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«Noi del club Napoli abbiamo strappato una sede alla Lega»

Pietro, il presidente del circolo «Nel 2006 lumbard spaccati e allora abbiamo rilevato i locali»

Mercoledì, poco prima dell’ora di pranzo, era già sold-out. In meno di tre ore erano terminati, per i residenti in Campania, i biglietti per Juventus-Napoli: un assalto che si trasforma in numeri sonanti. Perché, sono previsti in diecimila i tifosi azzurri domenica sera allo Juventus Stadium. Gruppi organizzati si muoveranno da tutte le regioni d’Italia, riunendo il paese sotto un unico vessillo azzurro.
Dalla Campania, risalendo lo stivale, è una geografia di fede e sacrifici. Il viaggio inizia dal Golfo, per raccogliere, strada facendo, il Napoli Club Ostia, il Napoli Club Piacenza, le diverse sezioni liguri e lombarde e tutti coloro che si aggregheranno in viaggio della speranza, che porta gli emigranti di una notte sola, in quel di Torino, per cercare gioie e non lavoro, vittorie e non salari. «Una volta, però, non era così. Ne ho visti tanti di tifosi del Napoli salire qui, camuffarsi da juventini per cercare asilo dai padroni». Si schiude così l’album dei ricordi di Pietro Mitrione, presidente del Club Napoli Cambiano, che dista appena otto chilometri da Torino. Capostazione 57enne in pensione, Pietro vince il concorso nelle Ferrovie e da Portici inizia un viaggio di 860 chilometri che lo porta a Cambiano, dove vive da 35 anni. Ma, «non parlo una parola di piemontese ed ho voluto fortemente che Raimo e Ciro, i miei due figli, nascessero a Napoli».
Gli ingredienti sembrano essere quelli della più classica storia di ghettizzazione di periferia. La realtà, invece, è un’altra e merita di esser raccontata. «Perché noi terroni – spiega Mitrione – abbiamo strappato ai leghisti una sede, la simpatia dei cittadini di Cambiano ed abbiamo dimostrato che passione e cultura sono motori di grande aggregazione».
Tre cardini, un’unica vicenda che nell’estate del 2006 trovò ampio eco nelle cronache locali. «La Lega Nord a Cambiano – racconta Pietro Mitrione – divenne un partito spaccato da lotte di potere. Avevano problemi economici a mantenere la sede, erano divisi al loro interno e stavano lasciando decadere un edificio importante di Cambiano. Noi napoletani – continua Pietro – eravamo alla ricerca di un luogo per le nostre riunioni e non ci abbiamo pensato su due volte: prendiamoci la sezione della Lega e trasformiamola nel cuore del nostro club. Non nascondo che entrando la prima volta non è stato facile: perché ti sentivi accerchiato tra bandiere verdi, slogan quasi impronunciabili stampati sui muri e foto giganti di persone che non ci sono affatto simpatiche».
Da aggiungere, però, c’è la grande disponibilità delle istituzioni locali. «È vero – conferma il patron del Napoli Club – perché il sindaco e tutta la giunta sono stati subito accomodante. Così, abbiamo ”depadanizzato” la sede della Lega: da sei anni, chi entra ci vede solo tantissimo azzurro e la voglia di tifare per la nostra squadra, esportando la cultura partenopea».
Un circolo, ma anche uno snodo sociale. «Perché – continua Mitrione – il nostro Club fa beneficenza, cerchiamo le situazioni di disagio sociale, le stesse che accoglievano gli emigranti quado arrivano qui. È stupendo vedere come siano i giovani figli di napoletani, che hanno ascoltato dai loro genitori cosa siano le sofferenze, prodigarsi in tanti progetti di aiuto ai nuovi immigrati, quelli che arrivano dall’Asia e dell’Africa. Poi, facciamo anche teatro e musica. Ed è per questo che Enrico Varriale della Rai ci ha scelto per presentare il suo libro sulla storia della nostra squadra (Napoli 8 e mezzo ndr): televisioni e giornali nella nostra sede perché abbiamo dimostrato di essere un centro di aggregazione davvero importante, per i tifosi del Napoli e non solo».
C’è chi, di questa realtà, finora si è accorto poco. «Si, perché il Napoli, inteso come società, non ha mai voluto tessere rapporti con noi. Questo significa anche esser trattati come tifosi di serie B, soprattutto nella vendita dei biglietti. Ed è triste che per noi ci siano solo 29 tagliandi a disposizione per la gara di domenica, nonostante vantiamo più di trecento iscritti».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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