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Lavezzi: “La città di Napoli mi ama da morire”

Il "Pocho": "Sono felice quando regalo delle soddisfazioni ai tifosi"

Lontani dagli occhi, non certo dal cuore: e in quel caldo conciliante, terapeutico, tra riverberi di sole e lampi della memoria, Napoli sembra lampeggiare a distanza, quasi richiamando l’attenzione. « Perché io non credo esista, altrove, un amore del genere ». Cinque anni stretti stretti appassionatamente: e in quel tango struggente, tra dribbling e veroniche, ciò che resta impresso nella pelle, è un tattoo per l’esistenza. « Perché credo che nessun’altra città sappia amarmi in questo modo ». La vita è bella e fa niente se nell’estasi d’un rapporto così morboso, ad uno scugnizzo amichevolmente chiamato Pocho, sia (quasi) negata la privacy e il piacere d’una normalissima pizza, un giro in centro per lo shopping o una passeggiatina tenera con Yanina: si scrive Napoli e si legge – su Olè, in Argentina – d’una liason irriproducibile, d’un abbraccio perennemente dolce e (però) un pochino soffocante.

DIEGO & IO- Napoli vista da laggiù è un puntino misterioso da svelare a un popolo sempre assetato di curiosità e l’Ezequiel Lavezzi che si racconta alla sua gente è l’eroe di questi giorni, del Terzo Millennio, che resta compresso nella sua nicchia di incorruttibile umiltà. « E’ inutile chiedermi se questa è la citta del Pocho o quella di Maradona, perché Napoli sarà sempre di Diego. Io resto un calciatore, semplicemente un calciatore. Quando gioco e riesco a regalare soddisfazioni ai tifosi sono contento. Apprezzo le attenzioni che ricevo. Però lui è Diego ». 

VOGLIA DI CHAMPIONS- Napoli è un universo gioioso e festante, uno spicchio di terra che sprigiona euforia, un mondo magico e oramai senza frontiere, con la testa affollata dalla Champions e il pensiero fisso di atterrare a Londra, di prendersi lo Stamford Bridge, di aggiungere un nuovo elettrizzante capitolo al romanzo internazionale con pennellate di Pocho, l’artista bulimico che non s’accontenta più della normalità, della eccezionalità. « La sfida con il Chelsea ha un sapore particolarissimo e finirà inevitabilmente per essere un appuntamento storico. Noi puntiamo ovviamente a passare il turno. Sappiamo di dover affrontare un club prestigioso, ricca di calciatori di talento, però il Napoli è complicato da battere….E ci speriamo… ». 

IO E LA FOLLIA- Napoli è una galleria di episodi originali, singolari, più unici che rari; Napoli è una sorgente viva di iniziative per vedere il Pocho e per toccarlo, per sfiorarlo o per baciarlo. Napoli è una mantide, dalla quale non c’è da sfuggire, ma semplicemente da proteggersi: « Io ancora non sono riuscito a trovare luoghi tranquilli in cui stare. Praticamente vivo chiuso a chiave nella mia casa, poi vado a mangiare nei soliti posti e non vado mai in giro per le strade cittadine. Una volta andai in un centro commerciale per acquistare vestiti: si è bloccato il traffico, è dovuta intervenire la polizia, sono stato tre ore là dentro. Una volta, dopo un gol al Milan, un ragazzo voleva regalarmi un cavallo. E qualche volta, in casi particolari, m’è toccato abbandonare Castelvolturno nascosto nel bagagliaio dell’auto. Nessuno ama tanto ». Cose da Pocho. Cose per il Pocho.

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

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