Yes we can: è la (prima) ora e mezza della verità è una serata da attraversare senza macchia, senza una briciola di paura; e in quel rumore assordante ch’è il silenzio d’una attesa collettiva, le notti prima dell’esame sfilano via riascoltando l’acuto di tre tenori che incantano Napoli e lasciano con gli occhi spalancati ben dentro un sogno. «Si può fare». La vita è adesso, in questa Sfida che profuma d’Immenso, in una partita doppia che decolla dal san Paolo, atterra a Stamford Bridge, e contiene dentro di sé il pathos ineguagliabile d’un ottavo di Champions League, la vetrina scintillante spalancata sul Vecchio Continente e però d’universale dominio, il lasciapassare per la legittimazione definitiva nell’élite d’un calcio che Cavani ha tinteggiato con pennellate d’autore. Napoli-Chelsea vibra negli angoli più irraggiungibili d’una città estasiata da un Evento privo di precedenti ed il filo azzurro che lega quei sessantamila al trio delle meraviglie è nei capolavori tecnici ma pure nella spavalderia trascinante d’un trio delle meraviglie sintetizzata da Cavani a Firenze e in passato condivisa da Lavezzi e Hamsik: «Il passato dimostra che nessun pronostico può essere considerato definitivo: ad agosto, dopo i sorteggi, in tanti pensavano che non avremmo superato il turno; e invece, è andata benissimo. Ora siamo pronti a scrivere un’altra pagina di storia». Yes we can.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
