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Napoli scippato a Pechino. Mazzoleni e Stefani portano la Supercoppa a Torino

Una finale così intensa ed emozionante non può essere risolta dal protagonismo di arbitro ed assistenti

Le pagine sportive delle ultime settimane erano ricche di articoli sugli scippi alla moglie di Cavani e a quella di Ibrahimovic; il primo è avvenuto a Napoli e naturalmente ha stravinto il confronto mediatico con l’episodio parigino.

A Pechino oggi c’è stato un altro scippo, stavolta non si tratta di orologi di lusso o denaro, ma di una Coppa, la Supercoppa Italiana. Nel pre-partita gli inviati a Pechino hanno raccontato della felicità della Lega Calcio per la portata di pubblico ed economica creata dalla Supercoppa in Cina. Oltre all’aspetto economico, ci sarebbe l’immagine di cui dovrebbero cominciare a preoccuparsi i vertici del calcio. A Pechino si è disputato il primo trofeo ufficiale dopo l’estate del calcioscommesse, dell’indagine delle Procure, delle sconvolgenti ammissioni dei pentiti che hanno fotografato un mondo completamente sventrato dal business delle scommesse e dai suoi risvolti criminali.

La reputazione del mondo del pallone all’estero è già ai minimi storici; neanche l’ottimo Europeo dei ragazzi di Prandelli è riuscito ad invertire la tendenza.

“Se il buongiorno si vede dal mattino”, è il commento alla capacità di sei arbitri di cambiare l’andamento di una gara con decisioni ingiuste e “cervellotiche”. Le immagini di Rai Sport nel post-partita hanno confermato che il rigore non è “dubbio”, “da rivedere”, come sostengono gli equilibrati salotti televisivi, ma nettamente inesistente. Fernandez marca Vucinic regolarmente, come si fa in tantissime azioni di gioco, il minimo contatto tra i due non ha nessun impatto sul movimento del montenegrino, furbo nel “guidare” la decisione di Mazzoleni ed incredibilmente dell’arbitro di porta Rizzoli, a pochissimi metri dall’accaduto.

Non è finita qui, all’84’ Pandev viene espulso per presunte espressioni ingiuriose rivolte all’assistente Stefani; il macedone ha ribadito più volte negli spogliatoi di aver detto nulla di grave e di non capire l’espulsione subita. Una finale intensa, una partita emozionante nonostante entrambe le squadre non siano ancora al meglio sotto il profilo atletico ribaltata da una terna arbitrale senza buon senso e capace di perdere in pochi minuti il controllo della situazione, come quando all’ultimo secondo dei tempi regolamentari viene Zuniga per doppia ammonizione dopo un intervento su Giovinco.

Il ricordo va agli episodi decisivi, ma se gli organi competenti rivedessero attentamente il match, potrebbero constatare tante scelte molto discutibili: punizioni invertite, “due pesi e due misure” nella gestione dei cartellini.

Il Napoli sul 2-2 in nove uomini non ha avuto la forza psicologica, l’equilibrio mentale per opporre resistenza alla Juventus; è un rammarico per gli azzurri che i bianconeri siano passati in vantaggio grazie ad un errore della coppia Maggio-De Sanctis.

E’ condivisibile la scelta di disertare la premiazione ma non basta per lasciare il segno a livello mediatico; è necessario un intervento di De Laurentiis sull’ingiustizia subita a Pechino.

Anche se la condotta di Mazzoleni e dei suoi assistenti rende difficile parlare di calcio, ci proviamo cercando di raccogliere qualche spunto dalla partita di Pechino.

Cavani non si è mai fermato ma la sua prestazione dimostra che l’uruguagio ha una resistenza atletica così sviluppata da rendere inutili le vacanze. Il Matador è stato encomiabile per i chilometri percorsi, per il contributo in fase difensiva; l’unico appunto è l’egoismo da prima punta che gli ha impedito di servire Hamsik e realizzare così il 3-1 ad inizio ripresa.

Il centrocampo ha retto complessivamente bene all’esame contro una delle mediane più forti d’Europa; Inler ha combattuto come un leone, anche se non è riuscito mai a prendere il sopravvento sugli avversari, Behrami è stato tra i migliori in campo per il grande lavoro compiuto in termini di corsa, intensità e dinamismo. Il “punto debole” è sempre il reparto difensivo soprattutto quando avversari come Vucinic e Giovinco sono capaci di non dare punti di riferimento. Il montenegrino ha mandato in crisi i difensori del Napoli soffrendo la sua mobilità; prima del rigore inesistente, Vucinic aveva colpito una traversa ed era stato fermato da Cannavaro nei pressi della linea di porta.

Mazzarri dovrà escogitare delle soluzioni per migliorare la fase difensiva; non è un dato da trascurare che gli azzurri hanno subito gol contro Bayern Monaco, Bayer Leverkusen, Sporting Braga e Juventus. Solamente il Bordeaux non è riuscito a far gol al Napoli durante il calcio d’agosto.

Behrami segue i meccanismi chiesti dall’allenatore e si abbassa molto in fase di non possesso per fare filtro davanti alla difesa, ma bisogna lavorare sulla reattività dei singoli, sulla tenuta della concentrazione per l’intera durata delle partite. Un aiuto potrebbe arrivare dal mercato; a questa squadra manca un difensore di passo rapido, non ci si può affidare sempre e solo all’eterno Campagnaro.

Lo diciamo per il futuro, per il campionato che inizia il 26 Agosto a Palermo; oggi, contro la svolta imposta al match da Mazzoleni, Rizzoli e Stefani i ragazzi di Mazzarri non potevano fare nulla.

Ciro Troise

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I Am Naples Testata Giornalistica - aut. Tribunale di Napoli n. 33 del 30/03/2011 Editore: Francesco Cortese - Andrea Bozzo Direttore responsabile: Ciro Troise © 2021 IamNaples
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