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Lavezzi e Maggio, restano i dubbi

A centrocampo ballottaggio tra Gargano e Dzemaili

Permetta, dottore… Come sta Maggio? E come sta Lavezzi? Ma non finisce qua, perché il bollettino medico d’un giorno apparentemente normale, ad un certo punto, spinge a chedere pure come stia Cavani. Voi non l’avreste sospettato, che quell’uomo bionico sia stato capace di tanto: due reti nonostante una caviglia un po’ distorta. Però, poi, passata la bufera agonistica, mollata la tensione, via la partita è comparso il dolore. E allora, largo alle deduzioni, cartella clinica in mano e timer che corre via velocemente verso il Siena: è conto alla rovescia, trattenendo il fiato.

POCHO SPERA – Lavezzi sì, Lavezzi no: per il momento, Lavezzi è un ni, la via di mezzo che in casi del genere val la pena di seguire, per non incorrere in valutazioni sbagliate. Il risentimento agli adduttori di Londra non è scomparso e il riposo di domenica non ha (ancora) avuto gli effetti sperati: al lunedì il rischio rimane concreto, ma a volte un’altra nottata è sufficiente per rialzarsi e camminare – pardon, correre. La rifinitura ha (ovviamente) valore definito e per il responso, nel caso in cui restino le perplessità, resta sempre rinviare a domani. Perché poi un’altra giornata può riuscire a rimettere in sesto e la volontà di esserci – indiscutibile, assoluta ed elevatissima – è in grado di incidere. Il balsamo, però, non può venire dal desiderio… e ovviamente il responso arriverà dopo aver ricevuto le adeguate risposte muscolari.

MAGGIO ASPETTA – Londra ha rovistato nell’anima e però anche nel fisico: da Stamford Bridge, Maggio è rientrato con una fasciatura che definire robusta è eufemismo allo stato puro alla zona tibiale della gamba sinistra. Da giovedì scorso, le terapie hanno consentito di accumulare una briciola di ottimismo, niente di più: a proteggere la zona contusa, potrebbe provvedere un parastinco speciale, ma pure nella circostanza si aspetterà l’ultima ora.

I RIENTRI – Si riparte dal 2-1, evitando ogni calcolo: basta l’1-0, ma il pericolo d’una rete del Siena va superata di slancio, per rimuovere fastidiose paure. Mazzarri ha in testa i titolarissimi ed una turnazione – rispetto a Udine – più o meno annunciata: in difesa, Aronica va a riprendersi il ruolo di terzo a sinistra, lasciando scivolare Britos in panchina; in mezzo, settore esterni, tutto conduce a Maggio, indiscutibile padrone della corsia destra in caso di esito affermativo, con Dossena favorito sull’affaticato Zuniga a sinistra. La mediana induce in tentazione: a Udine, Gargano ha mostrato segni di appesantimento, ma la sua vivacità gli vale eccome, rispetto a Dzemaili.  E, davanti, l’unico certo rimane Hamsik, ritemprato al “Friuli” risparmiandogli un’ora, il soggetto destinato a garantire gli equilibri giusti tra le linee, l’anello di congiunzione tra la fase passiva e quell’attiva. L’identikit dei soci resta vaga: la svelerà Mazzarri, indossando un camice bianco. Permetta, dottore…

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

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