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Lista Uefa: Jorginho escluso a sorpresa. Benitez: “Scelta obbligata”

Parliamone: e partendo da Bergamo e atterrando nel “cuore” dell’Europa League, il viaggio (virtuale) di Benitez serve per spargere la verità, tutta la verità, nient’altro che le verità d’uomo solo al comando delle emozioni altrui. In video veritas: disquisendo di strategie tecniche, di cavilli regolamentari, del 3-0 per l’Atalanta, dell’esclusione «Le mie squadre concludono spesso alla grande Ora pensiamo solo alla Roma»di Jorginho dalla lista Uefa, di episodi, di turn-over,
d’un ottimismo che si percepire ( «le mie squadre, alla fine, corrono di più» ) e viene trasmesso “In casa-Napoli”, su +N, Benitez svela se stesso e provvede a spargere rassicurazioni. «L’anno prossimo saremo ancora più forti, ma voglio vincere già quest’anno qualcosa».
CASO (CHIUSO) – Incredibile ma vero, quando s’accendono le luci dello studio e si aprono i microfoni, l’Atalanta pare (quasi) un neo in lontananza: la lista per l’Europa League è appena divenuta ufficiale, ventiquattro posti e non c’è spazio per Jorginho, l’uomo dei nuovi sogni partenopei, il regista per il ciak, e Benitez spiega il perché: «Semplicemente perché nell’elenco di gennaio viene concessa la possibilità di effettuare tre modifiche rispetto all’organico presentato per la Champions. Noi intanto abbiamo perso Armero e dunque abbiamo inserito un pari ruolo: Reveillere. E al posto di Mesto c’è adesso Ghoulam. E’ andato via anche Cannavaro e dunque è entrato Henrique. Non abbiamo inserito Jorginho solo per non scoprire ruoli chiave».
In sintesi: escludere un esterno, non si poteva, perché ne sarebbero rimasti soltanto due disponibili, «Persi Armero Mesto e Cannavaro sono stati sostituiti per non scoprire ruoli chiave»e in caso di incidente, d’influenza, di squalifica, si
sarebbe presentato un problema da evitare.
SCONFITTA DOLOROSA – Poi riecco l’Atalanta, quel tormento dei tre gol, il “dibattito” sul modulo, sulle coperture, su una impermeabilità non ancora trovata da una difesa che subisce tanto, troppo. «Ma siamo stati sconfitti dagli episodi. E poi se Mertens non avesse sbagliato quel gol a porta vuota, la partita sarebbe andata sicuramente in maniera diversa. Gli episodi ci hanno condannato a Bergamo. Se Mertens non avesse sbagliato a porta vuota, la partita sarebbe andata in maniera diversa. L’Atalanta ha sfruttato le occasioni che le abbiamo concesso. Non penso che la nostra sia stata una gara bruttissima, non ricordo situazioni pericolose nel primo tempo, né alcuna parata di Reina. E il possesso palla è stato elevato».
I RISULTATI – Ma come si cambia la mentalità d’una squadra e in quanto tempo? Dove è l’errore, ammesso che ce ne fosse uno soltanto? «In campo, abbiamo sempre un atteggiamento vincente. Semmai, adesso, ci manca la continuità; però la fase difensiva sta migliorando. Ma dobbiamo creare ancor più occasioni a inizio partita, soprattutto quando affrontiamo avversari «In difesa stiamo migliorando, ma dobbiamo creare di più. Ai miei chiedo lucidità»che ci aspettano».
I CAMBI INDIGESTI – Fuori Higuain, fuori anche Hamsik e fuori Jorginho, che s’era appena introdotto nel Napoli con personalità. Benitez non ha reticenze, discute, argomenta e spiega la sua sua visione del calcio. «Io non mi sono fatto condizionare dal risultato della Fiorentina. La formazione scelta per Bergamo era quella che avevo studiato e che sceglierei anche adesso. Nell’arco di un anno intero vanno gestiti i momenti e gli uomini. E’ chiaro che quando le cose vanno bene mi dicano sei fantastico e quando vanno male che sia colpa mia. E’ normale. Ma noi abbiamo perso, per lunghi periodi, una serie di calciatori ed altri hanno dovuto giocare troppo».
ABBIATE FIDUCIA – L’impressione, però, è che ci sia un calo fisico, che la squadra corra meno – e male – e Benitez difende se stesso e la propria organizzazione. «Ho avuto spesso squadre che verso la fine della stagione avevano una marcia in più delle altre. E’ successo con il Chelsea e con il Valencia, ad esempio. Ora pensiamo alla sfida di domani con la Roma. Ma io sono ottimista e sono convinto che il prossimo anno saremo ancora più forti. Però proviamo a vincere qualcosa già quest’anno».
QUESTIONE DI TESTA – Dietro una sconfitta, «L’anno prossimo saremo ancora più forti, ma voglio vincere qualcosa già quest’anno!»si nascondono varie cause: mica solo tecniche, mica
solo tattiche. «Io chiedo ai miei calciatori di essere sempre lucidi. A Liverpool, contro l’Everton, tolsi Gerrard a pochi minuti dalla fine, perché lui viveva il derby con troppa intensità. E Lucas Lleiva, che era più distaccato, entrò e creò l’azione del gol-vittoria. Mi piacerebbe vincere tutte le partite, ma non è possibile. Però non perdo tempo a lamentarmi: ogni settimana ho la possibilità di cambiar le cose».
IL CALCIO E’ VITA – Sei mesi di Napoli, ormai, per accorgersi quale sia il rapporto tra il calcio e quella città che l’ha rapito e che lo spinge all’ironia: «Lo so che il football, qui, non è solo sport. A Pompei mia figlia chiese un gelato, mi fermai e mi ritrovai cinquanta persone che mi abbracciavano. E’ bello, ma fin quando sono quattro o cinque….I miei maestri sono stati Del Bosque e Sacchi, che ora è diventato pericoloso (sorride Rafa, ndi) come opinionista. Fra cinque o dieci anni vorrei diventare Ct della Spagna: ora no, mi mancherebbe troppo il lavoro quotidiano»

Fonte: Corriere dello Sport

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