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“Marek vuol copiare Totti. E’ sempre stato voglioso di rimanere a Napoli. Con Benitez si adatterà al meglio”

A parlare è il procuratore dello slovacco Juraj Venglos. In sei stagioni 262 presenze complessive in maglia azzurra E’ già nella “top ten” dei più presenti e non vuole fermarsi

NAPOLI – Hamsik fine Napoli mai. No, non ingannatevi, non è una condanna a vita, e nemmeno deve suonare come tale. E’ soltanto una bella e molto spontanea dichiarazione d’intenti (futuribili), di amore incontaminato per una maglia che ha sentito subito sua. Tanto da esserne diventato ormai l’esplicito simbolo. Assieme a quel capitan Cannavaro, bandiera conclamata, ma con la differenza che lui non lo sapeva da subito. Ma l’ha capito strada facendo, cominciando da quel giugno di sei anni fa a posizionare piccole pietre, che poi sono diventati mattoni e poi ancora blocchi di granito. Inamovibili. Come lui stesso. Castelvolturno e Coppola Pinetamare, i due luoghi confinanti dove continua a girare la sua vita. Tali erano e tali sono rimasti, dopo la bellezza di sei stagioni incredibili, di prolungati e reiterati segnali d’amore fra lui e il Napoli. Amore eterno?

SI’, IO MI FERMO QUI – Pare proprio di sì. «Hamsik sta bene a Napoli e non intende andar via», parole di Juraj Venglos, il procuratore, in un’intervista rilasciata solo pochi giorni fa al quotidiano slovacco Pravda. «Se avesse voluto, lo avrebbe già fatto in passato: le offerte non sono mancate. Se un calciatore sta bene in un posto, non vedo perché debba cambiare squadra. Quest’anno giocherà anche la Champions. E’ pur vero che nel calcio non si sa mai: un domani può sempre arrivare un’offerta che va bene a lui ed anche a De Laurentiis. Comunque Marek può andare via fra un anno, o due, oppure rimanere tutta la carriera a Napoli, come per Totti nella Roma. De Laurentiis? E’ un uomo di spettacolo, molto diretto, un po’ showman, ma con lui si può parlare. Ci incontriamo molto spesso, più volte in un anno. Trattare con lui non è facile, è necessario sempre più di un incontro. Benitez? Marek sa adattarsi a tutti i moduli tattici. Farà sicuramente bene anche con il tecnico spagnolo». Ecco snocciolato il Marek-pensiero in tutti i suoi risvolti: per interposta persona, vero, ma di sicuro comprensivo di tutta la verità, nient’altro che la verità.

VINCERE! – Certo, non solo amore eterno sbandierato anche da migliaia di chilometri di distanza, ma anche tutto quello che vi può essere racchiuso: «Benitez è più che esperto. Credo che ci sintonizzerà tutti su di un’onda vincente», ecco partire da lui (prima che si esprimesse il procuratore), parole di futuro da colorare sempre più d’azzurro. Semmai includendovi qualche altra conquista . L’occasione fu il ritiro di Senec, nei pressi di Bratislava, prima del match qualificazione col Liechtenstein: «L’arrivo di Benitez conferma l’obiettivo del Napoli: continuare a creare le condizioni per crescere ancora di più. C’è chi arriverà e chi partirà, ma penso che saremo ancora molto forti». Gira e rigira, la lingua ora batte dove il dente è più azzurro, «Voglio restare qui. Crescere e vincere con il Napoli».

STRATOSFERICO – Un po’ Gerrard? Un po’ Lampard? Le teorie del buon Edy (Reja) ora appaiono superate, anacronistiche. Hamsik è lui e basta. Resta comunque il fatto che davvero riesce a sapere quasi sempre la palla dove va. Sempre di più. E’ il caso che diventi egli stesso punto di accostamento. Termine di paragone. Perché, oltre ai “verba” (che non volant) ci sono anche le cifre che lo dicono. E quelle non sono delebili. Sei stagioni di Napoli con 218 presenze in serie A (262 se consideriamo pure tutte le coppe), nono nella speciale classifica capeggiata da Bruscolotti Pal ‘e fierr (387), prossimo ad incalzare Buscaglia e Pesaola (240). Numeri eccelsi se poi all’interno di tutto ciò sfilano 60 gol in campionato (al netto del gol a due teste con Borja Valero) ma soprattutto una gragnuola di assist, ben 14 nell’ultima stagione. Più di Totti e lo stesso Valero.

LUI, IL NAPOLI – Gol, assist, senso innato dell’inserimento e della conclusione, totalità di repertorio dalla cresta (pardon testa) ai piedi, ora con l’aggiunta di una continuità trovata e confermata lungo tutto il campionato. Via Mazzarri? Poco male. Via (se sarà) pure Cavani? C’è di che consolarsi e pure bene. Resta lui. Con un contratto che per adesso è fino al 2016, ma che potrebbe essere di qui a poco prolungato fino al 2018, con ritocco dell’ingaggio sino ad oltre i 2,5 milioni. Ma c’è da scommette che per lui viene prima un’altra cosa. Essere il Napoli.

 

 

La Redazione

G.D.

Fonte: Corriere dello sport

 

 

 

 

 

 

 

 

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