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Pandev cerca il gol smarrito

Il macedone non segna dalla gara dell'andata, per il resto prove non sempre convincenti

Toc toc, c’è nessuno in “casa gol” oltre a Cavani? Certo che sì: c’è intanto e (tanto) Hamsik per cominciare, un po’ di Insigne e un altro po’ di Inler, di Maggio, ma (davvero) poco Pandev. C’era da aspettarselo? Non tanto, soprattutto se si va a considerare un dato, legato al fattore tempo, che fa piuttosto riflettere. Quattro mesi e 17 giorni. Ecco da quanto non segna il macedone. Da quel 7 ottobre dello scorso anno, quando appioppò la rete della vittoria proprio ai bianconeri friulani, per quel 2-1 che chiuse il match allo scadere del primo tempo. Peraltro un gol pregevole, in bello stile (quello propriamente suo), scaturito da una sapiente imbeccata di Inler che Goran riuscì a capitalizzare al massimo, fintando prima il passaggio verso il taglio di Cavani, per poi risolvere la pratica in prima persona, con il meno amato destro. 

ASSENZE – Da allora è sparito letteralmente dalla lista dei marcatori azzurri, spesso sparito improvvisamente dal campo, prendendosi anche lunghe pause ma, ad onor del vero, fornendo anche sprazzi della sua incontestabile classe. Come i determinanti assist contro la Roma e, parecchio prima, il gol di una Supercoppa all’insegna del “e chi se la scorda più”. A volte sembra tornare, ma il più delle volte sono solo brevi parentesi, sono improvvise fiammate, spesso accompagnate (ahimè) da lunghe assenze. Giustificate? Forse, ma in piccola parte. L’attuale Pandev, privo di quella brillantezza che aveva parecchio intrigato sia Delio Rossi, che Mourinho e (dulcis in fundo) Mazzarri, parlandoci molto francamente è un po’ (se non la brutta) la copia sbiadita di quello esploso alla corte di Lotito. Con un bottino, se proprio vogliamo affidarci ai numeri, di ben 64 reti (48 in campionato) in circa cinque stagioni di Lazio (ricordando che per un bel pezzo era stato emarginato prima di passare all’Inter), e poi la bella parentesi del triplete con i nerazzurri. 

INVOLUZIONE – E dunque, dov’è finito Goran? Quello per intenderci che mise in scacco la Signora a Pechino, quello che nella stagione precedente, di questi tempi, aveva già fatto 5 gol in campionato, quello che si presentò in gran spolvero nel ritiro di Dimaro, con evidenti propositi bellicosi riguardanti la stagione in corso. Pronto a ribadire cioè, che il posto accanto al Matador non poteva essere messo in discussione. Tanto che, dopo le due giornate di stop rimediate in Supercoppa, onorò al meglio l’esordio in campionato con il secondo gol al Parma. E poi prestazioni altalenanti, sostituzioni, un problemino alla caviglia che l’ha frenato un po’, ma non eccessivamente. Resta ben inteso che: a volte la fortuna gli ha remato contro, forse ha pure un po’ accusato la concorrenza della stellina di casa, il piccolo diavolo Lorenzo, fatto sta che l’involuzione è sotto gli occhi di tutti. 

VERSO UDINE – Meno male che c’è un Mazzarri sempre convinto delle sue scelte. E fra queste, quella del macedone fu a lungo caldeggiata. Resta ancora in primo piano nei pensieri del mister, che continua a ritenerlo indispensabile per il tipo di coralità che propone, soprattutto quando c’è da sfondare per vie centrali. E’ tempo di Udinese-Napoli, e Goran Pandev (leggermente favorito su Insigne per la sfida del “Friuli”) all’epoca sarebbe potuto finire anche in bianconero (sempre quello friulano) poiché solo alle buste si decise la comproprietà con la Lazio che riuscì a riscattare la sua metà per circa 4 milioni. Era l’estate del 2006, era nel suo momento più fulgido, era il Goran che vorremmo ritrovare il più presto possibile. 

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

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