospitali. Adesso Giacomo (che parava benissimo), dopo l’esperienza di Bitonto, è disoccupato. Giacomo è nel nostro censimento dei campani veraci come Casoriano purosangue; anche Caffarelli, Gioia Marzocca, Rita Grande, Gaetano De Rosa, Erminio Rullo, Mauro Sarmiento ed Enzo Picardi lo sono, ma al ristorante di Armando sorridiamo solo a Picardi junior.

Dopo aver visto con piacere Giacomo, scopriamo un ragazzo dagli occhi di artista, Antonio Manfredi, l’estro del pittore. Napoli è fatta così e tu devi capirla se vuoi sopravvivere. Ma sì, ridatemi anche il mio vecchio sangue di Mergellina e fate che Marco Borriello sia il nuovo centravanti del Napoli. E allora Barra e San Giovanni a Teduccio capiranno che Napoli si riconosce e riconosce. Che Napoli è sud; che Napoli, finalmente, anche grazie a Luigi De Magistris, si va sottraendo alla falsa benevolenza di Roma. De Mita e Mastella. Non soffiamo sul fuoco ma diciamo che Napoli è mancata parecchio al suo ruolo di metropoli pilota. Ma – il Sindaco obietta – Forcella è grande come Benevento. E con questo, forza beneventani, giusto che vi si ascolti. Battipaglia, Castellamare, Visciano, Sessa Aurunca, Montoro, guardiamo e riconosciamo anche questi paesi, come mi piace definirli.

Cerchiamo una classe dirigente che non c’è. Intanto il 12 settembre all’Hotel Albardieri in Piazza dei Martiri si riunisce la Stampa, gli Stati Generali dell’Informazione. Anche essa ha i suoi diritti. E da questa deve partire la nascita, anche, di una Regione Sportiva. Battipaglia, Portici, Pagani, Angri, Juve Stabia, Sant’Agata, Benevento, le calabresi, anche esse, debbono aderire. No, non si tratta di ribellione ma solo la organizzazione di un incontro indirizzato verso la ricerca di un discorso comune, di un discorso meridionale, idoneo ad essere confrontato con quello settentrionale, diventato, grazie, colpa o causa della Lega Nord, fortissimo. La storia del campanile che ogni tanto i nostri goffi antagonisti ci oppongono per distrarci e semmai anche smontarci, è idiota tre volte; non una. Il campanile è stato imposto dalla Lombardia, dal Piemonte che fino a prova contraria usava affiggere ai muri dei suoi edifici un cartello con questa generosa letteratura: non si fittano case ai meridionali. Chiaro che questo non è campanile ma razzismo. E allora, siamo proprio peccatori a sostenere che desideriamo ottenere la nostra valorizzazione in casa nostra? Ma Milano, Milano, via, è generosa! Sappiamo come. Ci svuota di cinquanta mulini e pastifici e in ventimila restano disoccupati; poi 500 di questi disoccupati vanno a Milano a cercare lavoro: lo hanno. Intanto Milano ha sistemato 19.500 lombardi e noi restiamo con 19.500 disoccupati. Queste storie sono iniziate negli anni 70 ed è cambiato poco. La sorpresa molto strana che i figli dei meridionali saliti al Nord negli anni 70, nati in quei posti, si sentono o li fanno sentire immigrati, meridionali e napoletani. Eppure sono nati lì.

Il calcio ha angolazione sociale identica a queste brutte storie. Si resta però di stucco quando una testata nostra (gloriosa) dovendo affrontare lo spinoso problema della Nazionale Italiana di Calcio cita cinque giornali, tutti di Milano, Roma e Torino. Hai mai visto tu su un giornale di Milano, Torino o Roma citati mai giornali meridionali? Cercate in tutta Torino una sola copia di La Gazzetta del Sud, Il Mattino o La Gazzetta del Mezzogiorno! E allora? Allora è inferiorità complex. Chiaro. E non parliamo, por favor, di politica meridionalista. Si fa vuoto fumo……… De Laurentiis cominci a fare una Sede del Calcio Napoli nella villa comunale con tre camere adibite all’organizzazione del vivaio. Ecco, qui casca l’asino. La Regione Sportiva o calcistica si è un po’ stancata del Napoli; il Milan o la Juve e le altre cedono in Campania e nel sud per migliaia di euro; il Napoli manca ai suoi doveri?

Anche questo si è detto tra i giornalisti. Adesso è possibile che a Milano si incominci a parlare del Calcio Mercato. Andrebbe trasferito a Napoli! Diciamo Napoli perché la Calabria, magnifica regione del nostro sud, si avvantaggerebbe. La scoperta dell’altra mezza Italia credo proprio si debba ritenere improcrastinabile.

Abbiamo un vivaio forte, è stato detto ma se non ce lo fanno scoprire e valorizzare, muore, si spegne! Con riflessi, sul calcio nazionale, veramente drammatici. Automaticamente, se una parte del nostro mercato nazionale non dovesse trasferirsi a Napoli, come da tanti anni vi sto invocando, resteremmo, come sempre, fuori giro.

E l’azione civile del piede d’opera locale, l’azione sociale, che tutti i partiti politici dovrebbero sollecitare. Qualcuno parla di cervelloticità. Chiaro. Lui ha obbedito e basta. E il Sud dell’Italia è rimasto allo stato brado.

L’operazione che si richiede dal sud  mi creda Beretta, prima che altro è civile. Ormai siamo arrivati anche alla contestazione della nazionale: che altro si deve attendere, per decidere di cambiare qualcosina?

Ferdinando Troise

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