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Paolo Prestisimone: “Ricchi e poveri nel calcio: l’Ue scavalca Fifa e Uefa”

Il fair play non fa per noi. Triste ammetterlo, ma per il momento è un’amara constatazione, e c’è poco da fare od obiettare. Quando nel 2009, spinto, soprattutto, dalle disparità innescate dalle spese di Real Madrid e Barcellona, l’Uefa, madre nostra pallonara, s’accorse che il giocattolo-calcio stava gonfiando il petto monetario tanto che il rischio dell’esplosione era concreto e pensò saggiamente di intervenire, come prima mossa, s’inventò il Fair Play. Sperava che l’Europa del calcio capisse che non si poteva andare avanti così: il giocattolo andava verso l’autodistruzione, il suicidio economico-finanziario. Troppa differenza tra ricchi e poveri (o almeno “normali”), tra i bilanci e gli ingaggi milionari di pochi eletti e gli ”spiccioli” (ma non erano, e non sono, spiccioli) della base. E “l’equità competitiva”, sano e antico principio CIO alla base delle dispute sportive, stava diventando una barzelletta.
Così il presidentissimo, ‘er general’ Josef Blatter mosse la sua Fifa, l’Uefa e gli attempati soloni dell’International Board a trovare una contromossa. Il risultato fu il celeberrimo Fair Play che però nonostante l’impegno, la buona volontà e la fiducia dei dirigenti , adesso – diciamola tutta – è vetrina, ma non regge più. Tant’è che la Commissione Europea ha detto alle organizzazioni calcistiche di Eurolandia calcistica di farsi da parte, “che ci pensiamo noi”. E le ha scavalcate in tromba introducendo una sorta di tassa per i club inadempienti e spendaccioni nel momento in cui superano un limite di prezzo che dovrà essere ancora fissato. La prima reazione è stato il classico, scontato, benestare dei Grandi Capi, anche degli sceicchi di Paris Saint Germain e Manchester City (bersagli non citati ma sottintesi dell’irruzione UE); ma ci credete voi che sarà così? Delle sanzioni economiche loro se ne fanno un baffo, “lasciateli blaterale che se ci stufiamo compriamo anche loro” hanno pensato fumando un narghilé. D’altra parte i dirigenti calcistici non potevano fare di più e quindi adesso c’è solo da sperare che l’intervento dell’Unione Europea riesca dove loro – con armi vecchie e munizioni insufficienti – hanno fallito. Tempo ristretto: dalla stagione 2014-2015 le sanzioni saranno effettive, sempre che l’Uefa abbia la forza per andare fino in fondo. Appunto.
Sua Maestà Il Mercato -inteso come moneta, interessi – come sempre domina, fin quando sarà così c’è, a parer nostro, poco da fare. Sperare, sì, certo, sperare magari che, vedendo che il famoso giocattolo di cui sopra non funziona più a far divertire i figli, gli sceicchi arabi o gli oligarchi sovietici si dedichino ad altri passatempi. Magari comprino una città, una nazione, e la trasformino in un gigantesco Disney World, Per una serata di giochi dei bimbi dovrebbe bastare. E noi così torneremo al sapore antico di pane e salame. Salame e pallone. Quello – ricordate? – dove, pagati con le monete giuste, si sudava, si correva, quello dove si doveva buttare la palla in porta. Non piovevano diamanti, ma dagli spalti solo applausi e fischi. E bastava, pensa te com’eravamo antiquati…

Fonte: Il Roma

La Redazione

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