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Maggio: “Insigne è più bravo di Lavezzi sotto porta”

L'esterno destro: "E' dura giocare su un campo di "sabbia" "

Si aspettava di più, voleva di più. Christian Maggio era sicuro che Euro 2012 sarebbe stato il passo decisivo per entrare nella lista dei più grandi esterni d’Europa. Se n’era addirittura convinto quando, dopo il rovescio in amichevole contro la Russia, Cesare Prandelli aveva virato sul 3-5-2 di marchio mazzarriano. Lo aveva fatto perché puntava sul blocco-Juve, ma il motivo a Maggio interessava poco. Lui, in quel modulo, non c’è nato, ma c’è cresciuto con Mazzarri e col Napoli sempre più forte.

IL RAMMARICO – In Polonia/Ucraina è partito titolare: bene la prima con la Spagna, assai meno la seconda con la Croazia, e quando, alla terza gara del girone contro l’Irlanda del Trap, è stato accantonato il 3-5-2 e siamo tornati al rombo, Maggio è rimasto in panchina. Al suo posto, Abate. L’Italia ha vinto, si è qualificata, è andata avanti col 4-1-2-1-2, l’esterno napoletano non ha più giocato titolare ed è tornato in campo solo per i supplementari nei quarti di finale contro l’Inghilterra, quando ha preso il secondo giallo del torneo ed è stato pure squalificato. «Come giudico il mio Europeo? Potevo dare qualcosina in più, ma alla fine è arrivato anche il mio contributo. Non mi sono arrabbiato quando sono rimasto fuori, anche se un po’ di rammarico c’era. Ero partito con altre idee, con altre ambizioni, ma non mi do colpe per quanto è successo». 

LA DIFESA A 3 – Come all’inizio dell’Europeo, Prandelli ha deciso di ripartire col 3-5-2 per il blocco-Juve e per Christian Maggio. «Sono diversi anni che gioco con la difesa a tre e questo mi aiuta». Ma se è diventato anche il modulo della Juve di Conte, il merito (o la colpa?) è del Napoli di Mazzarri. Il tecnico juventino è passato dalla difesa a 4 alla difesa a 3 proprio nella gara del San Paolo, per cercare di frenare la manovra del Napoli sugli esterni. «In questi anni Mazzarri ha mostrato cose importanti sul piano del gioco e molte squadre, quando ci hanno affrontato, hanno schierato la difesa a tre. Il Napoli dava fastidio con quel modulo. Così anche la Juve l’ha cambiato durante la stagione scorsa e l’ha confermato all’inizio di questo campionato. Mazzarri ha dato un’impronta forte al calcio italiano e non solo al Napoli» . Spiega Maggio: «Il 3-5-2 è dispendioso per chi gioca sulla fascia. Le alternative? Non ne vedo in questo momento, anche perché è da poco tempo che tante squadre giocano con questo sistema. Un nome è quello di Cassani, anche se lui nasce come terzino destro. E’ questione di adattamento, di lavoro e di allenamento. Fare l’esterno in quel modulo è più facile per un difensore, come è successo a me, perché devi imparare soprattutto i movimenti difensivi». 

 

JUVE E SCUDETTO – A Coverciano ha incontrato il gruppo juventino dopo la bufera di Pechino. Gli ha fatto i complimenti per la Supercoppa? «Veramente no, ma perché non ne abbiamo parlato. E’ acqua passata. Se Juve-Napoli sarà una sfida piena di rabbia, la nostra rabbia sarà solo positiva. Rispetto a Pechino, resta il rammarico per aver giocato una partita così importante con due uomini in meno». Quest’anno il Napoli punta in modo serio e concreto allo scudetto. «Rispetto all’anno scorso la squadra è più unita, sono arrivati molti giocatori importanti, potremo fare qualcosina in più, ma contro di noi danno tutti il massimo. Più unita vuol dire che ora fra giovani e meno giovani c’è una bella intesa. Di scudetto non ne abbiamo mai parlato, ma può essere… Possiamo dare fastidio a tanti». Alla Juve, tanto per cominciare. E’ questo il duello. «E’ un duello che va avanti da diversi anni». 

 

INSIGNE E LAVEZZI – Il Pocho era (è) un fenomeno, ma Maggio vede già una differenza a favore del suo sostituto, il giovane Insigne. «Sul piano tecnico sono giocatori molto simili. Sotto porta, però, Insigne è più concreto, Lavezzi arriva tantissime volte in zona-gol, ma spesso sbaglia la scelta finale. Di Lorenzo mi ha colpito la serietà. Anche se è giovane si vede subito che è serio. A 21 anni si può essere anche un po’ disattenti, invece lui lavora sodo e segue molto Mazzarri. Gli auguro una buona carriera» . Ricorda se stesso all’età di Insigne. «Io ero molto diverso dai ragazzi di oggi. Ero molto più chiuso, facevo fatica a socializzare con i miei compagni. Ora i giovani sono più spigliati ed è giusto che sia così. A 18 anni portavo le borracce e le borse ai magazzinieri, ora non lo fanno più. Anzi, se lo dici a un ragazzino quello ti risponde pure. Però oggi crescono più facilmente, c’è anche qualcosa di positivo». 

Finale: attenzione al San Paolo e alla Fiorentina… «E’ parecchio difficile giocare su un campo di sabbia. Nemmeno noi ci aspettavamo una cosa del genere. Speriamo che in questi giorni ci sia un miglioramento. Quanto alla Fiorentina, l’ho vista molto bene, Jovetic ha qualcosa in più, El Hamdaoui è stato una sorpresa e in più hanno un bravissimo allenatore». 

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

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