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Mazzarri prepara la gabbia per Lodi

Contro i catanesi la migliore formazione per sfatare l'ennesimo tabù

Tanto è tutto scritto ed è (dunque) inutile parlarne, almeno per una volta: il Catania è un tarlo nella testa, scatena allergie, risucchia energie, toglie punti, ed è persino superfluo star lì a ricordare che «toccherà» ai «soliti noti» . E’ vigilia densa, viva, da attraversare sgomberando il campo da qualsiasi distrazione: e avendo avuto modo di esprimersi varie volte, stavolta s’alza il telo su Castelvolturno e cala il silenzio. Tutti attenti al 3-4-1-2, evitando divagazioni dialettiche d’una conferenza stampa nella quale ci sarebbe da annunciare il ritorno al passato recentissimo: largo ai titolarissimi, perché ormai così si fa, e in campionato – aspettando ribaltoni gerarchici, è sempre l’ora del Napoli costruito per stupire e per giocarsela fino in fondo, standosene un filino distante dall’Europa non per spocchia ma per calcolo.

LA FILASTROCCA – Ed allora, declamando con pause (quasi come s’usava nel calcio del secolo scorso): De Sanctis tra i pali; poi, da destra a sinistra, Campagnaro, Cannavaro, Aronica; e in mezzo: Maggio, Inler, Dzemaili, Zuniga; Hamsik che danza senza offrire punti di riferimento tra le linee e magari va a togliere il fiato a Lodi, al quale conviene far sentire pressione nella costruzione; e Pandev e Cavani che devono provvedere per la famiglia. E’ una seduta fondata sulla fase passiva, sulle palle inattive, sul rischio (calcolato) di dover fare la partita e magari di giocarla sotto ritmo, perché al Catania potrebbe piacere giocarsela così, tirar fuori il Napoli da là dietro, lasciarlo sbilanciare con gli esterni e poi magari addentarlo. E’ – d’altro canto – una strategia comune a chi ha meno qualità tecnica, ma che ha ardore, dinamismo e gamba, che ha il vantaggio del fattore campo da far pesare e però sa pure di doversi misurare ad armi impari: ma non ci sono dettagli da trascurare, per Mazzarri; e magari, tra le pieghe d’una giornata teoricamente normalissima, c’è solo da verificare le condizioni del polpaccio malandato di Inler che ha smesso di preoccupare ma che va sempre monitorato.
Fonte: Corriere dello Sport
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