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Palazzi: «Squalificate Bonucci e Pepe». La Juve trema

Tre anni e 6 mesi per il difensore uno per l’esterno. E il «pentito» Masiello patteggia con 26 mesi

Anche il giorno dopo la tempesta, innescata dalla richiesta di squalifica di un anno e tre mesi per il tecnico della Juventus Antonio Conte e il suo vice Angelo Alessio, è tensione nel club bianconero. Nella prima udienza al processo Calcioscommesse sugli atti di Bari sono piombate le pesanti richieste per gli juventini Leonardo Bonucci e Simone Pepe: tre anni e sei mesi per il difensore per illecito sportivo aggravato; un anno per il centrocampista per omessa denuncia.
Entrambi i bianconeri sono deferiti per la presunta ”combine” di Udinese-Bari del 9 maggio 2010, quando Bonucci era con i pugliesi e Pepe con i friulani. Ad accusarli l’ex capitano del Bari Andrea Masiello, il «pentito» di questo filone d’inchiesta, che, grazie alle sue rivelazioni, si è visto accordare dalla Disciplinare un patteggiamento di 26 mesi di squalifica e 30mila euro di ammenda. «Pentito» ma anche protagonista di quella fitta rete di contatti tra calciatori e scommettitori che alterava e lucrava sui risultati del Bari, che ha patteggiato 5 punti di penalizzazione e 80mila euro di ammenda. In aula, però, il Procuratore federale Stefano Palazzi ha difeso la credibilità del giocatore. «Sulla base dei dati probatori emerge la responsabilità dei soggetti incolpati – le parole di Palazzi – Le dichiarazioni accusatorie di Masiello sono riscontrate. Bonucci parla di contraddittorietà di Masiello. A nostro avviso non c’è, c’è arricchimento delle dichiarazioni. Masiello passa a una condotta pienamente collaborativa».
Oggi l’avvocato Luigi Chiappero, che ieri ha fatto mettere agli atti il video di Udinese-Bari e alcuni articoli di giornale «che hanno dato 7 in pagella a Bonucci», cercherà di smontare ogni accusa. Così anche per Pepe, tirato in ballo da Masiello per una telefonata per «sistemare» il match con Salvatore Masiello, ex Bari oggi al Torino, per il quale sono stati chiesti 3 anni e 6 mesi. «Elemento in comune è la passione di Pepe per la Ferrari – ha detto Palazzi, che ha chiarito anche l’incertezza delle dichiarazioni del pentito , se dice ”la vuoi comprare o la vuoi vendere” ciò non cambia il quadro probatorio. È un elemento qualificante, peraltro non ci risulta che Masiello (Andrea, ndr) abbia mai conosciuto Pepe e quindi la sua passione per le Ferrari ha potuto solo ascoltarla da altri. L’avvenuta telefonata è comprovata, anche se non esiste materiale probatorio dalla procura ordinaria».
Le altre richieste di squalifica riguardano diversi protagonisti del Bari 2009/10 e 2010/11 o avversari occasionali dei pugliesi che avrebbero partecipato a «combine» di incontri, coinvolgendo, per responsabilità oggettiva, anche i loro club. Salvo nuovi patteggiamenti, sono 12 tesserati e tre società che andranno a sentenza, e per cui Palazzi ha formulato richieste: 9 mesi di squalifica in continuazione per Antonio Bellavista; 4 anni per Nicola Belmonte; 3 anni e 6 mesi per Simone Bentivoglio, Salvatore Masiello, Giuseppe Vives; 3 anni per Stefano Guberti, Daniele Padelli e Daniele Portanova; un anno per l’ex capitano del Bologna Marco Di Vaio.
Rischia di più l’ex presidente del Lecce Pierandrea Semeraro che avrebbe comprato il derby del maggio 2011. Per lui chiesta l’inibizione di 5 anni più preclusione. La società salentina vede invece la Lega Pro e una penalizzazione di 6 punti; per l’Udinese Palazzi ha chiesto un’ammenda di 50mila euro. Per il Bologna chiesti 2 punti di penalizzazione e 50mila euro di ammenda. Altre società sono uscite col patteggiamento: Siena (80mila euro che si sommano ai 6 punti e ai 20mila patteggiati per il processo su atti di Cremona), Sampdoria (un punto e 30mila euro), Portogruaro (5mila euro).

Fonte: Il Mattino

La Redazione

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