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Lo stadio Collana riapre, la piscina no: e Napoli resta senza vasche tra tetti crollati e lavori flop

Articolo del Mattino

«Noi siamo pronti, come federazione regionale e nazionale, ma qui è tutto fermo». Il presidente regionale della Federnuoto, Paolo Trapanese, non ci sta. Troppo tempo è passato, troppi impianti ancora chiusi. E all’orizzonte solo parole, incontri, resoconti, ma niente di concreto. Cinquantatrè società affiliate, ventisei riconosciute come scuole federali, seimilacinquecento atleti. Il movimento agonistico del nuoto napoletano vanta numeri da record. Se si aggiunge il nuoto libero le cifre raddoppiano. Una corsia è frequentata almeno da 15mila persone solo a Napoli.

La piscina Scandone ha riaperto la vasca principale, ancora chiusa la secondaria mentre le società di pallanuoto sono costrette a pagare oltre mille euro tra attrezzatura e fitto dello spazio per una singola gara, a fronte dei 300 euro circa pagati in altre città. L’assessore allo sport del Comune di Napoli, Ciro Borriello, è impegnato nella riduzione delle tariffe. Un percorso a ostacoli tra Ragioneria generale e Consiglio comunale.

La piscina di Scampia è chiusa dal 21 ottobre per un contenzioso tra il Comune e i vecchi gestori. L’idea sarebbe quella di affidarla, attraverso una delibera, alla Federnuoto, ma la federazione, prima di accettare, vorrebbe un accordo quadro su tutte le piscine, compresa la Scandone. L’impianto versa in pessime condizioni e le sole spese di messa in sicurezza ammonterebbero a tre/500mila euro.

Ai primi di novembre una bomba d’acqua ha fatto crollare il tetto della piscina Monfalcone. Il pilastro di cemento è scoppiato formando un avvallamento sulla copertura e poggiandosi su un condotto dell’aria condizionata. Non ci sono stati danni a persone solo perché la piscina è chiusa dal 30 settembre scorso quando i locali sono stati riconsegnati dalla Rari Nantes al Comune.

La piscina dello stadio Collana è chiusa da oltre due anni. La sua rinascita è legata ai soldi delle Universiadi. Con lo scioglimento dell’Aru, la palla passerà all’ufficio grandi opere della Regione. Previsti interventi infrastrutturali per la sistemazione dell’impianto per un importo di 2,4 milioni di euro. Al momento è stato redatto un progetto esecutivo e approvato il bando di gara. Tempi di realizzazione: tutto l’anno 2020.

 

Comune di Napoli e Federnuoto hanno tracciato una road map per la presa in carico, da parte della Fin, di tutte le piscine periferiche napoletane, e non solo. «Ordinateci ciò che volete e noi saremo a disposizione per gli scopi sociali che perseguiamo», sottolinea Trapanese. Nell’accordo per Scampia dovrebbero rientrare tutte le piscine periferiche. L’obiettivo del Comune è quello di affidare in via transitoria alla Federnuoto le piscine chiuse. Sarebbe poi la stessa Federnuoto a gestire i bandi di assegnazione seguendo le direttive del Comune tese a garantire l’aspetto sociale e l’apertura alle fasce deboli. Nell’ambito di questo accordo si inserisce la Scandone che la Federnuoto vorrebbe diventasse una piscina comunale con lo status di Centro federale. Indetto invece il bando di gara per l’affidamento del servizio di gestione triennale del riscaldamento delle piscine comunali: base d’asta 3,7 milioni.

fonte: ilMattino.it

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