La prima da titolare in serie A è un giorno da ricordare, certo, ma la prima da titolare al San Paolo, in campionato, sarà di certo tutta un’altra storia. Signore e signori, Lorenzo Insigne: a voi. A lui. A te, Bimbo d’oro. Il genietto candidato a idolo incontrastato (del popolo) è pronto per la seconda consecutiva al fianco di Cavani e Hamsik già domenica con la Fiorentina. E’ pronto a vivere la notte di una Fuorigrotta carica a mille, per l’esordio stagionale ufficiale: l’ultima volta fu con l’Olympiacos, la prima con il Bayer Leverkusen, ma quella di domenica sarà partita vera. Il tempo delle amichevoli è finito, si fa sul serio. E l’attesa è doppia: azzurro Napoli e azzurro Nazionale. Sì: dopo la partita con i viola di Montella, il campionato andrà in vacanza e il C.t. Prandelli diramerà le convocazioni per le due gare valide per la qualificazione al Mondiale brasiliano 2014. E Lorenzo, Under 21 permettendo, spera di esserci.
CHE TRIDENTE – E allora, fine settimana ricco e intenso per il Bimbo d’oro: con la Fiorentina toccherà ancora a lui, completare il tridente con Hamsik e Cavani, considerando la qualifica di Pandev (ultima di due giornate). E non potrebbe essere altrimenti, considerando quanto Mazzarri stimi questo talento prezioso come l’oro e quanto punti su di lui. A Palermo s’è sacrificato, e anche molto, e poi è stato costretto a lasciare il campo per crampi quando ancora il tempo era sufficiente per sperare in una prodezza e magari in un gol. Un colpo che, a dirla tutta, Insigne ha anche sfiorato sullo 0-0, di testa (!), salvo poi doversi arrendere alle manone di Ujkani nonostante lo sforzo. E il salto.
TRENTACINQUEMILA – Un genio al servizio della squadra: è così che s’è presentato Lorenzo a Palermo, in occasione dell’esordio in serie A da titolare. Una prima passerella positiva, senza dubbio, sia dal punto di vista tattico sia tecnico. Certo, l’emozione non è mancata, è ovvio e lampante, ma nonostante l’immensa classe e il potenziale ancora inesplorato non bisogna mai dimenticare i suoi 21 anni. Compiuti il 4 giugno. Detto questo, il San Paolo si frega le mani: trentacinquemila almeno, gli spettatori che domenica sperano di spaccarsi di applausi per lui e per il Napoli. Canti e cori a cotè.
LE PROVE – L’attesa è immensa, inutile girarci intorno, ma è proprio questo il punto su cui Mazzarri continua a insistere: scaricare le tensioni, la pressione che si avverte e che si sente, a maggior ragione se sei un napoletano, un giovane napoletano pronto a essere consacrato dalla tua stessa città. Dalla tua stessa gente. Lavoro e poi ancora: è soltanto questo, il tema delle giornate di Insigne e Mazzarri. Della squadra: prove tattiche, continue e senza sosta; frullati di moduli e movimenti, meccanismi e tagli. E poi l’atletica, la resistenza e il dinamismo. Al resto, cioè alla classe e al genio applicato al pallone, beh, ci ha già pensato la natura.
LA NAZIONALE – La partita con la Fiorentina e l’abbraccio con Napoli, certo. Ma non solo: il fine settimana sarà anche il momento della lunga attesa per le convocazioni di Prandelli in vista delle partite di qualificazione mondiale che l’Italia giocherà il 7 settembre a Sofia con la Bulgaria, e l’11 settembre a Modena con Malta. Lorenzo è uno dei candidati più seri alla sua Nazionale, è un predestinato, uno che farà parte del gruppo, ma c’è ancora un piccolo ostacolo da saltare prima dell’approdo nel gruppo dei grandi: l’Under 21 di Mangia, che il 6 e il 10 settembre dovrà cimentarsi in due impegni fondamentali a Casarano con Liechtenstein e Irlanda per la qualificazione al prossimo Europeo di categoria. Insigne è il leader degli azzurrini, la punta di diamante, e considerando la delicatezza degli impegni potrebbe anche essere sacrificato. Sarebbe soltanto questo il motivo. Ma Prandelli è in agguato.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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