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Mazzarri difende gli azzurri: «Abbiamo creato otto palle gol»

Il raffronto: «Rispetto allo scorso campionato abbiamo sette punti in più, sono soddisfatto»

Il silenzio brandito come le insegne di una legione romana chiusa a testuggina e in guerra contro tutti. Walter Mazzarri dopo 4 giorni di dribling spericolati a Bergamo ritrova la parola. Non aveva parlato negli spogliatoi del San Paolo dopo la vittoria sul Chievo nè martedì, prima di volare con gli azzurri a Bergamo.
Nella serata delle seconda sconfitta stagionale in campionato, il tecnico del Napoli non può essere certo contento. «Io però non penso al fatto che la Juve ha sei punti in più a noi. Ho la tranquillità di vedere che la mia squadra ha 7 punti in più rispetto a un anno fa. Se poi i bianconeri sono invincibili non lo sono solo per il Napoli ma per tutta la serie A… Ma io quell’asticella lì (lo scudetto, ndr) non l’ho fissata mai così in alto».
Questione di punti di vista, se il Napoli è squadra che lotta per il titolo, allora il ko di Bergamo è frenata brusca e dolorosa. Se è in lotta per qualcosa d’altro, la sconfitta contro i nerazzurri può essere indolore. «Tanto so già che oggi leggerò i giornali e sarà tutto un disastro, una tragedia per questa sconfitta. Ma io parlo della prestazione: possesso di palla nettamente superiore, tante occasioni per far gol, puniti nell’unico tiro in porta. A me girano le scatole molto quando perdo gare così. Come faccio a rimproverare la mia squadra?».
Mazzarri, però, lo farà. Perché di sicuro là davanti tante cose non sono andate come dovevano. Pandev si adatta al ruolo di prima punta ma è chiaro, anche nei movimenti che non lo è. E poi c’è Insigne. «Ha disputato una buona gara, anche a lui è mancato il gol. Ha avuto le sue occasioni, ma deve essere più cattivo in zona gol». Nel finale anche lui non ce la faceva più. Non può nascondere la Cavani-dipendenza del suo Napoli. «Cavani ci manca, non vedo perché dovrei nasconderlo. Ci dà profondità e consente di variare le nostre soluzioni offensive. Sta succedendo quello che ho sempre temuto: a furia di giocare troppo può anche capitare che qualcuno si faccia male».
Il tecnico non si sbilancia sui suoi tempi di recupero. Ovvio che fa male aver perso, ed è la prima volta che succede, senza il Matador in campo. «Contiamo le azioni, potevamo fare gol anche in altre situazioni. Ripeto, l’Atalanta ha fatto la gara che mi aspettavo e noi non abbiamo deluso. Anche Hamsik da due passi ha sbagliato una grande occasione, se Marek avesse segnato sono certo che avremmo addirittura vinto».
Non fa melodrammi neppure quando si scivola sull’argomento Vargas a disagio su un campo bagnato. Molto più a disagio del solito. «Io penso solo ad allenare i calciatori che mi mette a disposizione la società. Alleno Vargas e allora quando posso lo faccio giocare sperando che vada avanti nel suo il percorso di crescita. Se manca un vice-Cavani? Non fate che chiedermi sempre la stessa cosa. Di calciatori non ne parlo mai, c’è Bigon e potete farlo con lui. Perché io le mie considerazioni le esprimo alla società. Da qui a gennaio mancano ancora diverse partite».
Rompe la promessa di non parlare più del suo futuro. A domanda risponde: «L’ho detto fin da questa estate, un tecnico in scadenza ha diritto di dire ciò che vuole. Ora tutti non fate che ricamarci sopra. Con il Napoli deciderò a maggio».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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