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“Mister” Lucarelli si rimette in gioco: “Volevo fare l’allenatore”

Nuova vita per l'ex azzurro: "Il fisico non mi permetteva più di essere l'attaccante per questo calcio moderno"

Di soddisfazioni da giocatore se n’è tolte. Ha vestito la maglia della nazionale, ha giocato nella Liga spagnola con il Valencia, ha provato l’esperienza del calcio dell’est Europa con lo Shakhtar Donetsk, è stato una bandiera del Livorno e tra serie B e serie A ha messo a segno più di 200 gol. Il curriculum di Cristiano Lucarelli parla da solo, ma ora ha deciso di mettersi nuovamente in discussione. Come Pippo Inzaghi, anche l’ex bomber di Livorno e Parma ha deciso di sedersi su una panchina accettando l’offerta del club emiliano alla guida degli allievi nazionali. “Frequento Parma dall’inizio del 2008 e il rapporto di stima e affetto con il presidente e il direttore è iniziato da tempo, così come quello con il responsabile del settore giovanile Francesco Palmieri – le parole di Cristiano Lucarelli -. Con queste premesse, per me è stato facile prendere una decisione importante, perché comunque significa chiudere con una carriera ed iniziarne un’altra. Non ho pensato nemmeno un secondo prima di scegliere il Parma, perché sapevo che persone avrei avuto al mio fianco e in che società sarei arrivato. Una società che, sia nel settore giovanile che nella prima squadra, è sempre stata un trampolino di lancio importante per tanti allenatori”.
NON NE AVEVO PIU’ – “Non mi sono nemmeno reso conto di finire la carriera da calciatore, perché avevo già l’entusiasmo e l’adrenalina per cominciare questa nuova avventura – ha proseguito Lucarelli -. Chiaramente devo ringraziare il Parma perché non era così scontato che la cosa potesse accadere. Per me è stata l’ennesima dimostrazione di fiducia e spero di ripagarla facendo crescere dei giovani che un domani possano far parte della prima squadra del Parma. Ritenevo quello da calciatore un percorso che andava esaurendosi perché il fisico non mi permetteva più di essere l’attaccante che il calcio moderno richiede, quindi essere anche il primo difensore come ad esempio si vede fare a Cavani nel Napoli. E poi sentivo forte questo entusiasmo di poter fare l’allenatore. Il passaggio è stata indolore. Quello che è cambiato è l’approccio quotidiano: da calciatore ti devi occupare solo di te stesso, da tecnico di devi prendere cura di tutto il gruppo di 24-25 aspiranti calciatori e devi fare in modo che si preparino in un certo modo per diventare professionisti”.
IL MISTER E’ UNA FIGURA PATERNA – “La difficoltà più grossa di questi primi giorni? Il fatto che i ragazzi all’inizio mi chiamassero mister e io tiravo dritto senza capire che si stessero rivolgendo a me – scherza Lucarelli -. Non ero abituato a sentirmi dare del lei. Tutti gli allenatori che ho avuto mi serviranno come bagaglio d’esperienza, ma poi ognuno deve costruirsi un suo sistema. Anche da allenatori l’obiettivo è arrivare ai massimi livelli. Mi auguro che Parma possa essere anche per me un trampolino di lancio come lo è stato in passato per molti altri tecnici. La difficoltà di allenare un gruppo così giovane non riguarda la tattica, ma parlare con ragazzi di 16 anni. Bisogna stare attenti a quello che si dice altrimenti si rischia di fare danni. Molti ragazzi vedono nell’allenatore quasi un secondo padre con cui confidarsi, con cui parlare dei problemi della scuola, dei primi fidanzamenti, delle difficoltà con i genitori. Bisogna cercare di conoscere ogni ragazzo e capire di cosa ha bisogno”.
PROMESSA MANTENUTA – Parole d’orgoglio anche da parte dell’ad emiliano, Pietro Leonardi. “Abbiamo dato seguito a quanto già annunciato l’anno scorso quando Lucarelli si trasferì a Napoli, ovvero che nel momento in cui avrebbe deciso di interrompere la carriera da calciatore e iniziare quella da allenatore sarebbe tornato da noi – ha spiegato -. Lui ci ha dato l’onore di iniziare questa nuova avventura insieme. Oltre a stimare il professionista, lo stimiamo per l’impegno che ci sta già mettendo da tecnico ma anche da istruttore. Ci auguriamo che questo saia l’inizio di una straordinaria carriera, ancora migliore di quella che ha avuto da calciatore”.

Fonte: Repubblica

La Redazione

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