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Mondonico: «Napoli, adesso o mai più è l’ultima chiamata per uscire dalla crisi»

Dzemaili sarà in campo dal primo minuto contro l’Atalanta

Il suo passato dice che è un doppio ex. Tra le tante panchine sulle quali si è accomodato, non sono mancate Atalanta e Napoli. Grandi soddisfazioni con i bergamaschi (una semifinale di coppa delle Coppe e una promozione in A), un rammarico enorme quando, nel 2001, non riuscì a salvare il Napoli dalla retrocessione. «È una giornata di campionato importantissima per entrambe. Il Napoli deve saltare il fosso e allontanare la crisi, adesso o mai più. I bergamaschi sono reduci da un importantissimo successo e ora vorranno ripetersi per ipotecare definitivamente la salvezza».
Mondonico, questo significa che il Napoli rischia?
«È l’ora della verità: mi pare ovvio che l’unico obiettivo alla portata della squadra di Mazzarri sia adesso il secondo posto. Il Napoli deve ritrovare sé stesso e l’esperienza dell’allenatore sarà determinante in questa fase delicata della stagione».
Il Milan sta risalendo alla grande e si è messo in corsia di sorpasso.
«Brutta gatta da pelare. Diciamo subito che i rossoneri hanno speso molte energie psicofisiche nel doppio confronto contro il Barcellona: se avesse superato il turno con la forza dei nervi e con l’entusiasmo sarebbe ritornato in campionato più forte che mai. La delusione per l’eliminazione c’è stata, non so se e come supererà la fase calante».
Non è che il Napoli sia messo meglio, quello visto a Verona è stato deludente.
«Sì, a tutti non è piaciuto, vive su situazioni nervose e questo non è positivo. Se da una parte c’è la Juventus che balla mascherata, dall’altra c’è una squadra troppo tesa e questo porta enormi svantaggi».
Come se ne può uscire?
«Per me è fondamentale l’aspetto psicologico, il Napoli ha necessità assoluta di ritrovare la tranquillità e la voglia di giocare che pare aver smarrito nell’ultimo mese».
Quanto incide la psicologia di un allenatore?
«Tanto. È Mazzarri l’unico in grado di trasmettere serenità alla squadra, non deve soltanto lamentarsi. Il Napoli non ha bisogno di scaricare sempre le colpe su qualcuno, ora occorrono certezze. In questo momento credo che Mazzarri debba esaltarsi nel suo lavoro e nella sua professionalità, deve capire che lui non è l’allenatore ma è il Napoli».
La storia del suo rinnovo contrattuale può aver minato la tranquillità dell’ambiente?
«Non so fino a che punto può influire una situazione del genere però dà noia e parlarne ogni giorno non fa bene».
Cavani è un altro leader azzurro che non attraversa una fase positiva.
«Lo stato d’animo di Cavani può dipendere da tanti fattori. È scontato parlare di lui perché non segna: troppe polemiche, tante parole, i giocatori devono isolarsi e non essere influenzati da quello che accade fuori lo spogliatoio. Cavani deve ritrovare la concentrazione, perché se cerca con ostinazione il gol non lo troverà mai. È meglio che inizi ad impiegarsi per la squadra, e che tutto l’entusiasmo si riversi sulle sue prestazioni a prescindere dal gol. La forza di Cavani è quella di giocare a tutto campo, lui i gol se li costruisce da lontano, dovrebbe solamente essere più tranquillo e non lasciarsi ossessionare dal fatto che non segna».
Guardando la classifica viene da pensare solo alla zona Champions?
«La Juventus ha molte gare e un calendario poco agevole: la Champions sicuro gli toglierà qualcosa a livello di punti, e allora chi sta dietro ci deve provare. Nessuno mette in discussione che sia la squadra più forte ma non è bello gettare la spugna adesso. Chi prima parlava di Europa League adesso punta al terzo posto, chi era terzo vuole arrivare secondo, il Napoli sognava lo scudetto ma deve ritrovare le energie per blindare il secondo posto. Le motivazioni non mancano, vediamo chi ne avrà di più».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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