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Le notti “magiche” con Diego e Careca

Germania mon amour, verrebbe voglia di dire nel sintetizzare le trasferte del Napoli nella terra di Goethe, l’autore tedesco per eccellenza che dalla bellezza del Golfo venne conquistato nel suo viaggio in Italia alla fine del Settecento. Non ha mai vinto il Napoli in Germania ma ha ottenuto quattro pareggi (più uno a Lipsia, allora nella Germania Est), di cui due importantissimi perché il primo, proprio con il Bayern Monaco, permise l’accesso alla finale della Coppa Uefa. Il secondo, 3-3 con lo Stoccarda, regalò proprio il primo successo internazionale. Nel 1989, ventidue anni fa.
Ma andiamo con ordine. Sono cinque le squadre tedesche affrontate nella storia delle sfide europee dal Napoli: Hannover, Bayern Monaco, Stoccarda, Werder Brema, Eintracht. La prima partita nella stagione 1967/68. In panchina c’è il Petisso Pesaola, in porta Dino Zoff, Totonno Juliano governa il centrocampo, José Altafini guida l’attacco. Non c’è ancora la Coppa Uefa, si gioca per quella che viene chiamata Coppa delle Fiere: vi accedono le formazioni rappresentanti città in cui si svolgono manifestazioni fieristiche internazionali. Napoli può vantare la Fiera della Casa, ecco il perché dell’importante partecipazione. L’impatto è fantastico: 4-0 all’Hannover ’96. Di Girardo il primo gol, poi la doppietta di Altafini e un’autorete per chiudere subito i conti. In Germania, nella partita di ritorno, ecco il primo pareggio: 1-1. Segna Barison al 40′ per mettere fine a qualsiasi velleità di recupero dei tedeschi, che pareggiano al 65′ con Straschitz.
Nel 1969/70, ancora in Coppa delle Fiere, al secondo turno ecco lo Stoccarda, anticipo della finale vinta da Maradona e compagni vent’anni dopo. Si comincia proprio in Germania e finisce 0-0 in Germania. Al San Paolo risolve Canzi. Nel novembre 1982, dopo aver già perso in casa 2-1 (gol di Diaz), gli azzurri sono sconfittti 2-0 a kaiserlautern. Ma la stagione più bella arriva nel 1989/90 in Coppa Uefa, con la squadra guidata da Ottavio Bianchi. Dopo aver eliminato la Juve nei quarti di finale, ecco il Bayern Monaco, allenatore Heynkes, lo stesso che guiderà stasera i bavaresi. All’andata al San Paolo finisce 2-0. Nel match di ritorno prima di vincere sul campo il Napoli conquista gli spalti colorando d’azzurro l’Olympiastadion. Il capo della polizia bavarese Helmut Koller fa i complimenti ai ventimila tifosi partenopei: «Perfetti, nessun incidente». È sempre Maradona il faro. Napoli attentissimo e cinico, il Bayern sbaglia due appoggi nel momento di massima pressione. Sul primo si avventa Diego che ruba palla e serve Careca per l’1-0; sul secondo Crippa per Maradona che dà a Careca per il 2-1. È finale. Un’altra tedesca, lo Stoccarda. Al San Paolo segna subito l’italo-tedesco Gaudino, 23 anni, poi Maradona ci mette del suo ed arriva l’1-1. Cross che Diego si aggiusta con il braccio, conclusione e questa volta il braccio è del tedesco per il rigore del pareggio. Il 2-1 è una conclusione sottomisura di Careca. Il ritorno è un capolavoro del calcio italiano: finisce 3-3 ma il Napoli è sopra 3-1 dopo i gol di Alemao (pareggio di Klinsmann), Ferrara e Careca.
Poi i ricordi con le tedesche diventano incubi. Il Werder Brema elimina gli azzurri negli ottavi di coppa Uefa nella stagione 1989-90 vincendo 3-2 al San Paolo e 5-1 a Brema (24′ e 62′ Riedle, 55′ Rufer, 70′ aut. Bratseth, 88′ Sauer, 90′ Eilts). L’Eintracht, guidato proprio da Heynckes, nel 1994/95 ottiene un duplice 1-0: all’andata in Germania decide un’autorete di Buso.

 

La Redazione

A.S.

Fonte: Il Mattino

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