Fermo al palo il Napoli. Quello centrato da Santana dopo mezz’ora, il pallone sul legno destro dopo la combinazione argentina con Lavezzi e Fernandez. Il turn-over deciso da Mazzarri non è stato pesante come quello di Verona, pagato con la prima sconfitta in campionato: rispetto al match con il Bayern dentro Fernandez, Dzemaili, Santana e Dossena, quattro novità. Ma la squadra ha pagato altro. In questo momento risente dell’appannamento di Cavani e anche Lavezzi non ha brillato per la continuità, tant’è che il tecnico lo ha sostituito provocando la sua stizzita reazione. Il Matador è fermo alla tripletta realizzata il 18 settembre contro il Milan. Per lui sono stati un problema l’infortunio alla caviglia, i voli transoceanici per gli impegni con l’Uruguay e soprattutto la condizione fisica che comincia a risentire della preparazione precampionato non effettuata per gli impegni in Coppa America. Mazzarri, però, non lo ha tirato fuori: gli ha concesso 96′ al Sant’Elia anche se i prossimi test – Udinese al San Paolo, trasferte a Catania e Monaco di Baviera – saranno più impegnativi.
Nell’ultimo quarto d’ora, quando in campo sono entrati Inler e Maggio, il Napoli ha cercato il colpo. Intensa la spinta di Zuniga e Maggio sul lato destro, Hamsik ha cercato di avviare il gioco però Cavani non riusciva a seguirlo. E il Cagliari ha dato la sensazione di accontentarsi del pareggio. I rossoblu hanno impegnato il Napoli nel primo tempo, addirittura dopo 4′ – a causa di un errore di Gargano, capitano di giornata – Nenè ha avuto la chance per segnare, tuttavia De Sanctis è stato tempestivo e freddo. La difesa non è stata impeccabile, in particolare il giovane Fernandez, per la prima volta schierato da centrale, possibile esperimento in vista del match Champions contro il Bayern Monaco (Cannavaro sarà assente per squalifica). Gli inserimenti di Cossu, bel trequartista, hanno fatto penare Campagnaro e Gargano. E Nenè si è presentato nuovamente in zona-tiro al 24′, colpendo la traversa dopo essere sfuggito alla presa di Fernandez.
Il Napoli ha cercato di alzare il ritmo e di creare pressione sul Cagliari. Cavani si è allargato molto, lasciando a Santana e Dzemaili la possibilità di inserimenti centrali. Ma con modesti risultati, almeno finché non c’è stato il palo di Santana (33′). E pochi minuti dopo l’argentino, titolare al posto di Hamsik, si è ripetuto con il colpo di testa deviato da Agazzi. Il Cagliari si è rifatto vivo con un tiro dalla distanza di Nainggolan: traversa al 35′. Un altro brivido per De Sanctis, l’ultimo, perché poi nella ripresa si è visto poco. Si è avvertita la sensazione di due squadre che non volessero troppo rischiare. Il Napoli si è ulteriormente coperto con Inler, sostituto dell’infortunato Gargano, cercando di dare un po’ di gas a destra con Zuniga-Maggio e non riuscendo a sfruttare il contropiede avviato dal colombiano e Hamsik: Dzemaili perdeva l’attimo buono, il suo pallone era respinto da Agazzi. I rifornimenti non venivano sfruttati da Cavani, l’ombra del Matador. Fosse stato il solito, quello in grado di piegare un mese fa il Milan, sarebbe scattato come un falco sul pallone respinto nel finale dal portiere su tiro di Maggio. Invece, niente, lo ha visto sfilare.
Non è casuale che il Napoli abbia rallentato in campionato (un punto nelle ultime due partite) adesso che Cavani non offre i numeri e i gol, da fenomeno, della scorsa stagione.
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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