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Lucarelli: “La partenza di Lavezzi? All’Inter è andato via Ibra, hanno vinto il triplete”

"Gli allenatori come artisti? Mazzarri lo è, io sono un artigiano"

Top player o giovani?E’ stato il leit motiv dell’estate pre-campionato. La crisi ha spinto i grandi club ad «allontanare» giocatori costosi e ad ingaggiare talenti più abbordabili. Cristiano Lucarelli ha vissuto il passaggio con la più grande consapevolezza: essere stato un bomber che ha poi scelto di allenare i giovani. Bandiera del Livorno, ultimi due anni a Napoli, oggi allenatore degli allievi nazionali del Parma. Domani non sarà una partita «normale » per lui. «Mazzarri e Donadoni sono, per motivi diversi, i due tecnici con i quali ho avuto un rapporto speciale».

Vive a Parma, la famiglia è a Livorno (ma prima di andar via avrebbe voluto continuare a tenere la casa napoletana) e quando gli telefoniamo per l’intervista, Lucarelli ha il più classico dei lapsus froidiani: «Mia moglie e i bambini sono a Livorno, io qui a Napoli». Lucarelli, voleva dire Parma? «Ops. Ma è come se da Napoli non fossi andato mai via. Una bella esperienza professionale, ma soprattutto una città che mi è rimasta dentro ».

Città di mare come la sua Livorno, ma con tante emergenze in più. «Napoli è una grande città ed ha gli stessi problemi di Roma, Milano, Firenze e Torino. Purtroppo tutto ciò che accade a Napoli viene amplificato. Mi sono reso conto che tutto quanto viene raccontato in tv è sempre più grande di quello che è. Certo, le emergenze ci sono ma chi guarda Napoli dal di fuori la percepisce in maniera peggiore di come realmente è».

Lei ha avuto modo in due anni di visitarla per bene? «Assolutamente sì e i miei non erano soltanto tour turistici. Mi è piaciuto scoprire la periferia. Attraversare i Quartieri Spagnoli, vedere Secondigliano. Ho scoperto una realtà diversa da quella di Posillipo dove abitavo. Ma con delle peculiarità che mi incuriosivano.

Tipo? «L’effetto ottico delle case tutte vicine, i palazzoni. La Napoli più vera, insomma. Quella più popolare».

Ma non si è mai sentito sentito in pericolo?
«No. E quando ero lì non ero come Cristiano Lucarelli. Un cittadino normale che visitava il quartiere con i propri figli”

Torniamo alla sua  carriera di allenatore appena cominciata: interagisce con i giovani, è vero che sono il futuro del calcio?
“Quelli bravi sicuramente. A loro bisogna dare la possibilità di crescere, di maturare. Di avere comunque un top player accanto per imparare per  fare esperienza. Bene i giovani in serie A ma che siano affiancati da giocatori esperti”.

Un po’ come Insigne al Napoli?
«Sicuramente. Insigne l’ho visto in tv tante volte. E’ bravo, ma deve imporsi di crescere ancora. Fare esperienza con i più grandi. Non deve bruciarsi».

Dice questo ai suoi ragazzi? «Sì, anche questo. Loro sono ancora molto molto giovani. L’esperienza di allenatore mi sta dando tante soddisfazioni. Emozioni diverse da quelle di calciatore. Più forti, più mature. Qui ti rendi conto che devi metterti al loro servizio, insegnare la tua esperienza. E’ bello quando che vedi che funziona».

Qualcosina l’ha «rubata» a Mazzarri? «Io sono ancora un aspirante allenatore. Sicuramente a lui ho rubato molto sulla metodologia di allenamento, la tattica, la disposizione in campo. Ma dal punto di vista comportamentale cerco di essere me stesso. I copia e incolla riescono sempre male. Preferisco essere Lucarelli, aspirante allenatore e non la brutta copia di Mazzarri. Siamo artigiani, bisogna metterci del proprio».

Mazzarri definisce gli allenatori artisti. «Beh, lui è un artista. Io sono ancora artigiano».

Dove vedrà Napoli-Parma? «Mi sarebbe piaciuto venire a Napoli, ma la sera sono impegnato in tv, quindi la vedrò da casa». In tv? «Sì, un’altra nuova attività: commenterò il posticipo per Mediaset».

Ma sentirà i suoi ex compagni, Mazzarri? «Il mister mai prima della partita. Siamo scaramantici. Dopo sicuramente».

Come finisce la partita? «Il Napoli sulla carta è favorito ma dovrà stare attento agli attaccanti del Parma che sono veloci e pericolosi. Sono troppo coinvolto emotivamente, sarò neutrale e mi aspetto una partita spettacolare, con tanti gol. Mi auguro che la squadra che vincerà l’avrà meritato. Senza polemiche».

Quanto perde il Napoli senza Lavezzi? «Quando Ibrahimovic andò via dall’Inter, vinsero il triplete. Il Napoli si è rafforzato, senza Lavezzi tutti gli altri si sentono più responsabilizzati».

E’ andato via anche Gargano, erano due leader dello spogliatoio? «I leader sono anche quelli silenziosi, tranquilli che fanno i fatti. Assicuro che nel Napoli ce ne sono tanti. Cannavaro, De Sanctis, Cavani. Tutti ragazzi di grande spessore nello spogliatoio».

Può essere questo l’anno del Napoli? «Per me sì. Il campionato è più equilibrato, Inter e Milan si sono indebolite. Certo, la Juve resta la favorita e guarderei con attenzione anche alla Roma.Ma il Napoli può e deve stare lì».

Fonte: Monica Scozzafava per il “Corriere del Mezzogiorno”

La Redazione

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