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Montella e Lodi, pericoli napoletani nella missione zona Champions

L’ex bomber della Roma e il centrocampista cresciuti nell’Usd a Castello di Cisterna

Montella e Lodi, talento partenopeo in terra straniera. La rivelazione tra i tecnici e il nuovo Pirlo sulla strada del Napoli che cerca il ritorno in Champions. Diversi per carattere, uniti tuttavia dalle stesse «origini» calcistiche: entrambi sono prodotti del fertile vivaio della scuola Calcio Usd San Nicola di Castello di Cisterna (paese natìo di Montella) al pari di Di Natale, Caccia e dell’ultimo gioiellino della Roma Piscitella. Tutti scoperti dal talent scout Lorenzo D’Amato, attuale dg della scuola calcio, tutti lanciati nel grande calcio dall’asse San Nicola-Empoli.
Trasferitosi a 13 anni in Toscana, da lì Montella iniziò la scalata che lo ha portato a segnare 141 gol in serie A e 235 in carriera, vincendo scudetto e Supercoppa con la Roma. Proprio dalla capitale è iniziata la sua seconda carriera di allenatore: rileva il dimissionario Ranieri al 26° turno e porta la Roma a vincere il derby con la Lazio, al sesto posto in classifica (Europa League) con l’ottima media di 1.85 punti a gara nelle 13 giornate finali. Il nuovo corso yankee giallorosso decide tuttavia di ingaggiare Luis Enrique.
Su Montella punta tutto il Catania, che deve anche alle sue idee di gioco il 7° posto in classifica: la duttilità tattica (passa dal 4-3-3 al 3-5-2), la voglia di produrre calcio offensivo e l’aver puntato sui piedi buoni tra i suoi segreti. Vincenzo è un napoletano introverso, sobrio e non è mai stato tifoso del Napoli. Spesso lo si vedeva a Ischia dove aveva un pub, l’«M9» molto frequentato, è ambizioso e potrebbe decidere di restare un altro anno in Sicilia prima di accettare altre offerte (Napoli, Inter e Lazio lo stimano).
Da sempre tifosissimo degli azzurri è invece Ciccio Lodi, ultimo di otto fratelli, nato a Napoli ma cresciuto a Frattamaggiore, con il papà macellaio e vicino al campo sportivo. Ha studiato le punizioni di Maradona in dvd e sin da piccolo sfidava gli amici per strada sui calci da fermo. Sinistro vellutato, retrocesso da Montella dalla posizione di trequartista (dove pure aveva fatto sfracelli segnando 58 gol tra Empoli e Frosinone in B) a quello di regista, dove fa valere anche le sue doti fisiche (è alto 1.83), sogna di diventare l’erede di Pirlo, anche in Nazionale.
Almeno due volte vicino al Napoli, l’ultima quando il club gli preferì De Zerbi per vincere la B, domani sarà emozionato e avrà i familiari al San Paolo, con cui proverà a festeggiare a fine gara i 28 anni compiuti ieri. Con il fratello Salvatore ha fondato a Frattamaggiore la scuola calcio «Polisportiva Fratelli Lodi», ricordando i suoi primi passi all’Oasis e poi all’Usd San Nicola, prima di emigrare a 11 anni a Empoli dove ha affinato carattere e capacità tattiche. La classe è rimasta intatta: al Napoli ha già segnato e accadde proprio al San Paolo. Il 2 dicembre del 2006, in B, segnò il rigore dell’1-1 col Frosinone. Desidera segnare di nuovo, ma ancor di più rivedere il Napoli in Champions, avendo tifato dinanzi alla tv per gli azzurri, delle cui gare chiede sempre il risultato dopo aver terminato le gare col Catania.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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