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Mimmo Criscito: “A certi livelli il turnover è obbligatorio. A Genova gli azzurri non deluderanno”

I nove minuti più importanti della sua carriera contro il Samara, Russia orientale. È tornato in campo tre giorni fa, Mimmo Criscito, napoletano di Cercola, il Genoa nel passato recente ma ovviamente Napoli ben piazzato nella sua mente. Era fermo da sette mesi, dopo la rottura del legamento in un allenamento a marzo scorso contro il Siena. «Oggi il mio Zenit si gioca il titolo contro lo Spartak, Spalletti sa che voglio giocare: voglio vincere e poi godermi in tv la sfida di Marassi che ho provveduto a far registrare».
Criscito è un ragazzo di ghiaccio, in campo e fuori. Fa bene Benitez a continuare nel turnover?
«Non ho dubbi che questa sia l’unica strada per centellinare le forze: a certi livelli non ci sono alternative. Impossibile mantenere la giusta tensione e concentrazione quando si gioca a questi livelli ogni tre giorni. Martedì in Champions contro l’Austria Vienna anche noi faremo dei cambi rispetto a oggi».
Hamsik o Higuain?
«Banale. Io dico Lorenzo Insigne: ha personalità, parla con calma, sembra vivere le partite senza pressioni. Difficile vedergli sbagliare scelta, quasi impossibile scorgere nel suo sguardo un filo di emozione».
Poi è napoletano. Come lei.
«Lui peraltro è cresciuto nel Napoli. Io invece ho fatto una scelta diversa: il club azzurro mi fece una proposta per entrare nel settore giovanile. Non era la società di ora, organizzata e proiettata nel futuro, ma quella che l’ha preceduta. Ho detto di no e ho scelto il Genoa. Che ora è nel mio cuore perché come Napoli, è casa mia».
Il Napoli oggi è favorito?
«È una squadra fantastica che lotterà per lo scudetto: ha una rosa di enorme qualità, neppure io credevo fosse così indolore riuscire a fare a meno di Cavani»
Però contro le piccole continua a perdere troppe occasioni.
«Impensabile che non riuscisse a battere il Sassuolo, mi ha davvero sorpreso il pareggio di mercoledì. Sarà un problema in più per il mio Genoa: gli azzurri non possono di certo sbagliare due gare di seguito».
Non è che con la testa sono già all’Arsenal?
«Poteva magari succedere due, tre anni fa. Ma non adesso: questo Napoli è una big a livello europeo con un allenatore che è un vero maestro nella gestione dell’organico. Impossibile vincere con 13-14 giocatori: bisogna far crescere tutto il gruppo. E il gruppo cresce se gioca».
Criscito al Milan: ci crede? 
«No. Solo voci. A San Pietroburgo sto bene. Io mi aspetto di rimanere ancora allo Zenit. Piuttosto sento voci che parlano di Witsel, il belga. A noi ha portato tanta qualità a centrocampo. Può essere l’uomo che potrebbe far fare il salto al Napoli. Anche se io me lo tengo ben stretto qui».
La Nazionale torna a Napoli il 15 ottobre.
«Devo riconquistarmi un posto con l’Italia, spero già contro l’Armenia al San Paolo. La rabbia per l’Europeo è passata: ora ho in testa solo il Brasile. Devo convincere Prandelli, lui non ha preclusioni nei miei confronti. Ritrovare la maglia dell’Italia non è una rivincita: è un obiettivo. Anche perché sono sicuro che appena me la ridaranno, non la perderò più. E io e Lorenzo ai Mondiali saremo l’orgoglio di Napoli».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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