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Napoli senza testa, Catania lo riagguanta

Gli errori difensivi rovinano una prestazione positiva degli azzurri

Bellissima, vibrante, folle. No, chi ieri ha seguito Napoli-Catania non si è annoiato: quattro gol un paio di pali, clamorose occasioni da gol. Un secondo tempo senza un attimo di respiro. Dopo ventitre minuti della ripresa il Catania sembrava ko, incapace di rialzarsi dopo aver subito l’uno-due di Dzemaili e Cavani. Poi il Fato e, soprattutto, Montella hanno rimescolato le carte. I siciliani sono risorti e il Napoli è crollato, vittima di vecchi difetti, già pagati a caro prezzo a Londra, amplificati da scelte obbligate (la sostituzione di Fernandez, colpito da crampi, l’unico in grado di garantire sicurezza nel gioco aereo). Una occasione perduta per la squadra di Mazzarri che avrebbe potuto staccare l’Udinese restando nella scia della Lazio. Una occasione ritrovata per il Catania che nel giro di undici minuti ha realizzato una rimonta che appariva impossibile. La squadra di Montella ha riconfermato di poter recitare un ruolo da protagonista nella corsa europea. Ieri il tecnico di Castello di Cisterna, cioè di casa da queste parti, ha rivoluzionato la sua squadra, l’ha sistemata in maniera diversa rispetto alle ultime esibizioni con una difesa a tre protetta da uno «schermo», Lodi, una linea di quattro centrocampisti e due attaccanti. In sostanza, un Catania simile tatticamente al Napoli e per un tempo la squadra di Mazzarri, tradita anche da un paio di Tenori (Hamsik e Lavezzi) ha faticato: gli spazi a venti metri dall’area diventavano molto intasati e ai ragazzi di Mazzarri mancava la precisione nella rifinitura. Le cose sono cambiate quando in campo è comparso Pandev che si è sistemato alle spalle di Cavani e Lavezzi. L’ex interista è uno che salta l’uomo, crea superiorità numerica e sa rifinire: non a caso il raddoppio di Cavani è arrivato (in maniera rocambolesca: palo, palla che ritorna verso l’uruguaiano, nuovo tiro e bersaglio centrato) da una formidabile azione di Goran con assist in profondità a mettere il compagno solo davanti a Carrizo (il gioco gli era riuscito anche otto minuti prima, al 15′, ma Cavani aveva sbagliato un gol per lui facilissimo, con la porta praticamente spalancata).

RICAMBI – Il Catania ha un pregio: non perde mai la calma, non smarrisce mai le coordinate, non si arrende. Fra il 13′ e il 27′ della ripresa, la squadra di Montella è apparsa come una barca in balia dei marosi (Pandev con una azione personale prendeva anche un palo). Ma a quel punto il tecnico catanese ricambiava interpreti e copione. Prima, via Marchese, che era stato abbastanza inconsistente sulla fascia sinistra contrapposto a uno Zuniga tutt’altro che entusiasmante, e dentro Llama. E dal piede del nuovo entrato è partito l’angolo che Spolli, svettando imperiosamente di testa, ha spinto alle spalle di De Sanctis. Poi ha rinunciato a Barrientos. Infine, ha messo dentro Lanzafame che due minuti dopo l’ingresso in campo ha trovato, sempre su un angolo battuto da Llama, una palla che Zuniga gli ha fermato a due passi dalla linea di porta: troppo facile spedirla dentro.

DIFETTI – Una cosa è chiara: il Catania ha ottimi saltatori, Spolli in primo luogo. Una seconda cosa è chiara: il Napoli sulle palle alte, attive e inattive, va in difficoltà. Fernandez forse non è un fenomeno, ma nel gioco aereo è decisamente abile, più abile degli altri difensori a disposizione di Mazzarri. E così quando Paolo Cannavaro è entrato al posto dell’argentino, gli equilibri sono cambiati e il Napoli è andato in crisi sulle palle alte. Prima ha evitato il peggio Aronica, salvando sulla linea dopo una uscita suicida di De Sanctis. Dopo è arrivato il diluvio, cioè i due gol, la rimonta e un risultato che conferma quanto il Catania risulti indigesto alla squadra di Mazzarri (in Sicilia, andò in vantaggio ma poi perse, anche se in quel caso pagò pure l’inferiorità numerica). Partite a disposizione il Napoli ne ha ancora parecchie per inseguire il terzo posto e per buona parte del secondo tempo ieri è stato anche bello e convincente. Ma si porta dietro questo limite che è costato l’eliminazione dalla Champions e troppi gol (subiti) in campionato. Certo, ieri Lavezzi e compagni hanno trovato un Catania molto bello, quadrato, solido, che riusciva a portare in fase di non possesso dietro la linea della palla nove uomini. Montella ha creato tanta di quella densità che solo un episodio avrebbe potuto indirizzare la partita a favore del Napoli. E il Napoli a sua volta questo episodio l’ha trovato con una conclusione spettacolare di Dzemaili dalla distanza (all’incrocio dei pali). Ma alla fine la squadra di Mazzarri ha confermato di incontrare delle difficoltà quando si tratta di gestire il risultato congelando il pallone mentre quella di Montella ha ribadito di poter raggiungere la porta avversaria in mille modi e, soprattutto, in tutti i minuti di una partita, anche a cinque dalla fine.

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

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