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Nuove accuse di Gervasoni: “Due partite della Lazio sono state truccate”

Il mondo è piccolo, quello del calcio ancora di più. In squadra si cementano amicizie e anche se si cambia maglia prima o poi ci si ritrova in campo. Lo sanno bene gli zingari, che proprio sui contatti fra i giocatori hanno costruito la loro rete di scommesse. E lo sanno anche i pm delle procure di Cremona e di Bari, che nell’inchiesta sul calcioscommesse hanno numerosi indagati in comune anche se per episodi diversi.
Un pezzo importante per entrambe le indagini è l’arresto e la confessione dell’ex difensore del Bari Andrea Masiello, che rivelano appunto come il campionato 2010-2011 sia stato falsato da diversi episodi che hanno inquinato la lotta per non retrocedere e la corsa all’Europa League.
Per quella brutta papera il difensore incassa 300 mila euro e da questo momento in poi la squadra salentina, ormai salva, è disposta a giocarsi tutto pur di rientrare della spesa. E la prima occasione, secondo le indagini di Cremona, si presenta la domenica successiva, con l’ormai famosa Lecce-Lazio del 22 maggio 2011 vinta dai biancocelesti per 4 a 2: «I riscontri ci dicono che quella partita è stata sicuramente comprata», dicono gli inquirenti. Per il match incriminato è indagato anche il centrocampista della Lazio Stefano Mauri. Alessandro Zamperini, cresciuto nelle giovanili della Roma, accusato di essere un reclutatore di calciatori per conto della criminalità organizzata slava, non ha mai negato l’amicizia con Mauri. E secondo il pentito Carlo Gervasoni proprio grazie a quel legame gli zingari avrebbero gestito due match della Lazio. Prova palmare, sostengono gli investigatori, sono le oltre 1.100 telefonate intercorse tra Zamperini e Mauri, molte anche a ridosso delle gare. Non solo: Zamperini era di casa a Formello, sede del ritiro laziale, e dall’analisi delle celle telefoniche si è scoperto che i suoi spostamenti coincidevano con quelli del gran capo degli zingari Hristiyan Ilievski. La procura di Cremona sta mettendo in fila i molteplici riscontri arrivati nelle ultime settimane – rogatorie internazionali, accertamenti tecnici, movimenti bancari e verbali secretati – e stringe il cerchio attorno a Lazio, Genoa e Lecce, ovvero il terzo livello dell’inchiesta. Il flusso di informazioni con Bari è costante, come dimostrano gli sviluppi dell’interrogatorio di Angelo Iacovelli (finito in manette in entrambe le inchieste), ex factotum di alcuni calciatori biancorossi tra i quali Masiello. Agli inquirenti di Cremona Iacovelli aveva riferito di una telefonata con Nicola De Tullio, ex titolare di alcune agenzie di scommesse a sua volta indagato. «De Tullio mi ha detto che c’era gente che scommetteva su Udinese-Bari a nome di Masiello e sulla parola, senza anticipare soldi», sostiene Iacovelli. L’interrogatorio di garanzia viene trasmesso a Bari e i pm pugliesi convocano l’ex factotum, che aggiunge due nuovi episodi: punta il dito su Bologna-Bari, spiegando che Masiello gli aveva riferito di poter truccare quella partita proprio grazie ai suoi contatti con Portanova, e su Udinese-Bari del 9 maggio 2010 finita in pareggio (3-3). Sviluppi per le due inchieste potrebbero giungere anche in seguito al prossimo arrivo in Italia di altri due presunti componenti del gruppo di scommettitori degli zingari colpiti da ordinanza di custodia cautelare nell’ambito dell’inchiesta cremonese. Si tratta di Admir Suljic e Dino Lalic, sloveni, tuttora latitanti.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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