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Napoli-Atalanta, l’analisi tattica di Bacconi: Reveillere e Callejon da favola

La partenza del Napoli è autorevole. Il suo possesso palla nei primi 10 minuti è scorrevole e orientato a conquistare metri nella metà campo avversaria. Nascono così gli spunti iniziali di Callejon e Pandev. Colantuano capisce le difficoltà decide di abbandonare quasi subito il 4-4-2 per abbassare Baselli e ridisegnare l’Atalanta secondo il 4-3-3. È proprio il giovane Under 21 a tamponare al 13’ l’ennesima percussione centrale di Callejon. Dalla mischia esce palla al piede il neo acquisto Benalouane che vede il corto-lungo di Livaja e lo serve sulla corsa. A centro area schizza De Luca alle spalle di Britos a finalizzare il cross radente del compagno. La velocità dei due attaccanti neroazzurri ed il preciso viaggio della palla rendono impotente la fragile organizzazione difensiva del Napoli che va ko.
Ma non c’è neanche il tempo di vedere il replay che Callejon rimette i suoi in pista. Un gol da manicomio. Ancora una volta con la squadra avversaria piazzata, ancora una volta grazie alle qualità individuali di due nuovi acquisti. Prima del capolavoro dell’ex madridista non si può non apprezzare infatti la calibrazione del lancio di Reveillere che scavalca di giustezza Del Grosso prima di accomodarsi sull’esterno destro di Callejon.
Il canovaccio della gara è abbastanza scolastico. Benitez chiede ai suoi di aggirare l’avversario con frequenti cambi di gioco e sfruttare poi la velocità di Insigne e Callejon sulle fasce. Colantuono cerca la densità bassa e pretende dai suoi la gamba per ripartire negli spazi. Ne viene fuori una gara comunque interessante anche se senza grandi sussulti. Certo il Napoli senza Higuain (l’arco) e senza Mertens (una delle frecce più acuminate) è come una truppa con poche armi e scarse munizioni. Un attacco organizzato come quello del Napoli non può avere in Zapata il suo terminale offensivo. I suoi impacci nel mettersi in azione e nel controllo palla sono evidenti al 25’ quando sull’invitante rifinitura di Pandev si allarga bene ma poi sbaglia completamente lo stop, concludendo in maniera scoordinata.
Impalpabile anche la prestazione di Radosevic, in mediana al posto di Dzemaili. Il giovane croato si muove molto ma dimostra ancora di essere abbastanza acerbo: poche palle intercettate, poche iniziative personali, poco inserito nei flussi di gioco della squadra. Gli inviti più interessanti arrivano quasi sempre da Insigne che entra spesso in mezzo al campo, consentendo gli inserimenti dei compagni. Proprio in chiusura di frazione è puntuale l’arrivo di Maggio (che conferma il suo trend positivo) servito da Lorenzinho con l’ennesimo cambio di gioco. Sul cross salva in scivolata Yepes. La firma di Insigne anche sulla traversa da calcio piazzato (formato Dortmund) e nell’azione del gol del rocambolesco gol del 2-1 che arriva, coincidenza non casuale, dopo l’ingresso del ritrovato Hamsik e dell’architetto. Lo slovacco entra immediatamente nel vivo del gioco dando sempre una soluzione di passaggio al portatore di palla.
Ma torniamo al gol. Revelliere bissa l’idea vincente del primo tempo e cerca sul secondo palo Higuain partito in netto anticipo e quindi in chiara posizione di offside. Del Grosso a oltre 2 metri dal Pipita, e ignaro probabilmente della normativa Uefa sul limite della zona di interferenza (massimo un metro e mezzo), cerca con gli occhi e con il braccio alzato l’assistente di linea. La sua schiena respinge però la palla sui piedi di Insigne che segna. Il polverone successivo porta solo Yepes negli spogliatoi e chiude di fatto il match.
Anche il terzo gol ha la stessa matrice tattica dei due precedenti. Azione che si sviluppa a sinistra per poi concludersi con l’attacco sul lato debole dell’Atalanta tramite cambio di gioco. In questo caso il lancio in diagonale, a scavalcare Del Grosso (che giornataccia per l’ex terzino del Siena), è di Inler. Callejon questa volta cambia l’angolo di destinazione del tiro, il primo palo, e le modalità per raggiungerlo. Invece di inarcarsi per il colpo di potenza di collo piede opta per l’appoggio di interno. Una vittoria legittima e che legittima la ricorsa del Napoli che ora aspetta notizie dal mercato.

Fonte: Il Mattino.

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