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Maggio al Top: “Cavani? Cercherò di farlo restare”

L'azzurro mai così incisivo in nazionale: "Merito anche del modulo che ricorda quello del mio Napoli"

Maggio mai così bello, mai così importante per la Nazionale come quello ammirato al Castelao. Merito suo, della sua caparbietà, merito di Prandelli, che ha scelto un modulo che ne ha esaltato le qualità, creando a destra un treno (con lui e Candreva) che ha messo sotto addirittura la Spagna. Sono giorni davvero significativi per Christian Maggio. Questa Confederations lo ha messo adesso al secondo posto (alla pari con Bagni) come “napoletano” con più presenze in Nazionale, 28, dietro al primatista De Napoli (51 partite), scavalcando anche un certo Ciro Ferrara, arrivato a quota 26, prima di passare alla Juve. Una bella soddisfazione per l’esterno rivalutato dall’attuale c.t., dopo la comune esperienza fiorentina. Il gran finale brasiliano poi gli riserverà un’emozione particolare: «Vero, ci aspetta Cavani. Non è la nostra prima volta contro: ci siamo già affrontati a Roma, in amichevole».
Per la verità quella dell’Olimpico (15 novembre 2011) fu gara tutt’altro che amichevole, con gol decisivo di Fernandez. Ma sono dettagli. Quello che preme Italia-Cavani. Maggio lo sa: «Dite che potrebbe essere l’ultima partita da compagni-contro? Vediamo. Sarà bello trovarsi. In questi giorni non ci siamo sentiti, ci è mancato il tempo… Ma parleremo tranquillamente. Non vedo l’ora di incontrarlo, oltretutto con Edi ho sempre avuto un buon rapporto. Lo stesso vale per Gargano, un altro ragazzo, un amico che avrò il piacere di salutare». Lui sì è un ex compagno. Il matador è al centro di ogni tipo di pressione, col futuro aperto. Per parte sua Christian non si nasconde: «Io cercherò di farlo restare, poi giustamente vedrà lui, ma io spero proprio che resti!»

RIMPIANTO – All’appuntamento con l’amico Maggio ci arriva con l’animo diviso: «Rispetto ad altre partite abbiamo cambiato modulo, un modulo che ricorda quello del mio Napoli, dunque ho fatto bene. E’ stato bravo Prandelli, tra noi c’è un legame fortissimo. Lui ha trovato i giocatori giusti, il modulo giusto. Io ho trovato anche un buon feeling con Antonio, insomma ci siamo espressi alla grande, con Candreva; ma la verità è che abbiamo fatto bene tutti, fino al 120°, senza mai mollare, nonostante i crampi…L’Italia ha fatto qualcosa di grande, ci è mancato solo l’ultimo piccolo passo in più per arrivare in finale. Peccato per quei rigori… meglio adesso che al mondiale».
Fonte: Il Corriere dello Sport
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