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Lazio-Napoli. Decisiva per una della due panchine

Per la panchina azzurra uno tra Guidolin e Sannino

di Antonio Maglie

Si giocano tutto. Anche la panchina. Edy Reja e Walter Mazzarri impegnati nello sprint per il terzo posto e per il proprio futuro. Perché la Champions può rimescolare le carte: modificare le valutazioni o rilanciare le motivazioni. Il punto di partenza non è identico: il contratto di Reja è in scadenza, quello di Mazzarri terminerà tra un anno. Poi i progetti: quello della Lazio, soprattutto dopo le dimissioni presentate e poi ritirate dall’attuale allenatore, sembrano essere stati sviluppati a prescindere dall’allenatore friulano; quelli del Napoli si sono quasi completamente identificati con le esigenze del tecnico toscano. Dietro Reja la squadra si è ricompattata convincendolo a restare al suo posto, dopo il quasi addio recitato alla vigilia della sfida di Europa League con l’Atletico di Madrid. A Napoli giocatori come Hamsik hanno rinnovato il contratto convinti dalla conferma di Mazzarri che pure era parso, alla fine dello scorso campionato, sul punto di andar via, con le sirene juventine che sembravano cantare (poi, però, l’ingaggio di Conte le mise a tacere). La Champions può condizionare tanto le valutazione dei diretti interessati, quanto quelle delle società.

MAZZARRI – Tra De Laurentiis e il tecnico le punzecchiature non sono mancate: inevitabile tra personalità estremamente forti e appassionate. Anche dopo la sconfitta contro la Juventus, il presidente è parso critico nei confronti del suo allenatore almeno per quanto riguarda la gestione della “rosa”, il ricorso molto contenuto al turn over. De Laurentiis vuole vedere in campo i giovani; Mazzarri ritiene che una frettolosa utilizzazione li possa solo “bruciare”. Gran parte del dibattito fra i due ruota intorno a Edu Vargas, il talento cileno portato a Napoli dalla società con un notevole sforzo economico. Ma nonostante le grandi referenze (e le notevoli attese) Vargas ha giocato poco e le sue apparizioni non hanno regalato quasi nulla di indimenticabile. Perché gioca poco, come ritiene De Laurentiis? Perché i giovani vanno inseriti con attenzione e prudenza, come sembra sostenere Mazzarri? Formalmente, il matrimonio tra De Laurentiis e Mazzarri appare destinato a durare un altro anno. Ma il terzo posto (centrato o mancato) è la variabile che potrebbe modificare convincimenti personali e progetti collettivi. Mazzarri è un allenatore adrenalinico che non ha mai prolungato troppo i suoi rapporti di lavoro (tre anni con la Reggina, due con la Samp). La Champions potrebbe convincerlo a un’altra sfida; l’Europa League potrebbe indurlo a ritenere esaurito il suo ciclo napoletano (libera è la panchina dell’Inter, ma anche quella della Lazio). Il club, a sua volta, senza la Champions potrebbe anche rivedere i suoi piani, affidandone la realizzazione a un uomo nuovo (gettonatissimo il nome di Montella, ma Aurelio De Laurentiis apprezzerebbe anche Guidolin e Sannino).
REJA – Apparentemente più chiara la situazione del tecnico laziale. Il contratto di Reja scade alla fine di questa stagione. E il “divorzio” sembra essere la prospettiva più plausibile. La società si è guardata attorno, soprattutto nei giorni delle dimissioni poi rientrate. In attesa ci sarebbe sempre Gianfranco Zola che a Lotito piace molto e che verrebbe a Roma in tandem con Casiraghi, vecchia conoscenza dell’ambiente. Ma segnali di interesse reciproco sono intercorsi fra il club e Montella (piace soprattutto al ds, Tare). E’ evidente che di qui alla fine del campionato le cose potrebbero anche cambiare. Tutto dipende dal terzo posto. Se Reja non dovesse raggiungerlo, l’addio sarebbe automatico. Ma se il friualno dovesse centrare l’obiettivo, le cose potrebbero cambiare. Potrebbe la società rinunciare all’allenatore che ha conquistato un traguardo così prestigioso, per giunta rinunciando, in queste ultime partite, al contributo di gol di Klose, l’attaccante più prolifico?
Fonte: Corriere dello Sport
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