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Pipita, quello che tocca diventa oro. Quando l’argentino segna, il Napoli non perde

Gonzalo ha giurato riscossa dopo l’uscita dalla Champions e quelle lacrime con l’Arsenal...

NAPOLI – In Argentina, con i giochini di parole, sono autentici fenomeni: “Al Pipa Park del San Paolo ti diverti”, scriveva sabato con dedica l’autorevole quotidiano, Olé, dopo la vittoria del Napoli con il Milan in campionato. Sì, perché tutto sommato è alla grande star del parco giochi rivisitato con un Pipa e senza Luna, che si rivolgeva la penna in questione: a lui, Gonzalo Higuain. Uno dei protagonisti più attesi della grande semifinale con la Roma. Un attaccante fenomenale che segna, lotta, sputa l’anima e diverte seminando gol. E, spesso e molto volentieri, collezionando vittorie. In prevalenza, in larga maggioranza, fermo restando qualche pareggio. Il dato rilevante? Beh, considerando che una settimanafa, all’andata, la
prima rete degli azzurri all’Olimpico è passata agli archivi come autogol di De Sanctis, la storia è servita: quando segna Higuain, il Napoli non perde mai. Se non è questo, un luna park. Pardon, un Pipa Park.

LACRIME E GIOIA  – E allora, ruota panoramica sul San Paolo: colpo d’occhio splendido annunciato per la seconda con la Roma e poi ricordi indelebili di un’altra notte di coppa. Sì, è da un’altra storia di calcio notturno che bisogna ripartire: finisce la partita con l’Arsenal, la Champions diventa polvere amara che vola via e il Pipita piange come un matto di rabbia e di tristezza. Momento (sportivamente) drammatico, quello, ma anche la consacrazione di un patto di sangue: sono state proprio quelle lacrime, a sancire definitivamente l’amore tra Napoli e Higuain. Fu quel pianto, a raccontare quanto grande sia la voglia di Gonzalo di vincere in azzurro: pensare che oggi il ricordo possa fungere da biturbo, beh, è quasi scontato.

IL VINCENTE  – Sì, conoscendo il personaggio, uno che non molla neanche nelle partitelle con i nipotini nel giardino di casa, il chiodo fisso sarà la finale: Roma avvisata e popolo azzurro appeso a un filo, con il fiato sospeso e aspettando il graffio del Pipita. Uno che, quando fa gol, non perde mai. Sì, finora, in questa stagione è andata così: diciassette gol e undici vittorie. Il dettaglio dei successi: 7 in campionato (con Chievo, Atalanta, due volte Milan, Torino, Lazio e Inter); una in Coppa Italia (Lazio); tre in Champions (Borussia, Marsiglia, Arsenal). Il resto? Pareggi (con Cagliari e Bologna). La relazione gol/sconfitte non è pervenuta: perché è vero che nella semifinale d’andata fu proprio Higuain a tirare, ma lo è altrettanto che alla fine, nel tabellino, la storia s’è conclusa come autorete del portiere. Punto. E via a giocare il ritorno.

IL TRAGUARDO  – Higuain, del resto, non ha mai nascosto i suoi obiettivi: « Siamo in corsa su tutti i fronti: campionato, Europa League e Coppa Italia ». Nessuno escluso. E niente limiti, por favor: « Vogliamo la finale », ha sempre detto, ribadito e sottolineato. Ci crede eccome, e con lui la squadra intera e anche la sua gente: non è un caso che oggi sia annunciato il pienone, la folla delle occasioni grandi a caccia di grandi emozioni. E in casi come questo, lui, il Pipita, riesce sempre a recitare da star.

SANGUE FREDDO  – Caccia aperta alla Roma, insomma. Caccia a un avversario che, anche in campionato, sembra destinato a lottare testa a testa fino alla fine con il Napoli anche – anzi, perlomeno – per il secondo posto che vale la Champions senza stress. Di tensione ce ne sarà un bel po’ oggi, e allora è meglio leggere attentamente le avvertenze: nell’elenco dei diffidati, insieme ad Albiol, Inler e Jorginho c’è anche il nome di Higuain. Calma, sangue freddo e arena: non vale la pena rischiare per il futuro. Anche perché, senza Gonzalo è più difficile aprire il lunapark azzurro. Pipa Park, lo sanno anche in Argentina: ti diverti. E soprattutto vinci.
Fonte: Corriere dello Sport

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