Biglietti falsi e bagarinaggio: la Guardia di finanza stringe il cerchio intorno al San Paolo. Martedì durante il match con il Bayern è scattato l’ennesimo sequestro di ticket. Ad effettuarlo i militari del Nucleo del comando provinciale che hanno recuperato 50 tagliandi falsi o esibiti da persone non corrispondenti al nome stampato. Non si tratta di un’operazione occasionale, ma di un controllo mirato nell’ambito di una ben più ampia inchiesta coordinata dalla Procura sulla gestione dei biglietti in occasione delle partite del Napoli.
Due le direzioni dell’indagine sui cosiddetti accessi facili. La prima riguarda i biglietti falsi stampati da una o più stamperie clandestine e immessi illegalmente sul mercato. Gli investigatori hanno appurato che gli ultimi ticket taroccati sono del tutto simili a quelli veri. Chi li ha prodotti sa fare bene il suo mestiere. Tanto da essere riuscito a produrre biglietti falsi, ma di tale fattura che possono passare tranquillamente attraverso le obliteratrici dei tornelli. Insomma, a operare ci sarebbe una banda di professionisti, probabilmente dello stesso livello di quelle che stampano denaro falso.
Il secondo filone d’inchiesta, invece, riguarda la gestione di biglietti veri e il nuovo tipo di bagarinaggio riesploso intorno al San Paolo. Ormai i biglietti sono nominativi, eppure puntualmente decine di tifosi si presentano ai cancelli dell’impianto di Fuorigrotta con tagliandi intestati ad altre persone. Su questo aspetto le fiamme gialle stanno tentando di risalire al punto di partenza di quella che appare come una truffa ben più organizzata di quanto si possa immaginare. L’obiettivo è fermare i bagarini che riescono a mettersi in tasca pacchetti di biglietti con nomi diversi per poi rivenderli allo stadio. Bisogna ricordare che per acquistare un ticket del Napoli occorre presentare un documento di riconoscimento.
Cosa che, evidentemente, non accade e questo consente l’ingresso allo stadio anche a persone sottoposte al divieto di assistere a manifestazioni sportive. Capire dove nasce il corto circuito è l’obiettivo che si è posta la Guardia di finanza, che da oltre un anno sta studiando quello che avviene prima delle partite casalinghe del Napoli.
Biglietti falsi, falsi nominativi, bagarini ma anche un’altra questione scottante: quella delle “cattive presenze” sulle tribune del San Paolo. Se ha fatto scalpore vedere il figlio dell’ex boss Salvatore Lo Russo a bordo campo, desta preoccupazioni anche quanto avvenuto sabato scorso durante la partita con il Parma. Un ispettore della finanza ha arrestato in flagranza di reato Luca Petrone, 33 anni, già noto alle forze dell’ordine, figlio di Raffaele Petrone, ritenuto la mente dei clan del Vomero. È accusato di aver picchiato uno steward e di resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale: avrebbe aggredito violentemente lo steward che gli voleva impedire di passare da un settore all’altro dello stadio. Alla scena ha assistito un militare, impegnato nei controlli sugli ingressi facili allo stadio, che ha bloccato il figlio del boss.
Fonte: Repubblica
La Redazione
S.D.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro