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«Niente più corse»: Agnano chiude per crisi

Per l’Assi non ci sono le condizioni per svolgere le gare nella struttura

L’ippodromo di Agnano, già chiuso da due settimane, è stato ora sospeso ufficialmente dall’Assi (ex Unire), l’ente che gestisce l’ippica per conto del ministero delle Politiche Agricole. Contestualmente alla sospensione immediata, annunciata ieri con un comunicato, è stata avviata la procedura per la risoluzione del contratto tra Agnano e l’Assi in virtù del quale si organizzano le corse. In sintesi: indipendentemente dallo sciopero dei dipendenti scaturito dalla mancata corresponsione di tre stipendi, ad Agnano per il momento non si potranno svolgere corse. Già nei giorni scorsi erano stati dirottati su altri ippodromi i convegni di fine ottobre e inizio novembre. E domani a Tor di Valle si disputerà il napoletanissimo Freccia d’Europa, una corsa di grande tradizione che vedrà al via anche Mack Grace Sm, vincitore dell’ultimo Lotteria.
Con l’astensione dei dipendenti non è stato possibile effettuare quelle operazioni (soprattutto manutenzione delle piste e raccolta del letame) indispensabili per la funzionalità di un ippodromo nel quale risiedono stabilmente circa settecento cavalli, seicento di trotto e cento di galoppo. Cavalli che non possono allenarsi regolarmente se le piste non sono innaffiate e strisciate a dovere (quelle di trotto) e non si tagliano le erbacce e si livellano le buche in quelle di galoppo.
Quali gli scenari possibili? Due le ipotesi. La prima. Stamane la società paga parte degli stipendi arretrati, come hanno chiesto più volte i rappresentanti sindacali, e i dipendenti ritornano alacremente al lavoro. In dieci giorni sistemano l’ippodromo, ritornano gli ispettori dell’Assi e ridanno l’agibilità all’impianto. Un’ipotesi che fa a pugni con quanto accaduto finora in quanto la società, tramite Gaetano Papalia, ha ribadito che non può soddisfare le richieste dei lavoratori in quanto i proventi maturati presso l’Assi sono stati bloccati da un ricorso di Equitalia. Papalia ha invitato i dipendenti ad aver pazienza e ad accontentarsi di anticipi che potrebbero essere incrementati con le somme ricavate dal fitto dei box. Invito finora respinto perché – spiegano i sindacati – i lavoratori sono alla fame.
Seconda ipotesi. I dipendenti continuano lo sciopero, la società non riesce a bloccare la procedura di risoluzione del contratto da parte dell’Assi e dovrà farsi forzatamente da parte. In questo caso, prima della fine di novembre, Agnano diventerebbe ex ippodromo fino a quando (tre mesi, un anno?) eventuali nuovi imprenditori non manifestassero la volontà di investire nell’impianto. A questo punto entrerebbe obbligatoriamente in gioco il Comune, proprietario della struttura, che finora nella vicenda ha svolto solo un marginale e purtroppo infruttifero ruolo di mediazione. Un nuovo gestore per avere la concessione per l’organizzazione delle corse, oltre ai requisiti di legge, dovrà presentarsi all’Assi con un titolo: la riconosciuta disponibilità dell’impianto. Ovvero il contratto di fitto con il Comune. L’attuale in vigore con la società che fa capo a Papalia scade nel 2015. Dunque il Comune dovrebbe muoversi tempestivamente e congiuntamente con l’Assi per assicurare un futuro non troppo lontano ad Agnano. In ballo non ci sono solo i posti di lavori dei 77 dipendenti in pianta stabile e dei 49 part-time dell’ippodromo ma tutta l’economia del pianeta-Agnano. Un’economia non appariscente ma che in qualche modo, grazie al vastissimo indotto, riesce a procurare da vivere a circa cinquemila famiglie.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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